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Un comandamento nuovo - 5^ Domenica di Pasqua (Anno C)

Creato il 26 aprile 2013 da Ambrogio Ponzi @lucecolore
28 aprile 2013
Un comandamento nuovo - 5^ Domenica di Pasqua (Anno C)

  5A DOMENICA
DI PASQUA
Antifona d'Ingresso Sal 97,1-2
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto prodigi;
a tutti i popoli ha rivelato la salvezza. Alleluia.
 
CollettaO Dio, che nel Cristo tuo Figlio rinnovi gli uomini e le cose, fa' che accogliamo come statuto della nostra vita il comandamento della carità, per amare te e i fratelli come tu ci ami, e così manifestare al mondo la forza rinnovatrice del tuo Spirito. Per il nostro Signore...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 14, 21b-27

Riferirono alla comunità tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro. Dagli Atti degli Apostoli In quei giorni, Paolo e Bàrnaba ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni». Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto. Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto. Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede. - Parola di Dio

Salmo Responsoriale Dal Salmo 144
Rit. : Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. - Rit.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. - Rit.
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni. - Rit.

Seconda Lettura Ap 21, 1-5
Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi.Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostoloIo, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più.
E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva:
«Ecco la tenda di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro
ed essi saranno suoi popoli
ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.
E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi
e non vi sarà più la morte
né lutto né lamento né affanno,
perché le cose di prima sono passate».
E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».
- Parola di Dio

Canto al Vangelo Gv 13,34
Alleluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Alleluia.

Vangelo Gv 13, 31-33a. 34-35 Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni agli altri.Dal vangelo secondo Giovanni Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
  • Parola del Signore

RIFLESSIONI
Questa sera fissiamo la memoria e l’attenzione su quanto emerge e ci suggeriscono le letture e in particolare il Vangelo. La prima lettura ci mostra come lo Spirito Santo generi un dinamismo straordinario, uno slancio e frutti abbondanti, sempre però impastati di sofferenza e di difficoltà. Si vede proprio come lo Spirito Santo opera nella realtà concreta, nella nostra realtà, con le difficoltà, le contraddizioni, le persecuzioni presenti. È un richiamo ad una presenza consapevole nella realtà, che il Vangelo ci annuncia. La difficoltà dell’annuncio si scontra con la mentalità di ogni tempo sempre più o meno chiusa nei propri interessi e orizzonti. Questo viene detto nella prima lettura nel momento in cui parte la missione della Chiesa, dopo che Gesù, morto e risorto, è asceso al Padre. Gesù Risorto ispira le letture e fa capire il loro significato. Gesù è Risorto, e nel Vangelo si manifesta con le parole pronunciate prima della morte per dire che ciò che era stato predetto si è compiuto. Intimamente ci insegna a leggere la nostra vita alla luce di questo orizzonte: le nostre difficoltà, le nostre lentezze, le nostre distrazioni, i nostri disimpegni, le nostre resistenze, tutto ci viene anticipato come qualcosa da raccogliere come lezione permanente. Non c’è mai un esito tutto positivo al riparo delle difficoltà. Al riguardo, anche la seconda lettura ci parla di un pianto asciugato, di cui è doveroso rendercene conto. È proprio della sapienza cristiana non illudere, il non far credere ad un trionfo facile, senza difficoltà.
  • Portiamo ora la nostra attenzione sul Vangelo, il quale presenta sempre lo stesso procedimento.
Gesù risorto è presente nella Chiesa che ricorda le sue parole, ma con una conoscenza diversa, più sofferta, più precisa e al riparo dall’illusione. Il brano di stasera è di proporzione modeste come sviluppo, è difficile e duro da comprendere alla prima impressione, ma è preziosissimo per correggere la tendenza facile di credere in un successo a buon mercato, e quindi è Parola impegnativa. Il Vangelo presenta tre tappe. 1- La prima tappa è legata ad una parola fuori dal nostro vocabolario nella forma e nella sostanza: glorificazione. Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Questa parola 'glorificare' ha un suono adulatorio. Nel Vangelo ha un significato ben diverso: si tratta del compimento della promessa di Dio, dell’avverarsi della sua profezia. Viene così offerta la chiave di lettura di tutta la vicenda di Cristo. Il Padre è glorificato e a sua volta glorifica. Sembra un discorso complicato, in realtà porta un messaggio molto positivo e al tempo stesso scandaloso, perché questo viene detto dopo che Giuda era uscito dal Cenacolo per andare a consegnare Gesù. La passione, l’arresto e la condanna di Gesù sono conseguenze ormai scontate. Lo scandalo per noi è questo: nel momento in cui si evidenzia il dramma della condanna di Gesù, tutto questo viene presentato come gloria. Perché questo? La gloria per noi è legata al successo mondano. In questo caso, invece, la gloria significa 'manifestazione': il mostrarsi fa vedere e fa vivere in sostanza il progetto di Dio. La gloria è legata al fatto che Gesù obbedisce al Padre e il Padre ci dona il Figlio. Siamo nel profondo del mistero della salvezza, della strategia di Dio che considera il donare e il donarsi come condizione e modo di salvare l’uomo e l’umanità. Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era nel principio ora e sempre nei secoli dei secoli Amen 2- Il secondo motivo riprende il primo e suona così: Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Gesù non è più presenza fisica visibile, ma ora la sua presenza è nello Spirito. Di conseguenza, lo strumento di comprensione del nostro cammino è lo sguardo di fede. Gesù si allontana, e paradossalmente si fa presente. Nella sua assenza, Gesù è presente. Nella nuova modalità, Gesù è dunque presente ovunque con il suo Spirito. Per noi cristiani, ma anche per tutti gli uomini, il Signore non è più presente fisicamente, ma lo è nello Spirito e nella potenza della sua grazia. Questo ci fa capire meglio la gloria. Il fatto che Gesù è all’opera, per i suoi discepoli significa che essi si devono fidare della sua azione. 3- La terza tappa ci offre un nuovo comandamento. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. ” Questa affermazione è densa, è grave, perché richiede una revisione della nostra vita. In sostanza dice questo: l’assenza fisica di Gesù e la sua azione presente nello Spirito ha una nuova visibilità presso la comunità dei credenti. Questa comunità dei credenti quando è sincera, quando è fedele al Signore, è una comunità i cui membri si amano gli uni gli altri. Se non ci amiamo viene tolto un segno della presenza di Cristo che chi è in ricerca vorrebbe vedere e trovare. Dove è Gesù? La risposta del Vangelo è: dove gli uni e gli altri si amano. È stupendo e tremendo, perché noi tante volte rischiamo di velare Gesù anziché mostrarlo; e tante volte la nostra voglia di mostrarlo finisce con il nasconderlo. “Amarsi gli uni gli altri”, ma non finisce qui; “come io ho amato voi”, con la stessa dedizione, con la stessa tensione e cura, con la stessa ispirazione che Lui ha vissuto nei nostri confronti. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri Sottolineo l’importanza di quel “come io vi ho amati”. La proposta è di Gesù; l’amore che Lui propone non parte da me, non dipende da me e dal mio successo, ma da Lui. È un fatto da accogliere, è la condizione che genera il mio amore per gli altri. Gesù ha maturato la sua esperienza in un cammino dove il Padre è sempre presente. Lui vive nel Padre. Riflettiamo: da chi parte il mio amore verso il prossimo? Da me? Da un mio progetto o da un mio giudizio sui fatti? A ben guardare l’amore che Gesù ha, e da cui è spinto e mosso, è qualcosa di comprensibile e visibile. In genere noi ci impegniamo, e a volte con accanimento, nell’urgenza di amare il prossimo, ma c’è un prossimo che in realtà è un me stesso e poggia sulle mie spalle. Invece l’amore di Gesù non poggia sulle mie spalle, ma è grazia di Dio. Vi inviterei, e lo faccio anche con me stesso, a chiedervi: su chi poggio il mio sforzo e il mio impegno? Il segreto è credere al fatto che Dio mi ama, ed a lui affidarsi. Se io da solo porto il peso di questa esperienza, rischio di soccombere; se invece mi lascio portare dal Signore, tutto è più semplice. Non sono io a portare, ma è Lui. I santi, nel momento della loro piena maturità, vivono con gioia la loro testimonianza. I testimoni che incontriamo o abbiamo incontrato erano gente che mostrava volontà umana oppure persone che testimoniavano lo Spirito ?
MESSAGGIO
LA NOVITA’ DELL’AMORE
Vedete la novità del suo amore verso di noi. La legge prescriveva di amare il proprio fratello come se stessi. Ora, nostro Signore Gesù Cristo, ci ha amati più di se stesso, poiché, vivendo nella stessa condizione di Dio Padre ed essendo uguale a Lui, non sarebbe disceso nella nostra bassezza, non avrebbe subito gli schiaffi, gli scherni e tutto ciò che subito, e, soprattutto, non avrebbe voluto, essendo ricco farsi povero, se non ci avesse amato più di se stesso. Una tale misura di amore è quindi inaudita e nuova.”
( Cirillo di Alessandria )

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