Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza la criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili. pretende il funzionamento dei servizi sociali. Tiene continuamente allerta le forze dell'ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo.Chissà cosa avrebbe scritto, prima del taglio del nastro, un giornalista come Pippo Fava (e i giornalisti della sua redazione de I Siciliani) sul crollo del viadotto tra Agrigento e Palermo (quello appaltato alle due coop rosse).
Chissà che avrebbe detto e scritto del cuffarismo prima e del lombardismo poi. Del ruolo ambiguo del Partito Democratico, all'apparenza contro clientele, mafie, e poi invece invischiato ben dentro il sistema.
Perché forse è da ingenui ritenere che un buon giornalismo sia da baluardo alla corruzione, alla malapolitica, alle mafie.
Ma di certo aiuta.
Rende i lettori cittadini informati.
Ed è per questo che i giornalisti come Pippo Fava, come Mario Francese, come Peppino Impastato, come Giancarlo Siani (o anche Walter Tobagi, a Milano) diano fastidio. Così fastidio da essere uccisi.
Uccisi e ingiuriati anche dopo morti: perché scrivevano di mafia, di banchieri mafiosi, di imprenditori mafiosi (come i cavalieri del lavoro di Catania, i Costanzo). E tutto questo non si poteva scrivere, mettere nero su bianco.
Mi rendo conto che c'è un'enorme confusione sul problema della mafia. [...] I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione. Se non si chiarisce questo equivoco di fondo... Non si può definire mafioso il piccolo delinquente che arriva e ti impone la taglia sulla tua piccola attività commerciale, questa è roba da piccola criminalità, che credo abiti in tutte le città italiane, in tutte le città europee. Il fenomeno della mafia è molto più tragico ed importante. È un problema di vertici e di gestione della nazione, è un problema che rischia di portare alla rovina e al decadimento culturale definitivo l'Italia. [...] Io ho visto molti funerali di stato. Io dico una cosa della quale io solo sono convinto che puo' anche quindi non esser vera, ma molto spesso gli assassini erano sul palco delle Autorità.(da "I mafiosi stanno in Parlamento", video dell'ultima intervista di Giuseppe Fava, da Film Dossier di Enzo Biagi del 28 dicembre 1983)La mafia che fa affari, che ha rapporti con la politica.
La mafia non esisteva e chi affermava il contrario metteva a rischio le imprese del sud, rovinava l'immagine dell'isola.
Come per altri cadaveri eccellenti, anche l'omicidio di Pippo Fava fu etichettato come delitto passionale. Anche per questo abbiamo dovuto aspettare anni per avere giustizia.