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Un Designer a Bangalore

Creato il 28 ottobre 2013 da Fugadeitalenti

Fare in Italia quanto sto facendo in India sarebbe un’utopia“: non usa mezze misure Tommaso Bistacchi, 31enne Design Leader per la sede indiana di una multinazionale asiatica.

Tommaso approda a Bangalore, dopo un percorso italiano all’insegna della scarsa valorizzazione del talento: una laurea al Politecnico di Milano (Facoltà di Design) nello zaino, inizia -come molti- collaborando con uno studio di progettazione. Un impatto col mondo del lavoro “mortificante”, lo definisce oggi, soprattutto per le condizioni economiche: partita Iva, uno stipendio lordo ridicolo, con condizioni di lavoro identiche a quelle di una persona assunta – ma senza alcun tipo di garanzia. Tommaso prova allora un’altra strada: quella della libera professione, come freelance. Lo fa, anche sulla spinta dei crescenti riconoscimenti che accumula grazie al suo lavoro.

Presto scopre però come per mantenersi debba fare non uno, ma due lavori: il designer… e pure il grafico. Il primo gli offre margini di guadagno a lunga (spesso lunghissima) scadenza, mentre il secondo riesce -almeno in teoria- a garantirgli introiti più regolari. Ma in entrambi i casi è una via crucis di contratti firmati e onorati con difficoltà, e in ritardo. Intanto il talento di Tommaso emerge, con nuove creazioni e riconoscimenti internazionali.

Prova così a inviare nuovi curricula, a Milano: si rende però presto conto come la capitale italiana del design altro non sia che un sottobosco fatto di contratti ridicoli, a 500 euro al mese, o stage gratuiti (nonostante il portfolio accumulato…). Ancora una volta l’aggettivo che Tommaso sceglie per descrivere la situazione è “mortificante”.

Ad aprile riceve una e-mail dall’India, con la proposta di un colloquio. Lo vengono a cercare dall’Asia. Lui pensa a uno scherzo, ma risponde. E’ tutto vero, invece: a contattarlo è la terza compagnia asiatica di architettura e interior design. Fa il colloquio: gli propongono un ottimo stipendio, con casa e viaggi in Italia pagati. Accetta e parte: oggi Tommaso è il numero due della sede indiana. Vive e lavora a Bangalore: lo choc culturale c’è stato, non si può certo nasconderlo. Ma il lavoro è davvero un’altra cosa, rispetto alla vecchia, vecchissima Italia.

Ospite della puntata è Giacomo Cavalleri, designer e direttore creativo: alle spalle una carriera tra Italia, UK e USA, Giacomo ha provato negli anni ad avviare progetti giovani (o legati ai giovani) in Italia. Proprio mentre preparavamo la puntata, ha però accettato un’offerta di lavoro tra Indonesia e Singapore. Anche lui, stanco di un Paese -quale è il nostro- dove i giovani non riescono mai a contare, ad esprimere appieno la propria vena creativa.

Nella rubrica “Expats” riapriamo lo spazio “Intermactive” di fine mese, con le vostre lettere. Torna a scriverci Marta, la nostra ascoltatrice espatriata a Detroit col marito. Questa volta ci invia una serie di informazioni utili: una vera e propria guida su “come fare a”, per donne che intendono fare la sua stessa scelta.

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Alla prossima puntata: sabato 2 novembre, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!



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