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Un destro in faccia dal significato sinistro

Creato il 03 dicembre 2011 da Chiosaluxemburg @ChiosaLuxemburg
Un destro in faccia dal significato sinistro
Ebbene si, lo ammetto: la canzone di Gaber non mi è mai piaciuta. “Cos’è la destra cos’è la sinistra”, ritenuta da molti un lucido e profetico manifesto del superamento degli steccati verso il quale la politica e la società oggi sembrano dirigersi, a me suonava sempre come la versione soft del “ ve lo meritate Alberto Sordi” di Morettiana memoria. Per me destra e sinistra non sono convenzioni o obsolete categorie ottocentesche; sono significanti ai quali corrispondono significati ai quali corrispondono fatti reali che poi dovrebbero essere, anche se non sempre sono, i vari  modi di agire. Libertà è una parola di destra, anche se in Italia la libertà di scelta, la libertà morale, la libertà di pensiero, sono state spesso messe in esilio proprio dal bigottismo di certa destra reazionaria e niente affatto liberale. Di contro, eguaglianza è una parola di sinistra, anche se nel corso della storia recente e passata, non sempre la nostra cultura di sinistra è riuscita nell’intento di solidarizzare, quantomeno nella prassi, con i più deboli e con ogni tipo di minoranza. Questo non significa che due termini storici, seppur convenzionalmente attribuiti a questa o a quell’altra parte culturale e politica, debbano essere cancellati dal vocabolario mentale dell’umanità in nome della retorica del tassinaro:A dottò…a me che me frega: io so’ apolitico, io nun so’ né de destra , né de sinistra”. Io continuo ad essere convinto che avesse ragione  Norberto Bobbio: “ non vi è nulla di più ideologico che l’affermazione della morte delle ideologie”. Peccato che siano proprio i migliori a finire nei più improbabili dimenticatoi.
Un destro in faccia dal significato sinistro
Detto ciò a proposito delle ideologie o di ciò che ne rimane, da oggi in poi il mio intento sarà tutt’altro che ideologico, ma, se così si può dire, investigativo e rieducativo. Voglio cominciare a  capire una volta per tutte come mai a quelli di destra non piacciono quelli di destra, o come mai non amano, non conoscono o fingono di non conoscere intellettuali di destra che non siano ex-comunisti (inutile fare l’elenco perché i nomi sono sin troppo noti). Superata ampiamente la fase radical chic, scatta dunque l'operazione Radical Deluxe: insegnare a quelli di destra che cos'è la destra. O quanto meno che cosa NON è la destra. Ebbene si, inizierò su questo blog, ed a partire da subito, un’opera che nel suo piccolo considero tanto ambiziosa, quanto al tempo stesso generosa. Essendo io dichiaratamente di sinistra, e auspicando il ritorno di una destra pensante e non solo chiavante (perché a chiavare siamo buoni tutti, specialmente a pagamento), vorrei recuperare al gusto e alla gioia per la letteratura, il cinema e la cultura in genere, chi non la pensa come me e vorrebbe leggere e conoscere grandi intellettuali e artisti  che non la pensano come me e che ovviamente molto meglio di me (ça  va sans dire), hanno saputo rappresentare il nostro paese guardandolo da una prospettiva che non fosse quella di Calvino, Sciascia o Pasolini. Non saranno tutti catalogabili “a destra”, ma quel che è certo è che sceglierò esclusivamente personaggi autorevolmente “non di sinistra”. Questo per dare un ritratto di un’altra Italia diversa da quella degli ultimi anni, fatta di fango, mignotte e “anti-puritani” improvvisati, e diversa anche da quella degli anni 60\70, in cui Pasolini dichiarava: “intellettuali di destra? Non ce ne sono”. Ritengo ingiusto che in Italia, per decenni, sul piano culturale la sinistra si sia scontrata ad armi impari contro la destra, solo perché gli intellettuali di destra o i cosiddetti “irregolari”, cioè i non catalogabili, piacevano più a sinistra che a destra. Non voglio più inserire in un motore di ricerca parole chiave come “intellettuali” e leggere una discussione come quella nella quale mi sono imbattuto e che sto per riportare fedelmente. Ecco due cretini su yahoo answers qualche anno fa.
D: Ci sono degli scrittori (degni di questo nome, non ditemi Vespa), dei premi nobel, degli autori satirici, dei filosofi che stanno con Berlusconi?    Miglior risposta - Scelta dal Richiedente: Iva Zanicchi, Gabriella Carlucci, Mastrota, Isabella Gardini, Pippo Franco, Lando Buzzanca, Luca Barbareschi, Emilio Fede, Nilla Pizzi, Mike Bongiorno, Carmen Russo e poi GIANO ACCAME!!!!! GIANO ACCAME KAZZO!!!! DOVE VOGLIAMO METTERLO GIANO ACCAME!!!! COMUNISTI MANGIABAMBINI CHE NON SIETE ALTRO!!!! GIANO ACCAME E' UN INTELLETTUALE ESAGERATO!!!! GIANO ACCAME SI METTE I TAPPI DA SPUMANTE NELLE ORECCHIE PER EVITARE CHE IL CERVELLO GLI SKIZZI FUORI!!!! GIANO ACCAME C'HA 7 ATMOSFERE NELLA SCATOLA CRANICA!!!! Si, lo ammetto, ho riso anche io, però Giano Accame ( riposi in pace), fu anche coinvolto nella questione della fascistissima Aginter press di Guerin Serac, stando alle dichiarazioni che all’epoca fornì Vincenzo Vinciguerra , uno dei vari pentiti del terrorismo nero http://archiviostorico.corriere.it/1994/dicembre/11/strage_nera_regia_NATO__co_0_94121115350.shtml, e questo non fa ridere. La destra italiana, se deve essere rappresentata da qualche intellettuale, con tutto il rispetto per Accame che comunque fu stimato uomo di cultura, merita di più. La destra poi, non deve stare neanche tutta nella famosa dichiarazione di Goebbels: “quando sento la parola cultura metto mano alla pistola”.
Un destro in faccia dal significato sinistro
Questa voleva essere solo un’introduzione. Ecco invece i nomi di qualche personaggio “non di sinistra”,  fra i nostri autentici e mai a sufficienza celebrati intellettuali e artisti del presente e del passato prossimo che mi permetterò di proporre per le prossime puntate di questa rubrichetta: il contestatissimo Guido Ceronetti, unico fra i viventi, e fra gli scomparsi i veri pezzi da 90: Luigi Pirandello, Ennio Flaiano, Dino Buzzati, Federico Fellini, Carmelo Bene, Giovanni Testori. E se qualcuno storcerà il naso dicendo: “ma come ti permetti!” alludendo al fatto che le persone che ho nominato non erano certo di destra, risponderò innanzitutto che quanto meno non erano di sinistra, e soprattutto che vorrei proprio far capire che “destra” è una parola che in Italia deve essere derubricata dal novero delle parolacce; che destra non significa solo fascismo; che anzi il fascismo, mischiando bonapartismo, populismo, stato forte alla prussiana e una certa dose di socialismo (Mussolini fu socialista), fu un'esperienza non assimilabile a ciò che tradizionalmente si intende per "destra": il fascismo fu una schifezza e basta. Che i venditori di patacche sono venditori di patacche e quelli si, non sono nè di destra nè di sinistra.  Anche con operazioni di questo genere usciremo definitivamente dal berlusconismo, dimenticheremo una volta per tutte la grottesca esperienza del partito dell’amore, e partiti sarem per amare.

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