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Un dipinto per me, per voi.

Creato il 26 giugno 2011 da Suster
Ora sono in fissa con questa cosa di "share one day": l'iniziativa è del blog "Mens sana"; Suster a casa di nonna dopo un po' non ha più molto da fare, e i pomeriggi incandescenti diffidano chiunque dal mettere anche solo la punta dell'alluce fuori casa. La pupa dal canto suo è irascibile e nervosa, sarà il caldo, sarà lo scombussolìo di questi giorni, il lettino in terra, la reazione al vaccino ancora non smaltita, chissà chissà.
Qui nella capitale si suda e non si trasuda, si affoga nel proprio stesso sudore, e allora, ammazziamoci di blog, finché c'è tempo, ora che tanti di voi partono per le vacanze e persino la rete si fa un po' più deserta e silenziosa.
Ci ho pensato a lungo, senza venire a capo di una risoluzione. Infine, ci ho pensato troppo, e il tempo è passato, anche l'occasione.
La proposta era: condividere un dipinto "che ci piace, che ci ispira, che ci colpisce ci ricorda qualcosa".
Io e l'arte abbiamo un rapporto conflittuale: la inseguo sempre, ma lei mi sfugge. Scegliere uno e un solo rappresentante per darle voce in mia vece mi ha messo in crisi.
Ma in fondo avrei potuto scorrere il mio blog, fino in fondo, per avere un suggerimento.
Ecco qui, oggi vorrei condividere con voi:

Un dipinto per me, per voi.

Artemisia Gentileschi, Susanna e i vecchioni, 1610.

Perché, dite?
Giusto.
Perché in questa Susanna corpulenta che offre allo sguardo dello spettatore la sua florida fisicità e al tempo si schernisce avvitandosi su se stessa con sofferente pudore per la propria nudità mi ci rivedo, mi ci son riconosciuta. Mi fa pure un po' di vergogna mostrarvela così, nuda, perciò, per favore, immaginatela in bikini, se potete.
Perché in un'epoca di perfetto predominio maschile ha il sapore di un grido di rivolta e di sdegno, di una dichiarazione di orgoglio ferito, di intimità violata, di ingiustizia subita, di dignità calpestata, di un torto mai risarcito, di volontà di esprimere il proprio disprezzo per le presuntuose pretese maschili sulla propria persona.
Perché leggo tutto ciò nello scatto nervoso di lei, che volge il viso dall'altra parte, sottraendosi alla vista dei due viscidi guardoni nascondendosi con ambedue le braccia, quasi a volerli, con quel gesto, allontanare, farli sparire dal suo cospetto.
Perché conosco la storia della pittrice, per averla studiata e approfondita, per aver tentato di indagarne le motivazioni profonde, e perché non ho potuto che ammirare un'artista di tal portata, che riuscì ad imporsi in un ambiente allora prettamente al maschile, riuscendo ad ottenere per la sua arte riconoscimenti altissimi.
Perché mi ha conquistato la sua arte, così "maschia" malgrado la forte connotazione femminile, malgrado la scelta dei soggetti quasi sempre muliebri, così cruda, così tragica e grandiosa, così sofferta.
Perché la sua personalità la si rilegge nei suoi personaggi, in queste donne fisiche, concrete, di una sensualità prorompente e piena, tanto lontane dallo stereotipo filiforme della femmina contemporanea, leggera e impalpabile.
Perché ci leggo il dramma della solitudine femminile nella sfida a un mondo che non ne contempla i diritti, i voleri, che non ne rispetta la dignità, che ne calpesta le aspirazioni, che non la considera all'altezza.
E lei invece è giunta fino a noi, intatta, grandissima e forte, di una bellezza indomabile.
Che i produttori di Hollywood la smettano però di ricamarci sopra smielate e inconsistenti storielle d'amore! Per pietà!
Così oggi condivido questo dipinto, in ritardo sui tempi di lancio, come sempre io.
Quindi, anche se l'iniziativa originale è un po' datata, rilancio la proposta: vi va di condividere anche voi un dipinto per voi speciale?
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