Qualche giorno fa in un post sostenevo, più o meno in questi termini, che Studio Aperto fa schifo.
IAngelino Alfano
Oggi, per l’ennesima volta e per la prima volta dopo aver scritto il post, l’ho guardato (non per masochismo ma perché a quell’ora non ho altra scelta) e mi sono dato la conferma: Studio Aperto non è un telegiornale. E’ qualcosa d’altro. Che ne so? Fate voi. Un rotocalco? Può darsi. Un secondo ufficio stampa di Mediaset? Probabile? Senza dubbio non è un tiggì. Dalla teoria alla pratica. Giovedì 25 ottobre, sono le 12.25 circa. Mi metto comodo, voglio seguirlo tutto. Che meraviglia. O almeno ci provo. Prima notizia: Berlusconi che lascia, con la conduttrice che si sta illanguidendo. O meglio: che sta languendo per il perduto amore. Una sorta di lancio d’agenzia, con l’aggiunta di un breve commento per poi passare – non prima di un “ne riparleremo nel corso del tg” – alla prima vera notizia con annesso servizio del telegiornale, con rispetto parlando. Cronaca nera, ovviamente. Si parte: “Parla la ragazza accoltellata in Sicilia”. “Vigilia della sentenza per il delitto di Melania Rea” (due i servizi dedicati al caso: la vigilia della Camera di consiglio e l’affidamento della bambina alla nonna, che “alla domenica le cucina le braciole col sugo”). Adelante: “Cecilia la studentessa scomparsa”. “Assalto degli immigrati alla prefettura”. Virata sul “Rebus vaccini”. Tranquilli: il meteo arriva adesso. “Il clima mite ci lascia”, d’altra parte siamo a fine ottobre. E via al servizio sulla nuova perturbazione in arrivo: bla bla bla. Poi linea, in diretta, all’esperto meteo. Che ripete, non potendo dire altro: addio al clima mite. “Domani piove”. Poi torna Lui. Il cui passo indietro, ossia la rinuncia alla candidatura a premier, viene descritto con un servizio in cui – papale papale – viene letta la lettera scritta di Suo pugno, come fosse un comunicato stampa qualunque. “Storico passo indietro per amore del Paese”. Sarà così. Ospite – in collegamento da non ho capito dove – il segretario pdl Angelino Alfano: “Con la scelta di ieri, il nostro presidente, un vero statista, ha cambiato il domani”. Speriamo. (C’è un bel detto che recita: “Se vuoi ingraziarti un politico, riconoscigli il merito di qualcosa che non ha fatto lui”). Silenzio tombale, invece, sul vero motivo – peraltro assolutamente legittimo, sia chiaro – dello “storico” (copyright della giornalista in studio) passo indietro del Cavaliere: i sondaggi che davano l’eventuale sua futura lista prossima allo zerovirgola. Al fianco di Alfano, il tipico giornalista reggi-microfono che non fa domande se non quella dell’abbrivio, tipica dei professori delle Superiori accusabili di ‘intelligenza con lo studente’: “Parlami di quello che vuoi”.
Dal Pdl al Pd, il passo è breve ma estremamente mutevole. Il Pd? Brutto, cattivo e sporco. Si parla infatti, in relazione al Partito democratico, solo di inchieste: segretaria di Bersani; Bassolino; un richiamino su Penati, che non guasta mai, anche se non c’è nulla di nuovo. Si volta allora pagina con il servizio sul “choosy” forneriano, che un obiettivo l’ha sicuramente raggiunto: insegnare ai più come si dice ‘schizzinoso’, ‘pignolo’, ‘esigente’ in inglese. Poi un flash sul meteo alloctono: l’uragano dei Caraibi. E sulla Concordia, un must che non manca mai. Ma stavolta non si parla della sventurata nave da crociera per spargere letame sulla figura di Schettino – che se lo meriterebbe eccome – ma per lanciare un accorato appello a difesa di una colonia di conchiglie che rischierebbe l’estinzione con l’avvio delle operazioni di recupero del relitto dello scafo. Pace all’anima loro. E del giornalista che ha curato l’indispensabile servizio.
E le tette? Calma, calma. Arrivano. “Balotelli, nuova cotta”. Provate a immaginare ciò che è passato. “A proposito: il figlio del campione e della Fico è un maschio”, la chiusa del servizio. Aspettavate qualche nuova su Finmeccanica e sull’indagine su Scajola? Su esodati e Legge di Stabilità? Di politica estera? O magari attendevate due parole sul report di ConfCommercio sul picco dei consumi delle famiglie? Spiacente: facevate senza guardare Studio Aperto.
Ma finalmente, dopo la rubrica ‘Cotto e Mangiato’, metto sul Cinque. Mi sembrava la Bbc.
Don Pizzarro