Chissà come si concilieranno i nostri sinceri democratici europei, innamoratisi all’improvviso della libera Ucraina derussizzata (anche se non è detta l’ultima parola), con i rigurgiti di estrema merda, nazisti ed antisemiti, del principale partito di “ex opposizione” Svoboda. E’ vero che questi esaltati in assetto di guerra si sono detti nostri amici desiderosi di far parte della grande famiglia comunitaria ma voi lascereste mai entrare in casa dei delinquenti armati fino ai denti?
Gli americani non hanno dubbi, oligarchia più fascisteria non fa certo democrazia, ma essendo loro dominatori pragmatici sono disponibili a trattare con qualsiasi brigante perché si sentono almeno mezzo brigante in più di qualunque altro interlocutore. Loro sono persone concrete che badano al sodo e pazienza se qualcuno ci rimette la vita e l’unità nazionale. La superiore missione civilizzatrice di cui si sentono investiti giustifica qualsiasi mezzo. La telefonata tra la Nuland e l’ambasciatore americano a Kiev, con la quale già si stava decidendo chi doveva prendere in mano le briglie del governo, prima ancora che questo cadesse, la dice lunga sullo spirito democratico dei padroni atlantici. Il più democratico è sempre il loro figlio di puttana preferito.
Oggi a me e domani a me. Inoltre, gli effetti collaterali di tali sconvolgimenti vengono scaricati sugli alleati i quali pur di sedersi al loro banchetto di prepotenti accettano tutto, anche di finire a raccogliere le briciole da sotto il tavolo. Peccato che questa volta l’Europa rischia davvero grosso, Kiev non è Damasco ed è a due passi. Il pericoloso precedente del governo legittimo che può essere abbattuto da una singola piazza d’invasati, accompagnata dal plauso occidentale, potrebbe ritorcersi contro di essa. I tempi difficili della geopolitica multipolare avrebbero sconsigliato tanto avventurismo ma a rappresentarci nei Palazzi di Bruxelles o di Strasburgo ci sono imbecilli patentati come Olli Ilmari Rehn (ricordiamoci della legge di Cipolla, lo stupido è quello che arreca danni agli altri senza avvatntaggiarsene) che da un lato viene a rompere i coglioni a noi italiani con l’austerità e dall’altro già propone un pacchetto di aiuti economici per risollevare l’Ucraina. L’Italia può pure morire ma vuoi mettere il salvataggio dell’Ucraina su commissione americana? La prossima volta sarà difficile calmare i greci, gli spagnoli, i portoghesi, e forse anche gli italiani, che si riverseranno in strada per contestare i loro esecutivi corrotti e commissariati dalla troika. Occorrerà solidarizzare con i manifestanti anche se questi sono violenti ed armati. Perché a Kiev sì e a Roma no? E se qualche cancelleria estera ci metterà lo zampino in nome della libertà dei popoli contro la schiavitù dalla finanza o da qualsiasi altra scusa, con quale legittimità i governanti potranno definire terroristi i rivoltosi. I terroristi, come i fatti di Kiev insegnano, sono sempre nelle istituzioni. Meglio che fuggano in elicottero come Yanukovic perchè la rabbia di strada, da ora in poi, è sempre giustificata. Di fronte ai rivoluzionari che adorano il loro Paese e che per amor di patria lo mettono a ferro e fuoco si deve soccombere. Proprio come a Kiev. Punto. La rivoluzione è diventata la peggior forma di reazione e per questo piace tanto all’establishment internazionale che la organizza dove può e quando può. Puah!
Prepariamoci ad accogliere Svoboda nella Ue e con essa le sue richieste:
- Riconoscimento dello status di potenza nucleare dell’Ucraina (non è uno scherzo!)
- Accordi bilaterali con Stati Uniti e Gran Bretagna di assistenza militare in caso di aggressione armata contro l’Ucraina
- Condanna della Russia per l’occupazione bolscevica del 1918-1991 e risarcimento dei danni di guerra
- Processo pubblico contro il comunismo
- Revisione del regime dei visti con la Russia
Se volevate fare incazzare il nostro primo partner energetico (ed in prospettiva anche strategico) ci siete riusciti. Buonanotte Europa.
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