Accidenti, purtroppo mi cascano in un periodo a dir poco convulso, in cui sarò pressoché perennemente in viaggio tra sud e nord Italia, ma al diavolo! Il tempo per infilarmi in una sala lo troverò senz’altro, a costo di inventarmi la giornata di 28 ore.
Non sono una vera e propria appassionata di cinema, o meglio: lo sono a periodi. Questo è un periodo in cui lo sono. Il 2013 sta offrendo parecchi film interessanti e per questa estate ne ho diversi in lista — inclusi un paio, come Lone Ranger e Star Trek. Into the darkness — che non mi interessano davvero, ma che vedrò per accontentare il mio compagno e mio padre: il primo appassionato di western, il secondo trekker sfegatato.
In cambio, loro si sorbiranno i film che interessano a me.
Quelli che non voglio perdere nel modo più assoluto sono Pacific Rim e World War Z, rispettivamente livello di entusiasmo “fuck, yeah!” e “meh!”. Una parte di me vorrebbe risparmiarsi WWZ, ma non ha scampo: è tratto da uno dei miei romanzi preferiti, quindi…
Io spero — spero, spero, spero, spero! — che Pacific Rim si riveli fino in fondo quel film grandioso e stupefacente che i trailer promettono. Non ne ho mai atteso nessuno con tanta ansia e con tante aspettative. In pratica sono come una marmocchia che sbava davanti alla vetrina di una nuova caramelleria, in attesa che la porta si apra, per fiondarsi all’interno del paese delle meraviglie.
E Pacific Rim, in questo momento, è esattamente il paese delle meraviglie, per me: robottoni e mostroni marini, una combinazione che mi manda in sollucchero come quando ero bambina e mi perdevo dietro a Jeeg robot d’acciaio, Goldrake, Mazinga, Vultus V,…
Cosa potrebbe desiderare, di meglio, una donzella?
Spero anche che World War Z non sia quella immane vaccata che sembra, ma temo ci sia davvero poco da fare. Se Marc Forster & Co. non avessero avuto la pretesa di ispirarsi a uno dei romanzi capolavoro del genere zombi — facendomi venire l’acquolina — per poi stravolgerlo fino ad arrivare a qualcosa di completamente diverso, mantenendo però inalterato il titolo, sono sicura che starei attendendo questo film con la stessa fame con cui i miei mostriciattoli preferiti attendono carne umana fresca da sbranare.
Così come stanno le cose, invece, ogni volta che leggo una nuova notizia relativa a WWZ film, sento nuvoloni neri addensarsi sul mio umore.
Però, via! Sono ottimista di natura, e si dice che la speranza sia l’ultima a morire.
Oddei, si dice anche che chi di speranza campa, disperato muore.
Ma magari WWZ si rivelerà almeno decente.
… No, niente, non riesco a crederci.
E scommetto anche che ci sarà il solito, abusato, stucchevole cliché dei militari idioti che faranno inenarrabili scemenze.
Accenderò per i Grandi Antichi una candela al profumo di lavanda, bella rilassante, affinché il film di Forster smentisca le mi fosche previsioni.