

La fantasia e la contaminazione di generi, che Alan Moore aveva già messo in campo nei primi due volumi della Lega degli Straordinari Gentlemen con il prezioso aiuto grafico di Kevin O’Neill, esplodono in tutta la sua forza con il Black Dossier, terza incursione del Bardo di Northampton nel progetto.

L’assoluta particolarità del libro in questione è tale da non farlo nemmeno considerare il terzo volume (titolo che spetterà ufficialmente al successivo “libro in 3 atti”, Century), quanto piuttosto una sorta di speciale fuori serie. Vediamo per quali motivi.
In primo luogo il Black Dossier non è strettamente considerabile un libro a fumetti. C’è una cornice impostata in tavole di fumetto, dove i noti Mina Murray e Allan Quatermain (qui spacciato come figlio dell’esploratore che abbiamo visto agire nel 1898, quanto invece si tratta della stessa persona ringiovanita grazie a una magica fonte) trafugano dalla vecchia sede del loro gruppo un libro, il Black Dossier appunto, nel quale dovrebbero essere contenute molte informazioni cruciali sulla storia della Lega, che affonda le sue misteriose radici ben prima degli eventi di fine ‘800. Inseguiti dal governo britannico, per il quale hanno ormai smesso di lavorare, i due protagonisti sfogliano avidamente il libello, e i lettori leggono insieme ai personaggi quanto vi è contenuto. Il fumetto lascia allora il posto a normali testi in prosa, spesso arricchiti da annotazioni “a mano” segnate da chi custodiva il faldone, e che costituiscono documenti molto interessanti su passate formazioni di persone fuori dal comune che sono state ingaggiate dalla Gran Bretagna per i compiti più disparati e riservati. Non basta: a queste pagine in prosa si alternano strisce a fumetti che richiamano le classiche Sunday pages, oppure troviamo tavole impostate con lo stile del fumetto anni ’30, con tanto di didascalie sotto ogni vignetta. Addirittura il primo capitolo di una presunta commedia perduta di William Shakespeare, per il quale Alan Moore s’impegna nel ricreare uno stile narrativo simile a quello del celebre drammaturgo inglese. Pagine del diario di Campion Bond (che aveva arruolato Mina Murray e gli altri personaggi nel primo volume del ciclo) e racconti dal sapore lovecraftiano si danno il cambio per ricreare la sensazione di star davvero sfogliando un libro che raccolga varie testimonianze di diversa natura e provenienza, tutte orientate però a fornire documentazione utile sulla Lega.


Il Black Dossier può anche risultare difficilmente fruibile al lettore, considerando la sua natura ibrida. L’autore spinge come non mai sulla compenetrazione di forme narrative, e così quei testi che si trovavano in coda ai capitoli di Watchmen o dei primi due volumi della Lega,


Non più solo di avventura e citazioni “spot” si tratta, ma di un vero e proprio universo narrativo alternativo al nostro, dove non solo i personaggi della letteratura esistono davvero, ma dove la Seconda Guerra Mondiale è stata vinta dalla Germania. L’autore inglese torna quindi sul tema della realtà parallela, dopo aver già usato questa intrigante idea in Watchmen, ma stavolta si concede più spazio per approfondire le caratteristiche di questa dimensione alternativa.<img class="aligncenter wp-image-119253" src="http://lospaziobianco.lospaziobianco1.netdna-cdn.com/wp-content/uploads/2014/06/tumblr_lq707wmVGo1qz4ymjo1_500.jpg" alt="tumblr_lq707wmVGo1qz4ymjo1_500" width="572" height="292" />
Una dimensione dove magiche fonti possono rendere immortali, o dove i miti del lontano passato sono ben più reali e attuali di quanto s’immagina. Una storia che ormai non è più solo la divertente visione di un mal assortito gruppo di supereroi ante litteram che combatte contro strane minacce per difendere l’Inghilterra, ma è un affascinante e surreale affresco che mixa esoterismo, sovrannaturale e gusto per la narrazione fantastica, in un gioco al rilancio che punta sempre più in alto, quasi a sfidare la sospensione dell’incredulità del lettore.




Del resto, quando i protagonisti di una storia sono personaggi in grado di vivere per secoli e capaci di visitare mondi appartenenti a diversi piani di esistenza, tutto è collegato in modi imprevedibili e il lettore deve rimanere bene attento per non perdersi nessun pezzo del giocattolone di Moore. Ma, se ci riesce, la fatica viene ricompensata, e si esce dall’analisi del Black Dossier con la sensazione di aver appena compiuto un viaggio allucinante senza essersi allontanati da casa propria.
Abbiamo parlato di:
La Lega degli Straordinari Gentlemen – Black Dossier
Alan Moore, Kevin O’Neill
Traduzione di Michele Foschini
BAO Publishing, ottobre 2013
200 pagine, cartonato, colori – € 21,00
ISBN: 978-88-6543-179-5






