Erano gli anni ’80, e la televisione italiana, vedeva la gran parte dei programmi perdere quei caratteri forti di delimitazione, tipici della vecchia televisione, le sigle si contraggono, gli annunci si fanno sempre più rari, più generi vengono accorpati in un unico programma che prende la forma di un contenitore, il quale nasce come una grande cornice atta a contenere un po’ di tutto, una scatola, un involucro duttile che poteva durare ore e ore e che conteneva al suo interno i più svariati generi televisivi dal quiz al telefilm, dal varietà alla rubrica culturale. E Domenica in…, iniziato nel 1976, viene indicato come il primo programma contenitore. Oggi, che siamo nella Tv moderna, alle soglie del futuro tra satellite e web Tv la domenica pomeriggio degli italiani è ancora caratterizzata da programmi televisivi contenitori.
Il contenitore domenicale della rete ammiraglia Rai, tiene compagnia per quasi cinque ore ai propri telespettatori ed è strutturato da tre programmi: Domenica In L’arena, Domenica In … Amori e Domenica In … onda.

Nello studio di canale 5, invece si discute proprio del “caso” della settimana, la coppia mediatica e televisiva del momento, che segna il declino del morboso quanto inedito triangolo amoroso tra Lele Mora, Fabrizio Corona e la Morcic. In studio c’è Nina Moric, decisamente agitata, che ammette che neanche voleva venire in puntata. Poco fuori dallo studio c’è Lele Mora che può intervenire quando lo riterrà opportuno. L’intervista scorre tranquilla.
Dall’altra parte, Lorella Cuccarini fa piangere anche Antonella Clerici. Debutto bagnato, debutto fortunato. Fa ballare Massimiliano Rosolino, presenta Claudio Bisio, Alessandro Siani e fa cantare Gigi D’Alessio. A Domenica Cinque, si torna sul caso Lele Mora. Durante una discussione accesa tra Poletti, Gabriele Parpiglia e Rocco Casalino, entra finalmente Lele in studio. L’agente fa il suo monologo, ricoperto da applausi, e se ne va.

Voci amplificate che si rincorrono nell’etere, una valanga di notizie, suoni, immagini, che creano narrazioni, discussioni, formule e ipotesi che il piccolo schermo è in grado di diffondere assumendo un significato magico.
Un grande, potentissimo amuleto che porta con sé la voglia di raccontare le storie degli altri , mettendo tutto sotto gli occhi di tutti, una potente sensazione di co-presenza con gli eventi che ci fa sentire contemporanei a ciò che viene mostrato che sfocia nella certificazione dell’esistenza dei fatti e nella rassicurazione circa la nostra posizione di spettatori distanti, “al sicuro”.





