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Un genere che non tramonta mai: il contenitore domenicale

Creato il 03 ottobre 2010 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Un genere che non tramonta mai: il contenitore domenicaleErano gli anni ’80, e la televisione italiana, vedeva  la gran parte dei programmi perdere quei caratteri forti di delimitazione, tipici della vecchia televisione, le sigle si contraggono, gli annunci si fanno sempre più rari, più generi vengono accorpati in un unico programma che prende la forma di un contenitore, il quale nasce come una grande cornice atta a contenere un po’ di tutto,  una scatola, un involucro duttile che poteva durare ore e ore e che conteneva al suo interno i più svariati generi televisivi dal quiz al telefilm, dal varietà alla rubrica culturale. E Domenica in…, iniziato nel 1976, viene indicato come il primo programma contenitore. Oggi, che siamo nella Tv moderna, alle soglie del futuro tra satellite e web Tv la domenica pomeriggio degli italiani  è ancora caratterizzata da programmi televisivi contenitori.

Il contenitore domenicale della rete ammiraglia Rai, tiene  compagnia per quasi cinque ore ai propri telespettatori ed è strutturato   da tre programmi: Domenica In L’arena, Domenica In … Amori e Domenica In … onda.

Un genere che non tramonta mai: il contenitore domenicale
Dall’altra parte, Domenica cinque,  in compagnia di Barbara d’Urso parla di gossip e attualità con numerosissimi opinionisti e ospiti. Se da una parte si parla degli amori di Anna Falchi in dolce attesa, perché a Massimo Giletti non interessa sapere il tipo di rapporto tra Lele e Fabrizio,  ma preferisce porre, agli spettatori, una domanda: è giusto utilizzare il proprio corpo per fare carriera?

Nello studio di canale 5, invece si discute proprio del “caso” della settimana, la coppia mediatica e televisiva del momento, che segna il declino del  morboso quanto inedito triangolo amoroso tra Lele Mora, Fabrizio Corona e la Morcic. In studio c’è Nina Moric, decisamente agitata, che ammette che neanche voleva venire in puntata. Poco fuori dallo studio c’è Lele Mora che può intervenire quando lo riterrà opportuno. L’intervista scorre tranquilla.

Dall’altra parte, Lorella Cuccarini fa piangere anche Antonella Clerici. Debutto bagnato, debutto fortunato. Fa ballare  Massimiliano Rosolino, presenta Claudio Bisio, Alessandro Siani e fa cantare Gigi D’Alessio. A Domenica Cinque, si torna sul caso Lele Mora. Durante una discussione accesa tra Poletti, Gabriele Parpiglia e Rocco Casalino, entra finalmente Lele in studio. L’agente fa il suo monologo, ricoperto da applausi, e se ne va.

Un genere che non tramonta mai: il contenitore domenicale
Se da una parte Lorella Cuccarini punta alla storia strappalacrime, ospitando Camilla, una giovane ragazza guarita dalla cirrosi epatica, grazie a un trapianto di fegato, ottenuto da un amico del suo attuale fidanzato, dall’altra un’intervista a Daniele Liotti e Lola Ponce.

Voci amplificate che si rincorrono nell’etere, una valanga di notizie, suoni, immagini, che creano narrazioni, discussioni, formule e ipotesi che il piccolo schermo è in grado di diffondere assumendo  un significato magico.

Un grande, potentissimo amuleto che porta con sé la voglia di raccontare le storie  degli altri , mettendo tutto sotto gli occhi di tutti, una potente sensazione di co-presenza con gli eventi che ci fa sentire contemporanei a ciò che viene mostrato  che sfocia nella certificazione dell’esistenza dei fatti e nella rassicurazione circa la nostra posizione di spettatori distanti, “al sicuro”.


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