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Un genocidio senza importanza

Creato il 05 maggio 2011 da Dragor

Rwanda_skulls    Prendo in prestito il titolo da Jean-Louis Gouteux, che a sua volta ha intitolato un libro citando la famosa frase di François Mitterrand a proposito del genocidio rwandese. Mai me ne sono reso conto come in questi giorni, dopo avere pubblicato i niei post che implicano i vertici della chiesa cattolica e in particolare Karol Woytjla che comandava all’epoca del genocidio. Inimmaginabile, inconcepibile, inverosimile, impossibile,  gli aggettivi si sono sprecati. In effetti il dramma è così immenso che la mente fatica ad afferrarlo. Un prete ammazza 2000 persone, due monache ne bruciano 7000, massacri che fanno sembrare gli assassini europei dei dilettanti.  E tu vorresti implicare il Santo Padre? Sei pazzo, deliri, fatti visitare da uno psichiatra. Tira fuori le prove. 

   Le prove? Bastava leggere il giornale. Non ci sono segreti, non ci sono misteri.  Tutti sapevano che il papa proteggeva un assassino e che il governo italiano era bombardato di richieste di estradizione. Volete che l’unico a non saperlo fosse il papa? Questa difesa e’ semplicemente patetica. Come giudichereste qualcuno che aiuta un assassino e lo nasconde in casa propria per sottrarlo all’arresto? Complice, favoreggiatore? Con Séromba, per citare uno dei tanti casi, Wojtyla si è comportato proprio in questo modo. Per anni. Sui giornali c’è tutto. Ma nessuno si è scandalizzato più di tanto, perché si tratta di un genocidio senza importanza. Quando il massacro avviene in Africa, il papa può istigare,  aiutare, nascondere, proteggere un feroce assassino sotto il naso della comunità internazionale senza rischiare più di tanto. Anzi, niente, visto che lo hanno fatto quasi-santo. Può irridere le vittime “meravigliandosi” della condanna di suor Gertrude e suor Maria Kisito (pure da lui nascoste e protette fino all’ultimo), colpevoli di avere assassinato 7000 persone nel loro convento (e anche in questo caso qualcuno ha fatto del sarcasmo sul mio post, leggere per credere). Può addirittura negare il genocidio. Wojtyla non sapeva, dicono i difensori d’ufficio. Non sapeva di avere un assassino in casa.  Come, non sapeva? Il capo di un’organizzazione è tenuto a sapere. Vale per tutti, anche per il papa. Gli sarebbe bastato leggere il giornale. Leggere le tonnellate di rapporti che si erano accumulati sulla sua scrivania. Volete dire che il papa non legge il giornale? Che ignora la posta? Tutta la stampa ha parlato di questa vicenda, anche se in Italia si è cercato di soffocarla. Ma Wojtyla l’ha fatta franca, perché si tratta di un genocidio senza importanza.  I morti erano africani.

   Durante il periodo coloniale, l’Africa è diventata il campo di applicazione del “darwinismo sociale” dove ci si poteva liberamente esercitare nello sterminio delle razze inferiori. “Nel cuore delle tenebre” tutto era possibile, per riprendere il titolo del libro di Conrad sui crimini di Leopoldo II in Congo.  Le colonie erano altri pianeti con altre norme. I nostri valori più essenziali, la solidarietà, la fraternità, il rispetto della vita umana non contavano più. La trasgressione di questi valori si faceva nell’impunità più totale. E oggi la situazione non è cambiata. Sotto gli occhi della comunità internazionale, un Wojtyla può proteggere un assassino fino a ospitarlo in casa propria per sottrarlo all’arresto, io denuncio il fatto (per niente segreto, visto che hanno parlato tutti i giornali) e  quali sono le reazioni? Freddezza, scetticismo, assoluzioni in partenza. Wojtyla è innocente, non bisogna farne un capro espiatorio, lo avranno consigliato male. Perché? Semplicissimo, perché le vittime sono africane. Le ex colonie sono altri pianeti con altre norme.  Nel cuore delle tenebre tutto è possibile.  

   Quando si sono denunciate le responsabilità di François Mitterrand, presidente della Repubblica francese, nel genocidio rwandese, si sono sfoderati gli stessi aggettivi: inimmaginabile, inconcepibile, impossibile. Una missione parlamentare opportunamente addomesticata, la missione Quilès, è stata incaricata di fare luce sulle responsabilità dei più alti vertici dello Stato, naturalmente assolvendoli con formula piena. Potrete leggere una descrizione approfondita di questo scandalo ne “La Notte Rwandese” di Jean-Louis Gouteux. Può fare il paio con la beatificazione di Woytila, un’altra assoluzione in partenza. Perché disturbare le coscienze? Le vittime erano africane. Un genocidio, sì, ma senza importanza.

 Dragor


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