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Un Geologo in Angola

Creato il 06 ottobre 2014 da Fugadeitalenti

Ho la percezione che la mentalità italiana è tale… e non si può sradicare solo a parole o a corsi di management aziendali. Di fatto si nasce e si cresce in un ambiente nel quale -spesso- si sentono dire quelle frasi fatte del tipo: “ha santi in paradiso” o “raccomandazione”, “serve un aiutino o una conoscenza o una spintarella”. Quindi, fin da piccoli, i nostri genitori sperano di poter sistemare i propri figli grazie a qualcuno, e difficilmente credono che possano farcela solo grazie alle proprie capacità. Questa mentalità la ritroviamo anche al di fuori dalla famiglia, in ambito più o meno velato… e gli esempi sono -purtroppo- quotidiani“. Inizio eloquente, quello di Luca Magini, 39enne geologo operativo al lavoro in Angola.

Luca ha sperimentato sulla propria pelle cosa significhi la “meritocrazia” all’italiana. Il suo significato, assolutamente vuoto e puramente teorico. Sceglie una laurea in Geologia all’Università di Pavia: “fresco di laurea mi accorsi di essere bollato dalla societa’ come un povero “dottore”, con un titolo da disoccupato“, afferma senza mezzi termini.

Sceglie così un percorso da militare, che lo porterà fino in Bosnia. Alla vigilia di un’altra partenza con l’esercito, questa volta verso l’Iraq, viene però con sua sorpresa chiamato da una multinazionale italiana: l’occasione della vita si materializza.

La realtà si rivela però presto diversa dalle aspettative, nonostante l’inserimento in un Master per lo sviluppo accelerato delle capacità manageriali, riservato ai talenti più promettenti. Luca si accorge infatti come i processi di selezione, con tanto di certificazione esterna, abbiano già dei “predestinati”.

Il resto, è un lungo “cahier des doléances” di un’Italia dove la gestione delle risorse umane appare totalmete sfasata rispetto alle migliori pratiche internazionali di valorizzazione del capitale umano: in termini di contratto, orario di lavoro, modalità di lavoro, trattamento del personale, prospettive di carriera… fino ai meeting aziendali, fiera delle vanità e delle molteplici incompetenze dei troppo “signorsì”.

Luca si guarda intorno, dopo i miliardi di promesse disattese e le missioni “obbligate” in Paesi lontani. Si lascia alle spalle quello che lui stesso definisce il sistema “geratrico-gerarchiale” italiano, accetta l’offerta di una multinazionale francese, ed espatria in Angola. Dove trova una situazione sostanzialmente ribaltata, in termini di gestione delle risorse umane: “ora sono rispettato come persona, ma soprattutto come tecnico“, conclude.

Ospite della puntata è Cesare Perotti, docente di Tettonica e Geodinamica presso la Facoltà d Scienze dell’Università degli Studi di Pavia. Con lui approfondiamo le opportunità lavorative per i geologi, tra Italia ed estero.

Nella rubrica “Expats” torna -dopo la pausa estiva- “Andata”, a cura di Aldo Mencaraglia: Aldo oggi ci spiega le prime elementari regole di “galateo” da rispettare, quando si approda in un nuovo ambiente di lavoro all’estero.

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La discussione di ottobre: La riforma del mercato del lavoro entra nel vivo: stavolta ci credete? Basta una seria riforma del mercato dell’impiego per evitare la fuga all’estero? Come dovrebbe essere, secondo voi, questa riforma? E per frenare l’esodo di giovane capitale umano dall’Italia, cosa serve – in più?”

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Alla prossima puntata: sabato 11 ottobre, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!



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