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Un giorno a Gerusalemme

Creato il 06 marzo 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Mettete da parte i vostri pregiudizi e i vostri preconcetti. Mettete da parte le immagini che vedete nei telegiornali abitualmente e solo allora sarete pronti a visitare Gerusalemme.

gerusalemme

Photo Credit: Valeria Scuto

Gerusalemme non è una metropoli, anzi è una città di medie dimensioni che si districa attraverso innumerevoli vie, sensi unici e aree pedonali. Poche cose sono così difficili come guidare a Gerusalemme, ma non lasciatevi scoraggiare. Personalmente consiglio di girare a piedi per la maggiore e prendere un taxi (che non sono particolarmente cari ed è abbastanza facile contrattare la tariffa) per spostamenti più lunghi. La nostra giornata inizia al Grand Café, sulla Bethlehem Road, un tocco d’Europa in Medio Oriente, che vi farà sentire ancora un po’ a casa e non tradirà il vostro palato. La proprietaria, Sara, vi farà accomodare ai tavolini fuori o dentro il locale dandovi consigli sulle pietanze del menù. Suggerisco uno spumoso cappuccino accompagnato da un tiramisù ma, se invece preferite il salato, allora il bagel al salmone con sour cream è quello che vorrete ordinare. A colazione terminata non vi resta che fare due passi percorrendo le vie della radical-chic German Colony verso la Old Station. Risalente addirittura al periodo Ottomano e chiusa nel 1998, adesso la First Station rivive una seconda vita come punto di ritrovo per famiglie e giovani. Completamente ristrutturata la stazione ospita vari ristoranti (consiglio vivamente una cena da Adom), negozi bio, di design e una libreria. Inoltre, ospita e sponsorizza molti eventi culturali: la International Jerusalem Book Fair, proiezioni di film en plein air ed eventi teatrali vari.

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Photo Credit: Valeria Scuto

Ma Gerusalemme è una città dai mille volti ed è il momento di vedere anche l’altro lato della città. Prendete un taxi e fatevi portare all’American Colony Hotel. Non lasciatevi ingannare, questo non è un hotel come tanti altri e a Gerusalemme il Colony è un’istituzione, un pezzo della storia della città. Accomodatevi al Summer Bar nel giardino sulle sedie di vimini e ordinate una rinfrescante spremuta di pompelmo. Fadi, il direttore del bar, scambierà volentieri qualche battuta con voi. Da sempre l’American Colony ospita importanti giornalisti, illustri esponenti politici da tutto il mondo, diplomatici e spie. Questo edificio storico, ex palazzo di un pascià, fu trasformato nel 1881 in una casa di carità cristiana e nel 1902, su richiesta del barone Ustinov (nonno dell’attore Peter Ustinov), in un hotel. Da allora è un tranquillo rifugio circondato da alte mura di pietra. Gli interni sono eleganti e confortevoli, con tappeti orientali, ceramiche armene e pavimenti di pietra levigata. Nelle sue stanze hanno alloggiato Tony Blair, T.E.Lawrence, Graham Green e molti altri. Verso ora di pranzo vi troverete per i marciapiedi della rumorosa Salah Ed-Din Street e se i morsi della fame cominciano a farsi avanti consiglio di andare a mangiare da Al Sho’Leh Grill. Una tavola calda rustica ed essenziale che bada poco alla forma, ma qua é la sostanza a contare ed é qui che mangerete la migliore shawarma della città.

Alla fine di Salah Ed-Din Street troverete alla vostra destra l’imponente Porta di Damasco. Oltrepassando la sua soglia entrerete nel rumoroso mondo della Città Vecchia e nel frenetico via vai dei suoi suk. Donne che vendono foglie di vite, panettieri che cucinano la pita su grandi pietre calde e vecchi che bevono tè alla menta (“chai wa nana“, direbbero in arabo) mentre giocano a backgammon. Percorrete la Via Dolorosa e lasciatevi portare indietro nel tempo, qui ogni pietra ha una storia da raccontare dai tempi di Erode il Grande all’invasione dei Crociati. Storie vere e miti accompagnano la nascita, la distruzione e la resurrezione di questa parte di Gerusalemme. Mentre passeggiate per il quartiere Cristiano alzate gli occhi verso le finestre della sede del Patriarcato Greco-Ortodosso, noterete ad una finestra che fa angolo un cestino appeso ad una carrucola. Quella finestra è l’unico mezzo di contatto (oltre ad un telefono cellulare) con il mondo e di sostentamento per l’ ex Patriarca Greco-Ortodosso Ireneos I che vive da sette anni rinchiuso nella sua stanza, accusando il Patriarcato ti tenerlo prigioniero dopo averlo detronizzato. Proseguendo fatevi indicare dove si trova la Elia Photo Service. Una piccola bottega memoria storica di questa città, gestita dal figlio di Elia Kahvedjian, che per oltre sessant’anni ha raccontato la terribile meraviglia dell’umanità di questa terra promessa. Qui non si entra per comprare una nuova memory card, si entra per vedere quello che non si è potuto vedere con i propri occhi, dal sorvolo del Graf Zeppelin della Città Santa agli inizi degli anni Trenta agli eventi delle guerre del ’48 e del ’67. Eventi immortali e scene di vita quotidiane, sui toni del bianco e del nero. Nella Old City c’è davvero molto da vedere e per esplorarla tutta ci vorrebbero giorni interni, ma tra gli innumerevoli luoghi da visitare, mete assolutamente imprescindibili sono: il Santo Sepolcro, la spianata delle moschee (la Haram Esh-Sharif) e il Muro del Pianto. Tre luoghi di culto profondamente importanti per gli abitanti di questa città che hanno da sempre rappresentato i punti di unione e di tensione di questo luogo. Nonostante il suo innegabile fascino e il continuo passaggio di milioni di turisti all’anno, la Città Vecchia rimane uno dei quartieri più poveri di tutta Gerusalemme.

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Photo Credit: Valeria Scuto

Uscite dalla Old City attraverso la Porta di Giaffa, per ritrovarvi immediatamente sulla Jaffa Road. Questa è probabilmente una delle arterie più importanti e più trafficate, nonostante sia parzialmente pedonalizzata, la strada è percorsa interamente da una linea di tram. Camminando scoprirete quanto l’odore di cibo cucinato vi accompagnerà per tutto il tragitto e di come gli abitanti di questa città trovino un pretesto per mangiare a qualsiasi ora del giorno. Per gli amanti della buona musica penso che la passeggiata meriti una deviazione da “The Eighth Note” (a Hillel Street), un negozio di dischi con dei prezzi che noi in Italia possiamo solo sognarci e dei commessi competenti e cordiali. In cima a Jaffa Road si trova il mercato di Mahane Yehuda, il grande mercato del fresco. Non siate timidi e fatevi largo tra le persone e i banconi, contrattate con i venditori, assaggiate e odorate. Qua la regola è: provare per comprare, e nessuno compra senza assaggiare quello per cui deve pagare. Fermatevi da Basher e non fatevi fuorviare dall’aspetto da banco alimentare perché questa è una vera “gioielleria” di prodotti gastronomici, specialmente di formaggi. Amir, vi farà provare ogni tipo latticino con il relativo abbinamento, tra cui un interessante accostamento tra un formaggio di capra e delle amarene sciroppate. Il mercato di Mahane Yehuda, aperto tutto il giorno tutti i giorni (eccetto sabato perché è Shabbat), la sera si trasforma nel centro della movida gerosolimitana. E siccome si sarà fatta ora di cena è il momento di rilassarsi seduti accompagnando al companatico un buon bicchiere di vino. A HaShikma Street (a due passi dal mercato) si trova il Jacko’s Sreet, locale dal look eclettico, rilassato e un menù kosher molto innovativo, se ne avete l’occasione consiglio di prenotare. I giorni “più caldi” per la movida serale sono il giovedì e il venerdì sera quanto tutta la gioventù israeliana si dirige downtown a bere con gli amici. Ritornate dopo cena al mercato per vedere con i vostri occhi la trasformazione, chiusi gli speziari, i pescivendoli e i macellai, spuntano locali che servono birre artigianali, vino e propongono jam sessions di musica live. Un modo perfetto per concludere la giornata.

 

“Affrettatevi alla preghiera, affrettatevi al benessere!”, è così che i muezzin svegliano la vallata ancora nelle braccia di Morfeo, quando un timido sole sorge lentamente dalle montagne della Giordania e un primo raggio di sole incontra l’oro della cupola della Moschea delle Rocce. Gerusalemme è molto più di quello che si dice, non è una semplice città è una sensazione che rimane con te. Non è come andare in qualsivoglia capitale europea, per innamorarsi di questa città bisogna lasciarsi corteggiare e comprenderla.
Divisa tra le tre principali religioni monoteiste, Gerusalemme è una stazione per molti pellegrini da tutto il mondo, ma non bisogna essere particolarmente religiosi per afferrare l’essenza di questo luogo.

Tags:gerusalemme,israele,Palestina,viaggi Next post

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