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Un giorno di lavoro

Da Miriam

Sono commessa in un negozio di accessori per donna. La mia clientela va dai 14 anni fino ai 70/80. Vedo ogni tipo di donna, da quelle "fighe" a quelle che hanno un gran coraggio ad uscire conciate in certi modi assurdi. Belle,meno belle, simpatiche,acide, frustrate, noiose e le bisognose di attenzioni. Mamme con figli, ragazze/donne con il fidanzato o marito etc (consiglio di cuore per la fascia di donne con mariti o fidanzati rompi scatole: non portateli con voi! Si mettono in fondo al negozio,faccia scazzata e sbuffanti come treni a vapore. Lasciati a casa non possono rovinare un pomeriggio di shopping e tanto poi alla fine non vi comprano niente perciò perché portarli?) e via dicendo...
In linea di massima sono paziente e ben disponibile. Cerco sempre di soddisfare il cliente. Ci sono giorni però, che il cliente non desidera avere la venditrice ma la donna che sa ascoltare e capire.
Oggi è stato così. Verso metà mattinata è arrivata una donna anziana, con 3/4 buste della spesa in mano e subito le ho dato una mano ad appoggiarle. Un "donnina" minuta e semplice nei modi, con una vita da contadina alle spalle.
E' entrata dicendomi che la figlia voleva farle un regalo visto che il giorno prima era stato il suo onomastico ma che voleva qualcosa che costasse poco,non voleva far sprecare soldi alla figlia. Intanto che la figlia comprava dei prodotti nel negozio accanto,la signora ha cominciato a guardarsi intorno ed a chiedermi i prezzi di tutto quello che le piaceva. Indossava una maglietta lilla,così le ho fatto vedere una collanina di perle sulle tonalità del viola e del lilla. Le è piaciuta e costava poco, perciò affare fatto!
La figlia tardava ad arrivare, allora ha cominciato a raccontarmi del suo paesino di montagna di come preferisce il fresco a questo caldo umido. Mi ha detto la sua età,81 anni, nel suo volto si è dipinta la classica espressione di chi vuol sentire il classico complimento su come porta bene i suoi anni! Ovviamente l'ho accontentata e sinceramente li porta davvero bene i suoi anni. Mi ha parlato dei suoi 2 figli e che dopo la morte del marito volevano portarla a vivere con loro. "Sai...mio marito è morto 6 anni fa. Non stava mai un attimo fermo, ha sempre fatto il contadino e vari lavoretti in giro. Io gli dicevo sempre di fermarsi, di riposare un po' soprattutto dopo il primo infarto, ma lui niente fermo non ci sapeva stare! Si è ripreso dall'infarto ma una mattina,6 anni fa, come sempre mi sono alzata alle 06:00 e ho preparato il caffè,lo sono andata a chiamare ma non ha risposto, l'ho chiamato ancora ma niente. Mi sono avvicinata e ho capito che era morto mentre dormivamo."
La signora ha fatto una breve pausa dopo il suo racconto e mi ha guardato con gli occhi lucidi.
Nonostante fosse morto, il ricordo di suo marito era ancora vivo. Mi sono chiesta cosa poteva provare, perdere il compagno di tutta una vita. La metà che ti sta accanto prima di dormire e al momento del risveglio. La persona a cui per anni e anni racconti tutto quello che ti succede, con cui condividi casa e interessi, al quale hai dato figli. L'uomo a cui hai giurato amore e fedeltà nel bene e nel male, nella buona e nella cattiva sorte. Non ci si rassegna mai ad una simile perdita.
Ho provato compassione per la signora ma non sono riuscita neanche lontanamente a mettermi nei suoi panni. Le ho sorriso e le ho detto che mi dispiaceva. Non potevo dire altro.
La figlia è arrivata poco dopo e le ha comprato la bella collanina lilla e sono andate via.
Una persona ha un inizio ed una fine, la vita è la cosa che sta nel mezzo delle due e non va sprecata ma vissuta al massimo.

Foto: flickr

Un giorno di lavoro


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