Una volta si diceva “Io non ho nulla contro i gay, ho un sacco di amici gay” (su questa cretineria, per esempio, Gianni Morandi ha costruito l’intero Festival di Sanremo 2012 ma, appunto, parliamo di un uomo sessantottenne, incartapecorito e fuori moda come le sue canzoni).
Fino a pochi anni fa, comunque, tirar fuori quella frase buona per tutte le occasioni era il massimo della lotta all’omofobia che ci si potesse permettere in società, ed era un cliché buono più a darsi un tono da persona di mondo che non ad esprimere un concetto politico.
Negli ultimi tempi, invece, sembra che la marcia dei diritti iniziata a Stonewall nel 1969 abbia preso un’improvvisa accelerazione, il cui culmine è stato toccato con le recenti dichiarazioni di Barack Obama.
Adesso tocca a noi, a tutti noi, nessuno escluso.
E’ in primis necessario smetterla di votare per qualunque partito che non si schieri senza velature a favore dei matrimoni gay (non valgono le posizioni mediane, i Bersanini, né i vari “siamo d’accordo, però…”).
E’ fondamentale che la si finisca una volta per tutte di considerare l’omosessualità come una questione a priori, qualcosa su cui interrogarsi troppo. Al pari di qualunque altra forma di espressione del sé, l’omosessualità va agita pubblicamente e lasciata libera prima ancora di aprire la discussione in merito.
Mi lascia scettico notare come, in tempi di presunta tolleranza e rispetto del diverso, il mio compagno ed io siamo ancora i soli due uomini che vedo girare per le strade del centro mano nella mano.
I casi sono tre: o io ci vedo male, o siamo l’unica coppia gay di Genova, oppure tutti ci si accontenta di una canzonetta di Gianni Morandi e si pensa che – ancora e per sempre – per combattere l’omofobia sia sufficiente dichiarare “Io non ho nulla contro i gay (fatta eccezione per quando il gay sono io)” e poi non far seguire le parole dai fatti.
Come sarebbe bello, oggi, vedere per la strada coppie composte da due eterosessuali dello stesso sesso che si tengono la mano e magari si baciano imitando i due ragazzi di questa meravigliosa foto.
E gli etero dovrebbero farlo così, come atto a garanzia della loro credibilità, per dimostrare agli altri e a sé stessi che quando dicono di non avere problemi con l’omosessualità non stanno solo ripetendo uno stupido ritornello neomelodico.
Come sarebbe bello, oggi, vedere per la strada i gay che palesano la loro affettività in maniera spontanea e naturale, senza la provocazione dell’eccesso e senza dover per forza trasformare l’identità in un carrozzone da sfilata del Pride.
Come sarebbe bello che la giornata contro l’omofobia fosse semplicemente, oggi e per sempre, un giorno qualunque.