“In Italia ci si mette in coda, aspettando che il professore senior trovi un posto per i suoi studenti. Così non si insegna allo studente a sviluppare la propria ricerca in modo creativo, e a cercare incentivi autonomamente. Anzi, spesso, le collaborazioni esterne sono malviste. E poi c’è la totale incapacità di programmare i nuovi reclutamenti a lungo termine. Spesso, infine, il criterio alla base delle assunzioni è l’anzianità… non il merito“: così dichiarava Alessio Figalli, 29 anni, professore di Matematica alla University of Texas, nell’intervista a un quotidiano nazionale, che portò la sua storia all’attenzione pubblica.
Il talento è l’ingrediente alla base della scalata professionale di Alessio: dopo l’ingresso alla Scuola Normale Superiore di Pisa (uno dei centri di eccellenza della Penisola), si laurea in Matematica e avvia -successivamente- un doppio dottorato, tra Italia e Francia. Nel 2007 inizia a lavorare come ricercatore presso il Cnrs di Nizza, prima di trasferirsi a insegnare all’Ecole Polytechnique di Parigi. Nel 2009 il suo curriculum è conteso da ben tre università: Parigi, Princeton ed Austin: lui sceglie quest’ultima, rinunciando al prestigio di Princeton, essenzialmente per motivi professionali, in particolare la maggiore attinenza al percorso intrapreso nella didattica e nella ricerca.
Nel giro di pochi anni, a soli 27 per l’esattezza, Alessio diviene “full professor”, docente a tutti gli effetti. Una carriera alla velocità della luce, se paragonata ai lenti e paludosi ritmi italiani. La dimostrazione che il talento, unito ad un ambiente competitivo ed internazionale, può realmente valorizzare i migliori.
Alessio individua alcune ricette, per migliorare il sistema universitario della Penisola: su tutte gli investimenti nell’insegnamento, la mobilità di docenti e ricercatori, la maggiore programmazione.
Ospite della puntata è Luigi Ambrosio, professore di Analisi Matematica e Preside della Classe di Scienze alla Scuola Normale Superiore di Pisa, nonché relatore di tesi di Alessio Figalli. Con lui approfondiamo gli spunti di riflessione emersi dalla storia di Alessio, raffrontando i sistemi universitari italiano ed estero.
Nella rubrica “Expats” ascoltiamo la missiva che ha inviato a [email protected] il nostro ascoltatore Andrea, che ci propone un’amara riflessione sui motivi per i quali i nostri migliori giovani emigrano. Una riflessione nella quale si specchiano due decenni di fallimento del sistema-Italia… e della sua classe dirigente.
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La discussione di novembre: “Di fronte al rischio declino l’Italia rivuole i suoi talenti ora all’estero – o dice di rivolerli. Le mosse degli ultimi due Governi vi convincono? Cosa fare di più? Cosa chiedete -in tre, concreti punti- al sistema-Italia, per tornare?”
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