Wynton Marsalis
and the Lincoln Center Jazz Orchestra
ATINA JAZZ – XXVI EDIZIONE
“Condividere per crescere”
Piazza Marconi, Atina (FR)
Sabato 23 luglio ore 21,45
Wynton Marsalis and the Lincoln Center Jazz Orchestra
Sabato 23 luglio, un grande evento: sul palco di Atina Jazz salirà uno dei mostri sacri del panorama jazz internazionale il trombettista, Wynton Marsalis and the Lincoln Center Jazz Orchestra, da tutti considerata una delle più prestigiose orchestre jazz del mondo.
Wynton Marsalis è unanimemente considerato uno dei più importanti artisti americani contemporanei. Primo e finora unico compositore jazz a essersi aggiudicato il Premio Pulitzer per la musica, ha vinto anche nove Grammy Award. Della Jazz at Lincoln Orchestra è solista e direttore artistico.
Acclamata come "un'orchestra straordinariamente versatile" dal Los Angeles Times, la JAZZ AT LINCOLN CENTER ORCHESTRA è composta da 15 solisti di primisso piano della musica jazz, sotto la leadership del direttore Wynton Marsalis. Attingendo a un repertorio che include composizioni originali di Marsalis, Ted Nash e altri membri dell'orchestra, oltre che pezzi di Ellington, Mingus, Coltrane e altri grandi compositori jazz, i concerti della Jazz at Lincoln Center Orchestra con Wynton Marsalis raccolgono grandi successi di critica a livello internzionale. Negli ultimi anni, l'Orchestra ha collaborato con molte tra le più importanti orchestre sinfoniche, tra cui la Filharmonica di New York, l'Orchestra Nazionale Russa, l'Orchestra Filarmonica di Berlino, le Orchestre Sinfoniche di Boston, Chicago e Londra, l'Orchestra Sperimentale di San Paolo. Nel 2006 la Jazz at Lincoln Center Orchestra ha collaborato con il collettivo del Ghana Odadaa!, guidato da Yacub Addy, per eseguire “Congo Square,” una composizione di Marsalis in collaborazione con Addy e dedicata alla città natale di Marsalis, New Orleans. Negli ultimi anni, la Jazz at Lincoln Center Orchestra si è esibita anche a Vienna, Perugia, Praga, Londra, Lucerna, Berlino, San Paolo, Yokohama e in molte altre città in tutto il mondo.
Wynton Marsalis è il secondogenito di sei fratelli, quasi tutti impegnati nel mondo della musica: figlio di Dolores e di Ellis, pianista ed educatore musicale, suo fratello maggiore è il sassofonista Brandford, tra i minori vi sono Delfeayo, trombonista ma meglio conosciuto come produttore musicale, e Jason, batterista.A sei anni Wynton ricevette in dono la prima tromba dalle mani di Al Hirt, ma non ne venne attratto subito: durante l'infanzia preferiva ascoltare musica piuttosto che eseguirla[1], i suoi idoli erano Stevie Wonder, James Brown, Marvin Gaye e molti altri esponenti del funk e del pop che più tardi cominciò a contestare.Il primo approccio serio alla musica risale all'adolescenza: verso i tredici anni scoprì la musica classica attraverso le esecuzioni di Maurice André e, in seguito, il jazz. A quattordici anni vinse un premio cittadino con l'esecuzione del Concerto per tromba in mi bemolle maggiore di Haydn e, due anni dopo, con il Secondo concerto brandeburghese di Bach.«Ho studiato la musica classica», dichiarò Wynton in occasione del suo debutto discografico da solista, «perché molti musicisti di colore avevano paura di questo enorme mostro. Io volevo capire che cosa spaventava tutti, ma quello che ho trovato era solo un altro tipo di musica»[1] Seguirono anni di studio e, nel 1979, il trasferimento a New York per frequentare la prestigiosa Juilliard School of Music. La selezione all'interno della scuola fu molto dura, ma il giovane rivelò presto le sue qualità: appena un anno dopo si sottopose ad un'audizione, grazie alla quale Art Blakey lo reclutò nei Jazz Messengers.
Nel 1981 fu chiamato dal pianista Herbie Hancock, che lo portò in tournèe con il suo quartetto. Nel 1982 firmò un contratto con la Columbia Records e pubblicò il suo primo disco con il suo nome. Dal 1982 al 1985, Winton suonò in quintetto insieme al fratello Branford, al pianista Kelly Kirkland, al bassista Charnett Moffett e al batterista Jeff "Tain" Watts. Mentre con i Messengers i suoi punti di riferimento erano Clifford Brown e Freddie Hubbard, ora il suo stile si collocava sulla scia del Miles Davis degli anni sessanta. La scelta controcorrente di suonare jazz acustico fu per il giovane musicista una risposta polemica a quella che egli considerava una pericolosa deriva dalla tradizione musicale. Questa svolta stilistica gli fruttò un successo inaudito: a ventidue anni veniva già considerato il jazzista più famoso del momento. Ricevette numerosi premi tra cui il Grammy Award come miglior trombettista jazz e di classica e si piazzò al primo posto nella classifica della rivista jazz "Down beat".Wynton Marsalis divenne così il capofila degli young lions, una corrente di musicisti che tra gli anni ottanta e i novanta riportarono al centro dell'attenzione l'eredità jazzistica dell'hard bop. Rilasciò numerose interviste critiche nei confronti del free jazz e del jazz elettrico, che considerava pericolose eresie, del rock e del pop che definì "volgari" rinnegando gli idoli della sua adolescenza, e non mancò di scatenare una polemica contro lo stesso Miles Davis, che accusava di aver tradito il jazz e la sua anima acustica per solo scopo di lucro, sfruttando i gusti del pubblico meno raffinato. Naturalmente queste affermazioni provocarono l'ostilità di numerosi colleghi (Davis innanzitutto), che etichettarono la sua musica come cerebrale, priva di pathos e senza cuore.Dietro le sue implacabili critiche e i suoi giudizi taglienti, in difesa di ciò che considerava la legittima eredità del jazz, vi era Stanley Crouch, critico musicale e abile polemista, una specie di eminenza grigia che gli ha fatto da portavoce per un lungo periodo e che ha scritto, tra l'altro, le note di copertina di moltissimi suoi dischi.Di questo periodo è una serie di album come Think of One, Black Codes (From the Underground) e J Mood. Questi lavori, che contengono assoli studiatissimi, sono suonati impeccabilmente e senza sbavature: i critici e i colleghi li definirono come una serie di brillanti esecuzioni, ricche di idee e di spunti, ma prive di qualsiasi impegno emotivo. Marsalis fu accusato di voler cristallizzare il jazz, musica dinamica per definizione, in uno schema immutabile, ma oggi quegli album sono stati rivalutati e considerati fra i migliori album jazz del periodo.Nel 1985, dopo cinque album, si sciolse il quintetto. Branford aveva deciso di andare a suonare con Sting portando con sé anche Kenny Kirkland: insieme collaborarono alla realizzazione di The Dream of the Blue Turtles, primo lavoro di Sting dopo lo scioglimento dei Police. Wynton, dapprima disorientato dalla scelta di suo fratello (ci fu anche una temporanea rottura fra i due), in poco tempo formò un nuovo gruppo composto da sette musicisti: sempre con Watts alla batteria, si aggiunsero Marcus Roberts al piano, Wycliffe Gordon al trombone, Wes Anderson e Todd Williams al sassofono e Robert Hurst al basso. Terminata la fase musicale di derivazione davisiana, il nuovo gruppo esplorava altri territori musicali, vicini a quelli di Duke Ellington e di Louis Armstrong. In album come Tune in Tomorrow (1990) e Blue Interlude (1992) si percepiscono addirittura reminiscenze swing e dixieland.Nel 1992 Marsalis passò a dirigere il Lincoln Center di New York, portando con sé alcuni musicisti del settetto. Sotto la sua direzione artistica il centro divenne uno dei punti nevralgici della vita culturale newyorchese e il jazz divenne una istituzione, ma anche qui l'incondizionata difesa dell'eredità del passato e l'assoluta chiusura nei confronti di qualsiasi tipo di avanguardia jazzistica contribuì ad alimentare le polemiche e ad accrescere la sua immagine di accademico serioso, ingombrante e saccente.Negli anni novanta il suo interesse stilistico cominciò a spostarsi dalla song e dallo standard musicale a composizioni più articolate ed estese, sul tipo della suite. Vennero così realizzati album come In This House, on This Morning (1992), composto sulla falsariga di una celebrazione religiosa di una chiesa nera, o Blood on the Fields (1997), una ambiziosa composizione di lunga durata (incisa su 3 CD) che trae ispirazione dal lavoro degli afroamericani nei campi di cotone ai tempi della deportazione dall'Africa. Con questa opera Marsalis vinse il premio Pulitzer, fino ad allora mai concesso ad un musicista jazz.Parallelamente all'attività jazzistica, Marsalis ha continuato, per la Sony Classical, ad incidere come solista pezzi di musica classica per tromba collaborando con i più noti esecutori del mondo e spaziando dalla musica barocca alla musica contemporanea. Singolare è il primato conseguito nel 1994, anno in cui Wynton Marsalis ha vinto contemporaneamente un Grammy Award per la musica classica e per il jazz. Altro aspetto della sua attività è quello di "divulgatore" di cultura musicale attraverso seminari tenuti in tutto il mondo.Nel 1999 ha tenuto un famoso set di concerti al Village Vanguard, jazz club di New York, che è stato riportato in un cofanetto di sette cd. Nel 2001 è stato nominato da Kofi Annan "messaggero di pace" alle Nazioni Unite.Nel 2004 Marsalis ha chiuso il contratto con la Columbia ed è passato alla Blue Note. La prima realizzazione sotto questa etichetta ha per titolo The Magic Hour e segna il ritorno alle piccole formazioni e alle composizioni di breve respiro.Oggi, famoso più che mai, ha scritto le musiche per la colonna sonora del film dedicato al grande pugile di colore Jack Johnson. Prima di lui un altro grande trombettista, Miles Davis, aveva dedicato un disco al mitico pugile.
Discografia
1980: Live At Bubba's Jazz Restaurant Vol. 1 & Vol. 2 (registrato dal vivo a Fort Lauderdale l'11 ottobre 1980 con Art Blakey and the Jazz Messengers)
1982: Quartet (registrato a Tokio il 25 luglio 1981 con Herbie Hancock)
1982: Wynton Marsalis CK 37574
1983: Haydn, L. Mozart, Hummel: Trumpet Concertos
1983: Think of One CK 38641
1984: Haydn: Three Favorite Concertos (con Yo-Yo Ma e Cho-Liang Lin)
1984: Purcell, Handel, Torelli, More Trumpet Concertos
1984: Hot House Flowers CK 39530
1985: Black Codes (From the Underground) CK 40009
1986: Tomasi: Trumpet Concerto / Jolivet: Trumpet Concerto & Concertino
1986: J Mood CK 40308
1987: Standard Time, Vol. 1 CBS 451039 2
1987: Carnaval
1988: Baroque Music for Trumpets
1988: The Wynton Marsalis Quartet Live at Blues Alley (doppio CD registrato dal vivo nel dic. 1986) CK 40675
1989: The Majesty of the Blues (con un sermone recitato dal rev. Jeremiah Wright, Jr) CBS 465129 2
1989: Crescent City Christmas Card CK 45287
1989: Best of Wynton Marsalis
1990: Tune in Tomorrow (colonna sonora)
1990: Standard Time, Vol. 3: The Resolution of Romance CBS 466871 2
1991: Standard Time, Vol. 2: Intimacy Calling CBS 468273 2
1991: Thick in the South – Soul Gestures in Southern Blue, Vol. 1 CK 47977
1991: Uptown Ruler – Soul Gestures in Southern Blue, Vol. 2 CK 47976
1991: Levee Low Moan – Soul Gestures in Southern Blue, Vol. 3 CK 47975
1992: Concert for Planet Earth
1992: Baroque Duet (colonna sonora)
1992: Blue Interlude CBS 48729
1992: Citi Movement (Griot New York) C2K 53324 (doppio CD)
1993: On the Twentieth Century…: Hindemith, Poulenc, Bernstein, Ravel
1994: Greatest Hits: Handel
1994: In This House, on This Morning C2K 53220 (doppio CD)
1995: Joe Cool's Blues CK 66880
1995: Marsalis on Music – Listening for Clues: Marsalis on Form
1995: Marsalis on Music – Why Toes Tap: Marsalis on Rhythm
1995: Sousa to Satchmo: Marsalis on the Jazz Band
1995: Greatest Hits: Baroque
1996: In Gabriel's Garden
1997: Blood on the Fields C3K 57694 (triplo CD)
1997: Jump Start and Jazz
1997: Liberty!
1998: Standard Time, Vol. 5 – The Midnight Blues CK 68921
1998: Classic Wynton
1999: Standard Time, Vol. 4 – Marsalis Plays Monk CK 67503
1999: At the Octoroon Balls – String Quartet No. 1; A Fiddler's Tale Suite
1999: Big Train
1999: Reeltime
1999: Listen to the Storyteller
1999: Live at the Village Vanguard CK 69876 (cofanetto di 8 CD)
1999: Sweet Release and Ghost Story: Two More Ballets by Wynton Marsalis
1999: Los Elefantes (con Arturo Sandoval)
1999: Mr. Jelly Lord – Standard Time, Vol. 6 CK 69872
2000: The London Concert
2000: The Marciac Suite CK 69877
2001: Classical Hits
2001: Popular Songs: The Best of Wynton Marsalis COL 502238 2
2002: Trumpet Concertos
2002: All Rise
2003: Mark O'Connor's Hot Swing Trio: In Full Swing
2004: The London Concert (Expanded Edition)
2004: The Magic Hour
2005: Unforgivable Blackness (colonna sonora)
2005: Live at the House of Tribes
2005: Don’t Be Afraid … The Music of Charles Mingus
2007: From the Plantation to the Penitentiary
2008: Two Men with the Blues (con Willie Nelson)
2009: He and She
2009: Christmas Jazz Jam
2010: From Billie Holiday to Edith Piaf: Live in Marciac
2011: Here We Go Again: Celebrating the Genius of Ray Charles
INGRESSO 30 euro
Info: 392 9545762 | 333 8262445 | www.atinajazz.com.
Relazioni con la stampa: Maurizio Quattrini | 338/8485333 | [email protected]