In vita mia non avevo mai festeggiato Halloween né acquistando zucche né partecipando a feste perché non mi piace mascherarmi. Fino all’anno scorso. Complice il fatto di essere nella nostra nuova casa, in collina, che si presta bene in quanto, pur essendo in aperta campagna, è all’interno di un grande parco dove viviamo in 7 famiglie, quasi tutte con bambini che possono muoversi in sicurezza anche da soli perché è tutto recintato. Era stato facile e non troppo impegnativo quindi organizzare un pomeriggio con i bimbi ad intagliare la zucca, cucinare biscotti, preparare cappelli da mago con il cartoncino, avvisare tutti i vicini del passaggio dei bambini. Poi, appena buio, i bimbi avevano fatto il giro delle case per il “dolcetto o scherzetto” e Carlo Alberto si era divertito veramente tanto. Tutto questo all’origine del fatto che da tre mesi a questa parte, tutte, ma proprio tutte le mattine, al risveglio lui mi chieda: “Quanti giorni mancano ad Halloween?” Cosa che non mi creava ansie in quanto c’era in programma una grande festa organizzata dalla scuola stessa. E’ successo però che qualche giorno fa è morto il corrispettivo del “papa” dei buddhisti thailandesi. Aveva 100 anni ed era ricoverato in ospedale da 12. Da qui la decisione dello stato thailandese di vietare tutti i grandi festeggiamenti per tutto il periodo di lutto che durerà circa un mese. Dunque festa di Halloween a scuola annullata e grande tragedia di Carlo Alberto del tutto insensibile alle mie accorate spiegazioni religiose. Due giorni fa, di fronte ad un suo pianto particolarmente disperato e al ripetersi compulsivo della frase: “vorrei essere in Italia”, ho deciso che avrebbe avuto la sua festa di Halloween. Era tardi per cercare di organizzare qualcosina con i compagni di classe, l’unica mamma della scuola con cui sono in stretto contatto era ammalata e non poteva aggregarsi e, nel nostro villaggio, vivono per lo più turisti di passaggio che non avrebbero certo gradito alcuna incursione. Mi sono quindi messa su internet per una ricerca capillare di una qualche festicciola di Halloween qui a Pattaya. Ho trovato decine di party in night club, pub e discoteche con foto di streghe in giarrettiera e bustini, ma nulla che fosse adatto ad un bambino. Dopo infinite ricerche trovo una pubblicità del centro commerciale in centro con scritto che ci sarebbero stati festeggiamenti per tutto il giorno. Quindi ieri mattina lo annuncio ad un Carlo Alberto entusiasta, organizzo una macchina che venga a prendere me ed un’amica che ha bimba di 10 anni e bimbo di 8 mesi e penso a cosa poteri inventarmi con quel poco materiale che ho in casa. Sì perché di affittare un auto solo per andare in giro a cercare il necessario non ho né tempo né voglia. In casa ho solo un cestino a forma di zucca comprato da Carlo Alberto mesi prima, cartoncino, colori e qualche foglio adesivo colorato. Decido per un costume da mago/stregone. Prendo una mia maglia nera grande con maniche a pipistrello per Carlo Alberto ed una tunichetta per Diego, ci creo una ragnatela sopra con la carta adesiva bianca per non rovinarle ed il costume è fatto. Con il cartoncino ritaglio un cerchio per la base del cappello e dentro ci ritaglio il foro tondo per le teste. Creo un cono da attaccarci sopra, ricopro il tutto con la carta adesiva nera, disegno e ritaglio due zucche e le incollo sopra et voilà i cappelli son fatti.
Entrambe le mie maglie sono un po’ scollate ed i bimbi non possiedono nessuna maglietta nera da poter mettere sotto. Allora penso a qualcosa da mettere al collo. Per fortuna è un periodo di grande creatività e la fantasia non mi manca. Prendo dei rotoli di carta dello scottex che conservo sempre per qualche lavoretto per i bimbi. Li divido in sei settori, in ognuno disegno un piccolo simbolo di Halloween, coloro il tutto, con un taglierino taglio i piccoli cilindri, ci infilo un nastro colorato da annodare al collo ed il problema scollatura è risolto!
Alla fine sono riuscita a metterci una pezza e la missione è stata compiuta, ma vi supplico: l’anno prossimo ricordatemi che Halloween non fa proprio parte della nostra tradizione…