Un Halloween un pò rattoppato!

Creato il 01 novembre 2013 da Mamma In Oriente

In vita mia non avevo mai festeggiato Halloween né acquistando zucche né partecipando a feste perché non mi piace mascherarmi. Fino all’anno scorso. Complice il fatto di essere nella nostra nuova casa, in collina, che si presta bene in quanto, pur essendo in aperta campagna, è all’interno di un grande parco dove viviamo in 7 famiglie, quasi tutte con bambini che possono muoversi in sicurezza anche da soli perché è tutto recintato. Era stato facile e non troppo impegnativo quindi organizzare un pomeriggio con i bimbi ad intagliare la zucca, cucinare biscotti, preparare cappelli da mago con il cartoncino, avvisare tutti i vicini del passaggio dei bambini. Poi, appena buio, i bimbi avevano fatto il giro delle case per il “dolcetto o scherzetto” e Carlo Alberto si era divertito veramente tanto. Tutto questo all’origine del fatto che da tre mesi a questa parte, tutte, ma proprio tutte le mattine, al risveglio lui mi chieda: “Quanti giorni mancano ad Halloween?” Cosa che non mi creava ansie in quanto c’era in programma una grande festa organizzata dalla scuola stessa. E’ successo però che qualche giorno fa è morto il corrispettivo del “papa” dei buddhisti thailandesi. Aveva 100 anni ed era ricoverato in ospedale da 12. Da qui la decisione dello stato thailandese di vietare tutti i grandi festeggiamenti per tutto il periodo di lutto che durerà circa un mese. Dunque festa di Halloween a scuola annullata e grande tragedia di Carlo Alberto del tutto insensibile alle mie accorate spiegazioni religiose. Due giorni fa, di fronte ad un suo pianto particolarmente disperato e al ripetersi compulsivo della frase: “vorrei essere in Italia”, ho deciso che avrebbe avuto la sua festa di Halloween. Era tardi per cercare di organizzare qualcosina con i compagni di classe, l’unica mamma della scuola con cui sono in stretto contatto era ammalata e non poteva aggregarsi e, nel nostro villaggio, vivono per lo più turisti di passaggio che non avrebbero certo gradito alcuna incursione. Mi sono quindi messa su internet per una ricerca capillare di una qualche festicciola di Halloween qui a Pattaya. Ho trovato decine di party in night club, pub e discoteche con foto di streghe in giarrettiera e bustini, ma nulla che fosse adatto ad un bambino. Dopo infinite ricerche trovo una pubblicità del centro commerciale in centro con scritto che ci sarebbero stati festeggiamenti per tutto il giorno. Quindi ieri mattina lo annuncio ad un Carlo Alberto entusiasta, organizzo una macchina che venga a prendere me ed un’amica che ha bimba di 10 anni e bimbo di 8 mesi e penso a cosa poteri inventarmi con quel poco materiale che ho in casa. Sì perché di affittare un auto solo per andare in giro a cercare il necessario non ho né tempo né voglia. In casa ho solo un cestino a forma di zucca comprato da Carlo Alberto mesi prima, cartoncino, colori e qualche foglio adesivo colorato. Decido per un costume da mago/stregone. Prendo una mia maglia nera grande con maniche a pipistrello per Carlo Alberto ed una tunichetta per Diego, ci creo una ragnatela sopra con la carta adesiva bianca per non rovinarle ed il costume è fatto. Con il cartoncino ritaglio un cerchio per la base del cappello e dentro ci ritaglio il foro tondo per le teste. Creo un cono da attaccarci sopra, ricopro il tutto con la carta adesiva nera, disegno e ritaglio due zucche e le incollo sopra et voilà i cappelli son fatti.

Entrambe le mie maglie sono un po’ scollate ed i bimbi non possiedono nessuna maglietta nera da poter mettere sotto. Allora penso a qualcosa da mettere al collo. Per fortuna è un periodo di grande creatività e la fantasia non mi manca. Prendo dei rotoli di carta dello scottex che conservo sempre per qualche lavoretto per i bimbi. Li divido in sei settori, in ognuno disegno un piccolo simbolo di Halloween, coloro il tutto, con un taglierino taglio i piccoli cilindri, ci infilo un nastro colorato da annodare al collo ed il problema scollatura è risolto!

Quando Carlo Alberto rientra da scuola c’è già la macchina che ci aspetta, affrontiamo un traffico inumano e finalmente siamo al centro commerciale con 4 bimbi travestiti, anzi 3 perché Diego che adora da sempre i cappelli, ha deciso che proprio ieri non ne voleva uno. La tunica nemmeno a parlarne. Mi sarei risparmiata volentieri il lavoro doppio, ma pazienza. Perlustriamo i 6 piani del centro commerciale con un Diego ed il piccolo di 8 mesi urlanti ed un Carlo Alberto che si perde ogni due minuti perché corre avanti in cerca della festa.

Alla fine dobbiamo concludere che tutti i festeggiamenti consistono in una serie di allestimenti, per carità ben fatti, in cui mettersi in posa per fare fotografie.

Dopo aver fatto su e giù per 6 piani nel cestino ci sono solo una mela rossa ed una mentina, entrambe regalate dall’unica strega incontrata, alla quale esprimo profonda gratitudine nonostante si improvvisi in un gioco che non mi sembra del tutto adatto ad un bimbo di 6 anni.

La delusione è palpabile. Decidiamo di fermarci a prendere un cappuccino e un dolce per i bimbi per rilassarci un attimo. I bimbi scelgono ciambelle ricoperte di cioccolato che non so perché è sciolto ed un palloncino in regalo. Nemmeno il tempo di bere il cappuccino che i bambini sono ricoperti di cioccolata e le poltroncine su cui siedono idem, Diego sbatte il palloncino sul tavolino e fa cadere il biberon in vetro del piccolo facendolo in 1000 pezzi, piccolo che piange disperato. Carlo Alberto urla che è l’Halloween più brutto della sua vita. Passo sopra al fatto che è solo il suo secondo Halloween ed in preda alla disperazione esclamo che quest’anno i dolcetti ce li andiamo a prendere da soli al supermercato e che per una volta Carlo Alberto ha diritto di comprare quello che vuole nel limite della decenza. La mia amica deve finire di dare la pappa al piccolo e io non riesco più a tenere fermi gli altri 3 per cui mi dirigo sola con loro al supermercato dove iniziano a litigare su chi debba tenere il cestino del supermercato. Carlo Alberto decide poi di usare il suo di halloween, già pieno alla seconda stecca di cioccolata. E’ costretto a mettere le altre cose nel cestello comune e controlla ogni 10 secondi che le sue cose non si confondano con quelle dell’amica. Creano caos fra le corsie e prendono cioccolata come se non ci fosse un domani, Diego piange disperato perché vuole scendere dal passeggino, ma non sarei poi in grado di gestire anche le sue di scorribande volte a saccheggiare gli scaffali. Sul passeggino che spingo ci sono anche 3 cappelli da strega, una sottogonna da strega e 3 palloncini che Diego continua a lanciare in giro. Dopo scene alla cassa che non vi sto a raccontare perché ognuno pretendeva di tenersi anche le cose dell’altro, riusciamo ad uscire dal supermercato. Ho finalmente un Carlo Alberto perfetto rappresentante della felicità che si siede sui letti candidi in esposizione per mangiare la cioccolata. Lo guardo inorridita perché lui è il re dei pastrocchi e gli intimo di scendere subito da quel  letto. Non può resistere a mettersi comodo a mangiare cioccolata e si siede serafico per terra nell’elegante centro commerciale ormai pienamente appagato dal suo Halloween.

Alla fine sono riuscita a metterci una pezza e la missione è stata compiuta, ma vi supplico: l’anno prossimo ricordatemi che Halloween non fa proprio parte della nostra tradizione…


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