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Un Ingegnere per le Rinnovabili – In Australia

Creato il 04 marzo 2013 da Fugadeitalenti

Guardando l’Italia dall’estero, in questi anni, sentivo parlare di tanti cambiamenti, di valorizzazione del merito, di incentivi al rientro degli espatriati… poi però, alla fine, mi sono reso conto che l’Italia resta sempre uguale“: è una condanna senza mezzi termini quella di Pasquale Aliberti, 30enne ricercatore e patent attorney a Sydney, in Australia.

Storia realmente emblematica, quella di Pasquale: lui è quello che si dice un “talento”. Laurea specialistica in Ingegneria Elettronica con 110 e lode, tutti 30 e 30 e lode sul libretto. E una collaborazione, per il progetto di tesi, con il centro ricerche sul fotovoltaico Enea di Portici.

Sei mesi di lavoro, per perfezionare la propria tesi di laurea, che gli fruttano colloqui di lavoro che si contano sulle dita di una mano: le aziende non rispondono al 70% delle sue candidature. E quando rispondono, invitandolo a un colloquio, la frase “le faremo sapere” è l’inutile corollario a conclusione del demotivamente colloquio.

Intanto fioccano le offerte dall’estero: nella casella e-mail di Pasquale arrivano ottime proposte da Gran Bretagna e Olanda. Ma lui decide di tentare la sorte: memore di un incontro con due degli scienziati più rappresentantivi dell’Arc Centre of Excellence della University of New South Wales di Sydney, si candida per un dottorato agli Antipodi. E lo ottiene. Nel più importante centro mondiale di ricerca sulle celle solari. Pasquale vince persino una borsa di studio governativa, in grado di coprire tutti i costi di ricerca, che gli garantisce un salario per i quattro anni di lavoro.

Il dottorato si rivela un’esperienza incredibile: Pasquale pubblica su riviste scientifche internazionali, viaggia per il mondo, presentando i risultati dei suoi studi, vince premi e borse del Governo australiano. Ma porta sempre nel cuore il suo Paese: nel 2008 prova così a sondare -forte di un ottimo curriculum- le possibilità di rientro. Scontrandosi, non c’è più bisogno di sottolinearlo, con un sistema-Italia sordo al richiamo dei suoi migliori talenti all’estero: un processo di selezione presso una multinazionale italiana, andato benissimo, lo lascia in stand-by. Pasquale nota però che i candidati successivamente assunti non sembravano per nulla stressati, in fase di selezione… come dovrebberlo essere dei normali candidati, alla ricerca di un lavoro. Altri due colloqui presso aziende private si rivelano persino offensivi, per il suo curriculum: stipendi da fame e contratti ridicoli. Per curiosità, prova a passare dalla Svizzera, prima di fare ritorno in Australia: l’offerta che riceve fa impallidire qualsiasi raffronto con l’Italia. Nella Confederazione Elvetica -dopo un solo colloquio- gli offrono un contratto a tempo indeterminato da 6200 euro al mese!

Dopo queste esperienze in Italia decisi di lasciar perdere“, è l’amara constatazione di Pasquale. Che in Australia osserva -tristemente- i Governi dei Paesi asiatici fare la coda, per andare a riprendersi -con offerte irrifiutabili- i loro migliori talenti emigrati nella Terra dei Canguri. Mentre l’Italia li ha “dimenticati” là. Nel frattempo Pasquale ha colto nuove opportunità, offerte da un Paese estremamente flessibile qual è l’Australia, spostandosi otto mesi fa in uno studo legale specializzato nel campo della proprietà intellettuale. In Italia un tale salto sarebbe stato immaginabile?

Ospite della puntata è Luca Morganti, giovane imprenditore appena rientrato in Italia grazie al bando del Comune di Milano “Welcome Talent Business”: Luca ha deciso di dare un’opportunità al proprio Paese, aprendo un’azienda nel settore delle energie rinnovabili. Ci racconta la sua sfida.

Nella rubrica “Expats” avviamo un ciclo di approfondimenti sulle nuove testate editoriali italiane, aperte e dirette da giovani giornalisti all’estero. Testate -spesso online- che raccontano la nuova emigrazione professionale. Cominciamo con INew York e il suo co-fondatore, Luca Colnaghi.

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La discussione di marzo: Classe dirigente “zero tituli”, non qualificata in Italia… e classe dirigente altamente qualificata all’estero, con lauree e master importanti, ma spesso obbligata ad andarsene per mancanza di opportunità nella Penisola: non è questo il vero -drammatico- paradosso italiano? Come rimediare, come riportare al timone del Paese professionisti e talenti con i titoli e le competenze giuste? Facendoli rientrare dall’estero?

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Alla prossima puntata: sabato 9 marzo, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!


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