“Un libro amaro ma di grande realismo”. Serena Santarelli su Zona Roma Nord

Creato il 28 marzo 2013 da Andreapomella

Un articolo uscito su Zona Roma Nord nel numero di venerdì 22 marzo, in cui si parla de “La misura del danno” e di quello che ho più o meno detto durante la presentazione del 16 all’Auditorium di Roma. Qui il pdf del giornale, il pezzo è a pagina 14.

*

Il 16 marzo 2013 è stato presentato presso la sala Officina 1 dell’Auditorium Parco della Musica il romanzo dello scrittore Andrea Pomella intitolato “La Misura del Danno” edito da Fernadel. Il racconto è ambientato nel ventennio berlusconiano e ha come protagonista un attore di nome Alessandro Mantovani che registra un’impennata improvvisa della propria carriera passando da attore di fiction ad attore di film d’autore. Una fortuna effimera destinata a durare poco, infatti sarà coinvolto in uno scandalo sessuale con una minorenne e questo sarà fonte della sua discesa sociale. Il punto d’interesse dell’autore è concentrato sullo sfondo e sul periodo storico del racconto ossia la borghesia illuminata e i danni del ventennio berlusconiano. Proprio su questo argomento lo scrittore sofferma il suo sguardo e la sua analisi ricercando le cause di tale fenomeno negli anni ’80. Un danno non compreso dalla sinistra illuminata che si è chiusa nei salotti e in un proprio iperuranio di idee. Il ventennio berlusconiano è figlio quindi di un punto di vista della sinistra che non è stata in grado di cogliere le conseguenze disastrose di un fenomeno che ha portato alla morte di un paese, come sarà il titolo dell’ultimo capitolo del libro “il paese ci morirà tra le braccia”. Lo scandalo sessuale del protagonista, venuto presto allo scoperto, fa rimbalzare la vicenda sui media, alimentando uno scontro politico in cui la cronaca è deformata dallo spettacolo, e in cui la sorte dei protagonisti diventa il simbolo della nostra epoca feroce. Dunque il racconto prende forma intorno alle vicende del protagonista e si snoda via via in un’atmosfera sempre più cupa. Lo scrittore Andrea Pomella spiega che un operaio degli anni ’70 sapeva citare Gramsci, oggi invece i valori di tale pensiero quali la cultura e il lavoro sono andati meno, un operaio moderno non è più in grado di citare Gramsci. Il fenomeno della lega ha denigrato ulteriormente la cultura e il voler sapere, negli 60 e ’70 avere un figlio laureato era qualcosa d’importante mentre oggi è meglio avere un figlio che lavora, siamo stati vittime di un azzeramento sociale del paese e della cultura con una perdita di coscienza e di reattività della popolazione. Le responsabilità sono state grandi da parte della sinistra che non ha saputo porre rimedio al vuoto culturale del tempo e ha legittimato il berlusconismo come fenomeno. Il finale del romanzo è grottesco e surreale. È un libro amaro ma di grande realismo, dove il protagonista è la metafora della misura del danno per la società.

SERENA SANTARELLI


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :