Un limite e una possibilità

Creato il 26 ottobre 2012 da Andreapomella

Da tre giorni sto chiuso in casa col mio bambino. Non usciamo mai, perché lui ha la febbre, non vediamo nessuno, a eccezione delle persone che passano in tv. Facciamo dei giochi, per esempio lui ha dei simpatici e colorati animaletti di gomma che si diverte ad appoggiarmi sulla testa come minuscoli cappelli, ride un sacco quando li faccio cadere con un movimento brusco della testa. Quando sentiamo il rumore dell’ascensore che si ferma al terzo piano corriamo verso la porta, lui fa “toc toc”, bussa e sorride, vorrebbe che dall’altra parte qualcuno gli rispondesse “avanti”. Per lui il “fuori” e il “dentro” sono concetti relativi, bussa alla porta di casa sperando che dal pianerottolo qualcuno gli apra. La porta di casa nostra, per il mio bambino, è come la finestra di Bernardo Soares, si può aprire nei due sensi, sul fuori e sul dentro. Ciò che per me è semplicemente una porta, ossia un limite, per lui è una possibilità. C’è un’emozione particolare nell’essere padri, succede quando ti accorgi di non essere tu quello che ha delle cose da insegnare, succede quando tuo figlio, in un modo del tutto naturale, ti viene a spiegare il suo punto di vista del mondo, e tu non puoi fare altro che picchiarti la testa e ammettere quanto in definitiva siano limitati i tuoi orizzonti di uomo.


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