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E loro arrivano: c'è Luca , impenitente sciupafemmine che voleva viaggiare per il mondo e si ritrova a fare la guida turistica per quelli che vengono a visitare il Colosseo , c'è Giovanni che voleva diventare agente di borsa e si ritrova a vendere borsette, sposato a un avvocato divorzista e impegnato in una relazione sentimentale con una ragazza molto più giovane a cui non ha neanche il coraggio di confessare che è sposato, c'è Luciana che sognava di giocare a calcio ma per un infortunio grave al ginocchio ha dovuto interrompere la carriera e si è ritrovata sposata con un miserabile perito dell'assicurazione, c'è Alessandro che ha dovuto nascondere sempre a tutti la sua omosessualità per proseguire la carriera militare scelta per lui dal padre.
Insomma un disastro e anche il matrimonio tra tradimenti, furti , inganni ed equivoci non si presenta molto meglio.
Ma come, ma che davero davero?
Un firm dei Vanzina qua sur blogghe?
Ebbene si e credo che non sia nemmeno il primo.
Er blogghe quest'onta credo che l'avesse già provata, ma vabbè, come dico sempre , bisogna conoscere il brutto per riconoscere il bello.
Un matrimonio da favola appartiene al filone delle cerimonie nuziali coi crampi, ormai un vero e proprio genere a parte frequentato anche dalla cinematografia non italiana.
Il ricordo più recente è per esempio quella bruttura di Big Wedding che buttava via malamente un cast di assoluto rilievo.
Quasi non credo ai miei occhi di scrivere una cosa simile ma tra questo film dei Vanzina e il Big Wedding di cui sopra prendo tutta la vita il film italiano.
Intendiamoci siamo ben al di sotto della soglia della liceità cinematografia, la commedia d'autore è un'altra cosa e anche quella corale a cui aspirano i Vanzina bros è una chimera lontana, lontanissima, praticamente irraggiungibile.
Ma loro tentano lo stesso il colpo che gli era riuscito più di 30 anni fa con roba come Sapore di mare e Vacanze di Natale, archetipi assoluti rispettivamente del cinecocomero amarcord e del cinepanettone.
In questo 2014 i difetti endemici del cinema dei Vanzina sono ancora lì, tutti presenti : sequenze un po' tirate via, gags riciclate, qualche incongruenza troppo vistosa per non essere notata ma almeno qualche cosa azzeccata in questo film c'è.
Ed è il cast: sarà che essendo romano trapiantato in altra regione ogni volta che sento l'idioma figlio della città eterna mi sembra di tornare a casa, qui ho avuto pane per i miei denti da nostalgico glottologico , ci sono Max Tortora e Roberta Fiorentini nei panni dello zio e della madre di Daniele che sono usati magnificamente come caratteristi nella migliore tradizione della commedia all'italiana e hanno le migliori scene del film, ci sono Solfrizzi e Giannini che si dimostrano anche bravi o anche Ilaria Spada che dà al suo personaggio una malinconia inaspettata nella seconda parte del film, c'è anche Ricky Memphis che nella sua fissità è comunque sempre simpatico, almeno per me.
E tutto questo permette di bypassare qualche macchietta eccessiva ( la moglie di Giovanni, avvocato divorzista che è una caricatura di uno squalo del Foro Romano) e di sopportare anche Andrea Osvart, bellissima donnina ma gatta morta di proporzioni epiche.
In mezzo a tutta l'operazione di riciclaggio messa in atto non si può non notare un'atmosfera nostalgica, un po' la stessa che ha decretato il successo di un film come Immaturi, un'aria di vorrei ma non posso in cui tutti i personaggi hanno perso per un motivo o per l'altro l'occasione per svoltare nella loro vita.
Un po' come il cinema dei Vanzina.
PERCHE' SI : romanesco uber alles, Tortora e Fiorentini caratteristi da vecchia commedia all'italiana, Ilaria Spada in un personaggio sorprendente,aria nostalgica, poca volgarità.
PERCHE' NO : è un film dei Vanzina, Andrea Osvart gatta morta di proporzioni epiche, gags e dinamiche riciclate, regia mediocre.
( VOTO : 5 / 10 )
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