TECNICA (Stadio Giuseppe Meazza, Milano). Il Milan vede… Viola, si impaurisce e reagisce, ma non può sorridere molto. Il motivo? Balotelli non c’è (il rigore non conta), El Shaarawy nemmeno (esce incazzatissimo gettando la tuta a terra quando Allegri lo sostituisce per far largo a Muntari), ma per fortuna c’è Giampaolo Pazzini che continua a essere la seconda scelta, ma ha una media gol nell’annata strepitosa. La latitanza dell’attacco fa pensare visto che nella corsa al terzo posto la Fiorentina mostra di essere maggiormente in salute sotto tutti i profili e in tutti i reparti. Il Milan, invece, sembra fisicamente stanco e poco lucido. Comunque vince, vince 3-2 contro un Catania che ha il difetto di rinculare quando fa un gol.
Il primo tempo è spaccato a metà e nella prima mezz’ora la banda di Maran si muove come se avesse una missione e sapesse, in ogni centimetro del campo, cosa deve fare. Raddoppi, chiusura delle linee di passaggio dell’avversario, occupazione dello spazio, i siciliani si contraggono e ripartono che è un piacere, mentre il possesso palla degli Allegri Boys (a proposito, si rivede Nocerino) è quantomai sterile e non ha senso. Al 30° la contesa si sblocca con Legrottaglie che gira di testa in rete una punizione dalla trequarti sinistra di Lodi sfruttando anche uno schema che gli recapita un blocco davanti alla sua zona di corsa liberandogli lo stacco per la craniata. Si direbbe un preludio a un trionfo degli etnei, ma non è così, perché arriva poco dopo il pareggio con una rasoiata di Flamini. Arriva in capo a un’ultima parte del primo tempo che definire bricromatica (a tinte rossonere) è eufemistico.
La ripresa, però, sembra un’altra partita. Il Catania gioca di rimessa e va sul 2-1 con un lob di Gonzalo Bergessio che fa vacillare la casa rossonera. Allegri fa uscire Nocerino ed entrare Giampaolo Pazzini ed è la svolta. Già, perché nell’attacco dei rossoneri che non ne becca una (infatti il primo gol, quello del momentaneo pareggio, è del mediano Flamini) entra uno che la boccia la mette eccome. Attorno alla mezz’ora della ripresa fa un terremoto in campo e con due gol riseppellisce i catanesi sotto un 3-2 che fa esplodere un San Siro che ha visto “la morte in faccia e il sorpasso viola per lunghi minuti”. Il finale è buono solo per il rigore che Mario Balotelli trasforma in rete per risollevare una serata nervosa e senza acuti.