commento di Antonio Valerio SperaSummary:
Dopo Ted, torna sul grande schermo l’ironia tenera e trasgressiva di Seth McFarlane. E così come nel suo esordio dietro la macchina da presa era riuscito a ribaltare l’immaginario del cinema per ragazzi, facendo di un film con protagonista un orsetto di peluche una commedia politicamente scorretta, questa volta con Un milioni di modi di morire nel West si immerge nel genere western stravolgendone topoi e caratteristiche. Sempre di una commedia si tratta e non poteva essere altrimenti data la natura artistica del suo autore/attore, ma se in Ted era il sesso l’oggetto dell’umorismo cinico e sregolato di McFarlane questa volta si ride sulla morte, sull’amore, sul coraggio.
Scritto da McFarlane con gli stessi sceneggiatori del precedente lavoro, il film è ambientato nell’Arizona del 1882, dove un codardo contadino appena lasciato dalla sua bella fidanzata, si allena tutti i giorni per migliorare la sua dimestichezza con il grilletto, aiutato dalla moglie di un noto pistolero. L’obiettivo è riconquistare la sua amata, ma pian piano comincerà a nutrire nei confronti della sua “istruttrice” dei sentimenti che vanno ben al di là dell’amicizia.
Nel ruolo del protagonista troviamo lo stesso comico, mentre nei panni delle due donne della sua vita vediamo Amanda Seyfreid e Charlize Theron, che danno vita ad una sexy sfida a distanza. Attorno a loro un cast di tutto rispetto, che vede Giovanni Ribisi, Sarah Silverman, Liam Neeson e diversi camei che vanno da quello di Ewan McGregor, di Ryan Reynolds, la leggenda del Wrestling Jimmy Hart e soprattutto Jamie Foxx e Christopher Lloyd, due attori entrati nell’immaginario collettivo del western rivisitato in chiave moderna. L’inserimento di questi ultimi due, e cioè la star di Django Unchained e il Doc Brown della saga di Ritorno al futuro (ricordate il terzo episodio nel vecchio West?) strizza l’occhio a titoli che hanno reinventato nel passato (anche recente) il genere e che McFarlane si è sentito in dovere di omaggiare.
“Sono idee che ci sono venute dopo che avevamo iniziato a girare”, dichiara il regista. “In realtà non abbiamo mai voluto fare giochetti citazionisti nel nostro film, anche perché volevamo dare un’immagine il più possibile realistica anche se esagerata dell’Arizona del 1882. Non volevamo riferimenti pop contemporanei, ma poi abbiamo deciso di inserire Lloyd e Foxx perché sarebbe stato fico e perché eravamo convinti che il pubblico avrebbe gradito”.
Chi ha gradito questi camei ed il film in generale è sicuramente Charlize Theron, che nel film interpreta Anna, ragazza misteriosa di cui si innamora McFarlane: “Ancora prima di leggere lo script, solo l’idea di fare un film così insolito come una commedia western con a capo Seth era molto molto intrigante. Poi ho letto la sceneggiatura, era scritta benissimo e mi è piaciuto subito il mio personaggio”.
Un milione di modi per morire nel West in patria non ha ripetuto il clamoroso successo di Ted (“solo” 42 milioni di dollari contro i 220 del precedente film) e neanche la critica l’ha risparmiato. Eppure l’intento di McFarlane era nobile oltre che ambizioso: riportare sullo schermo, seppur filtrato dal suo sguardo ironico e irriverente, lo spirito del grande Western classico: “Preferisco i western anni Quaranta/Cinquanta piuttosto che quelli dei decenni successivi. Credo che il genere sia diventato più scialbo quando si è entrati nel periodo dello spaghetti western”, ha affermato McFarlane. “Io amo i film di John Ford, la loro musica, i loro paesaggi. Andando oltre gli anni Cinquanta, il mio western preferito è L’uomo che uccise Liberty Valance, sempre di Ford. Se dovessi trovare un western a cui accostare il mio film credo sia proprio questo qui”.
Chissà se il pubblico italiano gradirà più di quello americano o rimpiangerà Sergio Leone.
di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net