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Un mondo malato

Creato il 27 febbraio 2011 da Barbaragreggio
Un mondo malato Yara è morta.Nel freddo di un pomeriggio di Carnervale il suo corpo, fragile e sottile, è stato ritrovato per caso. Nascosto tra le sterpaglie e il fango di un campo ai margini del torrente Dordo. Riconoscibile a fatica.Yara dormiva il suo sonno più doloroso a pochi chilometri da casa, sola. Le hanno strappato la vita, a 13 anni, spegnendo il suo sorriso sincero, cancellando i suoi sogni. Tutto si è fermato una sera di novembre, che la nebbia lambiva le case e disperdeva i rumori.Camminava tranquilla, Yara, verso il calore della sua famiglia. Calpestava i suoi stessi passi, quelli compiuti un'infintà di volte in precedenza, lasciandosi alle spalle la palestra. Camminava verso un destino atroce e immeritato.Qualcuno l'ha vista quella sera, forse. Non si ha certezza dell'auto ammaccata, dei due tizi che litigavano, della presenza di Yara accanto a loro. Testimonianze innattendibili, dicevano gli inquirenti.Un volto senza nome l' ha presa, quella sera di novembre, a un mese da Natale. L'ha trascinata negli abissi della violenza, dell'oltraggio, della negazione. L'ha spinta nel buio della paura senza pensare che lei, in fondo, era solo una bambina. L'ha violata come si viola un divieto, senza umanità.Non aveva colpe, Yara.Le luci artificiali degli inquirenti l'hanno cercata ovunque, i cani fiutavano la sua presenza nei pressi di un cantiere in costruzione, un uomo era stato arrestato - e subito rimesso in libertà perché estraneo ai fatti. I genitori avevano scelto la strada della fede. Fede in Dio e nella giustizia. Niente interviste, un solo appello colmo di speranza e dolore. I giornali avevano diffuso le foto della piccola Yara, fino a quando la sua scomparsa aveva smesso di fare notizia, e allora spazio ad altro.Le televisioni avevano riempito i palinsesti con le piantine di Brembate, con il cantiere di Mapello, con l'ingresso della palestra. Inviati ad ogni angolo del paese, sparsi come pedine su una scacchiera. Chiedevano, scavando in un passato limpido e senza macchie, cercavano di capire l'incomprensibile. Senza troppi scrupoli, ovvio. Tutto faceva brodo. Sulla scia di Avetrana tentavano di mandare in onda il Brembate show. Fallirono. Niente dichiarazioni pubbliche, poche foto di Yara, sempre le stesse, sempre felice, lei. E invece no, non era più felice la piccola Yara. Dormiva senza pace, lei.Ora che il suo destino è stato svelato, freddo e impietoso, Yara tornerà a Brembate, dove la sua famiglia potrà piangerla senza tregua. Yara, Sarah, Tommaso, Ciccio e Tore. Giovani vite strappate senza ritegno, per pochi soldi o per un gioco finito male. Per invidia, lussuria, ignoranza. Bisogna riflettere su questi lutti, sull'efferatezza delle mani che li hanno compiuti, sul vuoto che lasciano in questo mondo.C'è qualcosa di malsano, oggi. Un elemento putrido e irrazionale arma la psiche labile e perversa di troppe persone. Non si può uccidere per sesso, gelosia o denaro. Non possiamo più continuare a fingere che il male del nostro paese siano le escort, la politica corrotta e i calciatori che non cantano l'Inno. La melma della pervesione va pulita. Bisogna curare le menti, lavare via il sudicio, fermare in tempo chi rischia di perdersi nel buio del delitto.Bisogna prevenire.Dobbiamo potreggere i nostri figli, garantendo loro un presente sicuro, consegnandoli a un futuro migliore.Da qualche parte esiste la strada giusta, sta a noi tutti trovarla e percorrerla, smettendo di fermarsi al proprio ombelico e guardando oltre. Insieme.Barbara Greggio.

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