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La Russia si è messa su una via asiatica di sviluppo – e recupera terreno!
28.11.2012
Più osservo cosa fanno le autorità russe con la propria società, più pare che la sterilità della vita sociale in Turkmenistan non dia pace a qualcuno al Cremlino e nei suoi dintorni. Anche l'invidia infatti è un motore.
No, in Turkmenistan non hanno dichiarato le organizzazioni sociali "agenti stranieri" come in Russia. Le hanno semplicemente chiuse tutte insieme. Ma il motivo (e la paura) delle autorità turkmene era all'incirca lo stesso di ora per quelle russe: dopo la "rivoluzione delle rose" in Georgia nel 2003 e con il ribollire iniziale della rivoluzione "arancione" in Ucraina nel 2004 tutte quelle che sono stati colte, notate o semplicemente sospettate di aver ricevuto denaro dal Dipartimento di Stato o da Soros sono state chiuse per decisione dei tribunali o eludendoli. Certo, sono rimaste le organizzazioni sociali nutrite dalle mani del potere tipo l'organizzazione femminile che porta il nome della mamma del presidente, l'organizzazione dei veterani che porta il nome di suo papà e così via. Ma le autorità non hanno lasciato neanche a loro alcuna chance di assaggiare la generosità dei donatori stranieri. Allora fu introdotta la regola della "registrazione" di tutte le donazioni presso l'Agenzia Statale per l'aiuto tecnico straniero. Sarebbe bene se questa "registrazione" fosse proprio una registrazione – una procedura formale. Non è così, si è trasformata in una verifica e una valutazione dell'"opportunità" della ricezione da parte di questa o quella organizzazione delle donazioni straniere. Mi scusino i rappresentanti delle ONG russe per tale suggerimento agli zelanti deputati della Duma di Stato russa, ma la logica delle loro ultime azioni dev'essere semplicemente riportata all'assurdo turkmeno. Se hanno obbligato le ONG a chiamarsi "agenti stranieri", bisogna obbligatoriamente istituire una commissione statale per l'"opportunità" con la raccomandazione ai donatori di finanziare l'organizzazione "necessaria". Peraltro anche questo viene dall'eseprienza turkmena. Tutti i donatori stranieri in Turkmenistan (dall'ambasciata americana fino alle rappresentanze dell'ONU e dell'OCSE) si occupano proprio di questo – finanziano solo chi gli viene indicato dal potere.
Ma sullo smascheramento dell'opposizione russa alla TV russa posso dire: debole, meschino, non convincente. Da noi tutti gli oppositori intervengono da soli e, guardando coraggiosamente nella telecamera, raccontano come hanno preparato un colpo di stato usando denaro straniero. Tutti gli oppositori l'hanno annunciato in TV da uno studio speciale nel sotterraneo di un edificio del KGB.
Peraltro, perché i deputati russi prendano nota: in Turkmenistan è stata approvata una legge, secondo cui i dubbi sulla correttezza della politica del presidente sono paragonati al tradimento della patria e sono soggetti al massimo della pena – la reclusione a vita. Ma bisogna prender nota anche del fatto che quasi tutti gli oppositori turkmeni sono usciti dalle file dei funzionari statali che hanno creato questo sistema. Parte di essi è stata incarcerata per abuso d'ufficio, paragonato a un attentato al potere; ad altri sono state "cucite addosso" macchinazioni finanziarie, che non escludevano ambizioni politiche. E qualcosa mi suggerisce che alla ripulitura dell'opposizione russa segua un'alternanza di uomini di apparato.
Particolarmente comici appaiono gli sforzi dei parlamentari russi di inasprire il controllo sulle spie. Anche qui li aiuterà l'eseprienza turkmena. Per esempio, tutti quelli che si interessano del più terribile segreto turkmeno – l'entità delle riserve di gas turkmeno – sono stati espulsi (se stranieri) e se turkmeni sono stati incarcerati. I "Medici Senza Frontiere", che improvvisamente hanno scoperto in Turkmenistan malattie già sconfitte ai tempi dell'URSS, sono stati cacciati in 24 ore. Come pure i volontari del Corpo della Pace americano (potenziali spie). I cittadini del Turkmenistan che li hanno contattati non possono ancora trovare un lavoro.
Le intenzioni delle autorità russe di privare i propri funzionari del diritto di avere conti e immobili all'estero non hanno una soluzione. Tranne quella turkmena. I funzionari turkmeni non possono andare all'estero neanche in vacanza: con un decreto speciale del presidente vegono mandati collettivamente a riposare in uno spazio riservato costruito apposta sulle rive del Mar Caspio. E sotto minaccia di licenziamento gli è proibito mandare i figli a studiare all'estero.
E i limiti di età alla TV russa? La censura delle autorità turkmene iniziò già durante la perestrojka in URSS con l'interruzione della trasmissione del film "Casanova" di Fellini, tra l'altro in piena notte… L'argomentazione era assolutamente la stessa dei deputati russi e dei lottatori per la moralità. Poi le autorità ci hanno preso gusto… La popolazione in risposta ha installato antenne satellitari e guardò i serial russi, le danze indiane e "Dom-2" [1]. Ma il presidente Berdimuhamedow ha annunciato l'ennesima epoca di "Potenza e felicità" e per l'ennesima volta ha ordinato di segare le antenne satellitari. In un'epoca di "felicità" informazione e divertimento superflui non sono necessari.
Anche le limitazioni all'accesso a Internet discussi in Russia hanno una soluzione turkmena. Da noi Internet non solo è lenta come una tartruga del Karakum [2], ma è anche particolarmente cara come un cavallo Akhal-Teke [3]. E' del tutto chiuso l'accesso a tutti i siti che almeno una volta nel corso della loro esistenza hanno pubblicato materiale critico sul paese. Si può finire nelle liste nere dei siti perfino per aver ricordato l'origine non turkmena del plov [4]. E i social network sono inaccessibili per i turkmeni, per non parlare di Twitter, che in Turkmenistan hanno già sanato, mentre in Russia si accingono solo a farlo.
Qualcuno obbigatoriamente dirà: non siamo il Turkmenistan. Sì, ma con i turkmeni voi, cari russi, avete vissuto per più di 100 anni in un solo stato e vi siete separati solo 20 anni fa, nel 1991. Ma già nel 2001 Nyýazow [5] scrisse il suo "Ruhnama" [6], gli fece un monumento, schiacciò tutta l'opposizione, diventò fondatore di tutti i mezzi di comunicazione di massa… La Russia si è già messa su questa strada. Credetemi, un orecchio turkmeno allenato sente facilmente note "turkmene" nei discorsi dei signori Volodin [7], Isaev [8], Vorob'ëv [9], Nikonov [10] e gli è già comprensibile dove questi signori e compagni trascinano la Russia.
Qualcuno dirà che la Russia ha la sua strada. Sono d'accordo. Solo che la bussola è "turkmena".
Serdar Ajtakov, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/comments/55630.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] "La Casa-2", reality show in cui i concorrenti devono trovarsi un partner mentre mettono su casa.
[2] Deserto che occupa il 70% del Turkmenistan.
[3] Cavallo di razza turkmeno, uno dei più pregiati al mondo.
[4] Piatto a base di riso tipico dell'Asia centrale.
[5] Saparmyrat Ataýewiç Nyýazow, presidente del Turkmenistan dal 1991 alla sua morte nel 2006, noto per il suo estremo autoritarismo e per le eccentricità che impose al proprio paese.
[6] "Libro dell'Anima", imposto da Nyýazow come lettura fondamentale.
[7] Vjačeslav Viktorovič Volodin, primo vice-capo dell'amministrazione presidenziale russa.
[8] Andrej Konstantinovič Isaev, primo vice-presidente della "Federazione dei Sindacati Indipendenti della Russia".
[9] Andrej Jur'evič Vorob'ëv, facente funzione di governatore della regione di Mosca.
[10] Aleksandr Petrovič Nikonov, noto giornalista di idee "libertarie di destra".
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