Un nuovo nanovelcro permette di trattare il cancro alla prostata. Alcuni ricercatori del Cedars-Sinai Medical Center e della University of California hanno migliorato questo tipo di dispositivo. Quest’ultimo, infatti, grazie ad un chip, è in grado di identificare e catturare le cellule tumorali circolanti (CTC) che si distaccano dai tumori originari per immettersi nel flusso sanguigno e diffondere il cancro in altre zone del corpo. Se ulteriori studi dovessero confermare l’efficacia di questa innovativa tecnologia, quest’ultima potrebbe consentire ai medici di individuare e studiare le cellule tumorali presenti nel sangue al fine di ottenere le informazioni diagnostiche necessarie per lo sviluppo di trattamenti mirati e personalizzati grazie ai quali curare i pazienti con cancro alla prostata. Secondo alcuni ricercatori, questo dispositivo potrebbe sostituire l’attuale biopsia, una procedura invasiva e talvolta dolorosa che, in caso di cancro alla prostata metastatico, non sempre viene eseguita con successo. I tumori sono difficili da trattare in quanto cambiano e si evolvono in modo differente a seconda della persona colpita. Attraverso l’analisi delle CTC, invece, i medici potrebbero essere in grado di capire la progressione della malattia, di adeguare a quest’ultima il trattamento, di valutare la reazione dell’organismo e di modificare la terapia in ogni momento ove necessario. Già in passato questo tipo di tecnologia era stato preso in considerazione, ma i risultati erano risultati scarsi. Ora, invece, nuove tecniche di indagine hanno permesso di migliorare sensibilmente il nanovelcro. Con il nuovo dispositivo, infatti, il sangue del paziente viene pompato attraverso un chip e, grazie ad un sistema di microdissezione laser, vengono raccolte solo ed esclusivamente le CTC. Ciò permetterebbe, quindi, di analizzare queste ultime, rilevare le mutazioni del loro materiale genetico, sviluppare e personalizzare la terapia adeguandola alla situazione medica del paziente.
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Un nuovo nanovelcro permette di trattare il cancro alla prostata
Creato il 16 maggio 2013 da Laprostata @espriweb
Un nuovo nanovelcro permette di trattare il cancro alla prostata. Alcuni ricercatori del Cedars-Sinai Medical Center e della University of California hanno migliorato questo tipo di dispositivo. Quest’ultimo, infatti, grazie ad un chip, è in grado di identificare e catturare le cellule tumorali circolanti (CTC) che si distaccano dai tumori originari per immettersi nel flusso sanguigno e diffondere il cancro in altre zone del corpo. Se ulteriori studi dovessero confermare l’efficacia di questa innovativa tecnologia, quest’ultima potrebbe consentire ai medici di individuare e studiare le cellule tumorali presenti nel sangue al fine di ottenere le informazioni diagnostiche necessarie per lo sviluppo di trattamenti mirati e personalizzati grazie ai quali curare i pazienti con cancro alla prostata. Secondo alcuni ricercatori, questo dispositivo potrebbe sostituire l’attuale biopsia, una procedura invasiva e talvolta dolorosa che, in caso di cancro alla prostata metastatico, non sempre viene eseguita con successo. I tumori sono difficili da trattare in quanto cambiano e si evolvono in modo differente a seconda della persona colpita. Attraverso l’analisi delle CTC, invece, i medici potrebbero essere in grado di capire la progressione della malattia, di adeguare a quest’ultima il trattamento, di valutare la reazione dell’organismo e di modificare la terapia in ogni momento ove necessario. Già in passato questo tipo di tecnologia era stato preso in considerazione, ma i risultati erano risultati scarsi. Ora, invece, nuove tecniche di indagine hanno permesso di migliorare sensibilmente il nanovelcro. Con il nuovo dispositivo, infatti, il sangue del paziente viene pompato attraverso un chip e, grazie ad un sistema di microdissezione laser, vengono raccolte solo ed esclusivamente le CTC. Ciò permetterebbe, quindi, di analizzare queste ultime, rilevare le mutazioni del loro materiale genetico, sviluppare e personalizzare la terapia adeguandola alla situazione medica del paziente.
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