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Non vi dirò, qui ed ora, quale sia lo scopo che mi prefiggo nel farlo, anche perchè ho ormai imparato che spesso tali imprese prendono strada facendo delle direzioni imprevedibili.
Vi posso però dire la trama, che è semplicissima: siamo nel 1935 e un ingegnere bolognese, compagno di scuola del duce, lo va a trovare a Roma. Mussolini è felice di questa visita ed approfitta dell'occasione per prendersi un paio di giorni di libertà dalle faticose incombenze del potere. In incognito visitano alcuni luoghi della città che sta rapidamente cambiando volto proprio per la spinta "rinnovatrice" del fascismo.
Qui mi fermo. Cosa succederà e quali chiavi di lettura sono tutte cose da scoprire.
Intanto però una cosa è certa: un romanzo storico richiede una grande opera di documentazione. Per prima cosa ho cominciato dalle ferrovie. Il mio personaggio è un ingegnere ferroviario che scende a Roma da Bologna in treno. Quindi l'occasione è ghiotta per una carrellata sulla storia delle nostre ferrovie.
La scelta dell'anno in cui ambientare la storia si sta rivelando felicissima. Perchè se è vero che le principali linee ferroviarie sono state costruite nel corso dell'800, la "Direttissima" Bologna - Firenze era stata inaugurata solo nel 1928. Quindi il mio ingegnere aveva potuto partecipare alla sua realizzazione.
Nella decisione di fare un romanzo storico ha pesato la convinzione che scavando nella materia sarebbero saltate fuori storie interessanti. Infatti ecco qua che subito ne ho una ghiottissima.
LA STAZIONE DELLE PRECEDENZE
La costruzione della Direttissima dovette superare enormi difficoltà tecniche, fra le quali la realizzazione della seconda galleria più lunga del mondo (la prima essendo quella del Sempione). Per lo scavo di 18.032 metri si dovettero approntare due cantieri ai rispettivi imbocchi di Vernio e di Lagaro ed un terzo in località Cà di Landino, vicino a Castiglione dè Pepoli. Un tunnel inclinato di 50 gradi scendeva fino al livello della galleria, con una scala di 1856 gradini.
Ebbene, nel punto in cui il tunnel fu costruita una stazione sotterranea, che è rimasta attiva fino agli anni '60, la "Stazione delle Precedenze". Eccone una descrizione tratta da http://www.forum-duegieditrice.com/viewtopic.php?t=9299
Così, al km. 46+848 sorse il posto di movimento di “Precedenze”, il cui nome esplica già la sua funzione. Gli uffici degli addetti al movimento, il posto di blocco e un’officina si trovano in un camerone lungo 153,96 metri. La galleria ha in questo punto una luce di 16,97 mt. ed un’altezza di 9 mt.
Di qui prosegue, su ambo i lati, la galleria principale a doppio binario; accanto ad essa, su ogni lato vi è un’altra galleria in curva con il binario di precedenza, che i ferrovieri chiamano ironicamente “la banana”. Lunghi entrambi 448,33 mt., questi due tronchi di galleria a semplice binario confluiscono nella linea principale in due altri cameroni più piccoli che sono illuminati al pari di quello maggiore. Nelle gallerie di servizio sono state smontate le funicolari, ma esiste sempre la possibilità di raggiungere l’esterno presso Cà di Landino: una scala di 1.863 gradini sale attraverso una delle gallerie. Una vera scalata! Purtroppo si cammina in un ambiente scarsamente illuminato, ma una volta l’anno, per pochi attimi e naturalmente con cielo sereno, i raggi del sole attraversano il pozzo, riuscendo a far luccicare le rotaie! E’ interessante notare come questa stazione sia solo un posto di blocco e quindi non compaia nell’orario ufficiale; nonostante ciò alcuni treni locali sostano ugualmente per permettere agli abitanti di Cà di Landino un originale ritorno a casa. Dalla metà degli anni Sessanta “Precedenze” è impresenziata e telecomandata dalla stazione di San Benedetto.
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