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Un nuovo tipo di regime in Europa: La neo dittatura liberista e L'Eurogendfor

Creato il 06 marzo 2012 da Calcisulcalcio
Un nuovo tipo di regime in Europa: La neo dittatura liberista e L'Eurogendfor
Quando un tuo amico ti "rompe" le scatole con massonerie e complotti per anni, poi finisci per snobbarlo, per non credergli. Ora io non so se ha ragione, tuttavia, alla fine di questo post riporterò due articoli, uno pubblicato da "Senza soste" (www.senzasoste.it), l'altro da "Il Cambiamento" (www.ilcambiamento.it) perchè credo sia importante leggerli. Abbiamo deciso da tempo di non riportare articoli di giornali online, tuttavia bisogna fare un'eccezione in alcuni casi. Ho cercato la stessa notizia su quotidiani più famosi, senza trovare alcune informazioni. Forse non ho ricercato abbastanza, quindi, segnalateci se le maggiori testate hanno trattato questi argomenti.
Dicevo del mio amico... è un pò come "al lupo al lupo", alla fine pensi che i suoi allarmismi sono esagerati, come forse ho esagerato io con questo titolo: "Un nuovo tipo di regime in Europa: La neo dittatura liberista e L'Eurogendfor".
A questo punto però qualche dubbio mi viene, una polizia ( L'Eurogendofr) con poteri illimitati e totale immunità: inviolabili locali, beni e archivi (art. 21 e 22); le comunicazioni non possono essere intercettate (art. 23); i danni a proprietà o persone non possono essere indennizzati (art. 28); i gendarmi non possono essere messi sotto inchiesta dalla giustizia dei paesi ospitanti (art. 29).
Se la cose stanno veramente così, spero davvero di no, questa è una sorta di neo dittatura dove puoi dire quello che vuoi, puoi esprimerti liberamente e dove c'è, una polizia europea con un'immunità non proprio democratica. E ancora, il Mes e il Fiscal Compact. Ma di cosa sto parlando? Leggete gli articoli che seguono.
Sogno una terza repubblica italiana, onesta e competente. Non voglio risvegliarmi con un nuovo tipo di regime europeo, una nuova dittatura moderna.
Ci sarebbe inoltre da fare un discorso sulle responsabilità politiche in Italia, chi si batte per chi e per cosa, magari in seguito. Adesso voglio capirne di più. Spero anche voi, usate un pò del vostro tempo per leggere quello che segue, è importante, lo ribadisco nuovamente. Buona lettura.
di Daniele Coltrinari
Alzi la mano chi sa cos’è il trattato di Velsen. Domanda retorica: nessuno. Eppure in questa piccola città olandese è stato posto in calce un tassello decisivo nel mosaico del nuovo ordine europeo e mondiale. Una tappa del processo di smantellamento della sovranità nazionale, portato avanti di nascosto, nel silenzio tipico dei ladri e delle canaglie. Il Trattato Eurogendfor venne firmato a Velsen il 18 ottobre 2007 da Francia, Spagna, Paesi Bassi, Portogallo e Italia. L’acronimo sta per Forza di Gendarmeria Europea (EGF): in sostanza è la futura polizia militare d’Europa. E non solo. Per capire esattamente che cos’è, leggiamone qualche passo.
I compiti: «condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici» (art. 4). Il raggio d’azione: «EUROGENDFOR potrà essere messa a disposizione dell’Unione Europea (UE), delle Nazioni Unite (ONU), dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche» (art. 5). La sede e la cabina di comando: «la forza di polizia multinazionale a statuto militare composta dal Quartier Generale permanente multinazionale, modulare e proiettabile con sede a Vicenza (Italia). Il ruolo e la struttura del QG permanente, nonché il suo coinvolgimento nelle operazioni saranno approvati dal CIMIN – ovvero - l’Alto Comitato Interministeriale. Costituisce l’organo decisionale che governa EUROGENDFOR» (art. 3).
Ricapitolando: la Gendarmeria europea assume tutte le funzioni delle normali forze dell’ordine (carabinieri e polizia), indagini e arresti compresi; la Nato, cioè gli Stati Uniti, avranno voce in capitolo nella sua gestione operativa; il nuovo corpo risponde esclusivamente a un comitato interministeriale, composto dai ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi firmatari. In pratica, significa che avremo per le strade poliziotti veri e propri, che non si limitano a missioni militari, sottoposti alla supervisione di un’organizzazione sovranazionale in mano a una potenza extraeuropea cioè gli Usa, e che, come se non bastasse, è svincolata dal controllo del governo e del parlamento nazionali.
Ma non è finita. L’EGF gode di una totale immunità: inviolabili locali, beni e archivi (art. 21 e 22); le comunicazioni non possono essere intercettate (art. 23); i danni a proprietà o persone non possono essere indennizzati (art. 28); i gendarmi non possono essere messi sotto inchiesta dalla giustizia dei paesi ospitanti (art. 29). Come si evince chiaramente, una serie di privilegi inconcepibili in uno Stato di diritto.
l 14 maggio 2010 la Camera dei Deputati della Repubblica Italiana ratifica l’accordo. Presenti 443, votanti 442, astenuti 1. Hanno votato sì 442: tutti, nessuno escluso. Poco dopo anche il Senato dà il via libera, anche qui all’unanimità. Il 12 giugno il Trattato di Velsen entra in vigore in Italia. La legge di ratifica n° 84 riguarda direttamente l’Arma dei Carabinieri, che verrà assorbita nella Polizia di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo livello. Come ha fatto notare il giornalista che ha scovato la notizia, il freelance Gianni Lannes (uno con due coglioni così, che per le sue inchieste ora gira con la scorta), non soltanto è una vergogna constatare che i nostri parlamentari sanciscano una palese espropriazione di sovranità senza aver neppure letto i 47 articoli che la attestano, ma anche che sia passata inosservata un’anomalia clamorosa. Il quartiere generale europeo è insediato a Vicenza nella caserma dei carabinieri “Chinotto” fin dal 2006. La ratifica è dell’anno scorso. E a Vicenza da decenni ha sede Camp Ederle, a cui nel 2013 si affiancherà la seconda base statunitense al Dal Molin che è una sede dell’Africom, il comando americano per il quadrante mediterraneo-africano.
La deduzione è quasi ovvia: aver scelto proprio Vicenza sta a significare che la Gestapo europea dipende, e alla luce del sole, dal Pentagono. Ogni 25 Aprile i patetici onanisti della memoria si scannano sul fascismo e sull’antifascismo, mentre oggi serve un’altra Liberazione: da questa Europa e dal suo padrone, gli Stati Uniti.
(Articolo del 28/02/2001 tratto da www.senzasoste.it di Alessio Mannino con riferimento al sito www.ilribelle.com)
Esiste una politica sociale dell'Unione europea? Esistono normative che fissino un salario minimo, che tutelino i diritti dei lavoratori? La risposta a queste domande è no, non esistono. L'Europa unita, per come si presenta adesso, è solo un'unione di tipo finanziario, senza un briciolo di visione sociale condivisa.
Eppure, nonostante la sua ingerenza sulla nostra vita quotidiana divenga di giorno in giorno maggiore, tale da sovrastare oramai le decisioni prese dai singoli stati, nessuno si sente in diritto di pretendere alcunché dall'unione, a livello sociale, di diritti, di garanzie.
Così, approfittando di quel comune senso di gratitudine verso l'Europa, vista dai più come un ente portatore di progresso ed emancipazione, l'Unione ne approfitta per stringere ancora di più il cappio attorno al collo dei paesi membri. Dopo l'approvazione del Fiscal Compact, che obbliga al pareggio di bilancio e impone misure drastiche di riduzione del debito, ecco arrivare un altro pacchetto esplosivo.
Si chiama Mes, acronimo di Meccanismo europeo di stabilità. È una sorta di fondo salva-stati, che i paesi membri si impegnano a costituire versando una quota iniziale che varia da paese a paese (e quote successive decise ad insindacabile giudizio del consiglio dei governatori). Nel caso dell'Italia si tratta della terza quota per dimensioni (dopo Germania e Francia), pari a circa il 18 per cento del totale. Circa 126 miliardi di euro solo come quota iniziale, che se ne escono dalle nostre casse già stremate. Per finanziare cosa?
Leggiamo all'articolo 12, comma 1, che "Ove indispensabile per salvaguardare la stabilità finanziaria della zona euro nel suo complesso e dei suoi Stati membri, il MES può fornire a un proprio membro un sostegno alla stabilità, sulla base di condizioni rigorose commisurate allo strumento di assistenza finanziaria scelto. Tali condizioni possono spaziare da un programma di correzioni macroeconomiche al rispetto costante di condizioni di ammissibilità predefinite".
Nelle sue linee generali il Mes si configura come uno strumento per legittimare l'ingerenza europea nelle politiche economiche dei paesi membri.
Se poi andiamo a sbirciare fra le finalità dell'organismo, ci accorgiamo che le tipologie dei suoi interventi sono divise in due categorie: quelli di “assistenza precauzionale” di un paese membro in crisi, effettuata dopo un'accurata analisi in collaborazione con il Fmi (art.14); e quelli di “ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie di un membro del MES” (art.15).
Leggiamo meglio questo articolo 15: “Il consiglio dei governatori può decidere di concedere assistenza finanziaria a un membro del MES ricorrendo a prestiti con l'obiettivo specifico di ricapitalizzare le istituzioni finanziarie dello stesso membro del MES”.
In pratica il consiglio dei governatori del Mes, composto dai ministri delle finanze dei paesi membri, può decidere autonomamente di salvare una qualsiasi banca privata europea con i soldi pubblici forniti da tutti gli stati.
Se poi analizziamo il Mes nel contesto generale dei nuovi organi istituiti dall'Unione, il quadro si fa persino più cupo. Pensiamo all'istituzione della nuova forza di gendarmeria europea: l'Eurogendfor.
Mes ed Eurogendfor hanno molte cose in comune. Si tratta in entrambi i casi di organismi sovrastatali, che agiscono autonomamente, i cui membri godono di immunità totale e non devono rendere conto a nessuno degli stati membri delle decisioni prese. Uno è un organismo finanziario, l'altro militare.
È questo il senso dell'Europa unita voluta da illustri pensatori come Mazzini e Voltaire? Un'insieme di politiche finanziarie e di strumenti repressivi? Che significato ha dirsi orgogliosamente cittadini europei, se non esiste ancora un briciolo di politica comunitaria a tutela dei cittadini?
I segnali sono preoccupanti. Quel potere strisciante che per decenni si è nascosto nei meandri di una società liquida, ed ha anestetizzato i propri sudditi attraverso la cultura del benessere e dei consumi col mito della libertà, sembra aver cambiato strategia, ed essere intenzionato a venire alla luce del sole. È in corso un attacco frontale ai diritti dei cittadini d'Europa. Saremo in grado di rispondere?
(Articolo del 17/02/2012 tratto da www.ilcambiamento.it di Andrea Degl'Innocenti)

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