Ad entrare in contatto con “Chilometri d’amore nell’obiettivo – Il Salento di Giuseppe Palumbo” si ha subito la percezione di avere tra le mani e dinanzi agli occhi una pubblicazione che nasce da un atto d’amore. Quello del fotografo (1889 – 1959) per la sua terra, la sua luce, per i tempi che ne scandiscono il battito. I suoi scatti donati nel 1959 al Museo Provinciale di Lecce appaiono oggi nostalgia che racconta la vita, momenti che diventano storia. Lui, un uomo in bicicletta o in carrozza in viaggio senza meta apparente nel mondo senza tempo del Finis Terrae e del Grande Salento.
Poi c’è l’amore e la dedizione di Ilderosa Laudisa, studiosa acuta e raffinata che ha saputo dare immensa forza espressiva alle lastre di Palumbo attraverso un lavoro certosino di selezione, campionatura e catalogazione. La sua dedizione ha permesso così di ricostruire analiticamente e storicamente l’evoluzione lenta del Salento fino alla prima metà degli anni ’50.
Infine c’è l’amore di un editore, Grifo, per il suo mestiere. Nelle vene di quest0pera di 560 pagine e 1800 foto scorre infatti il “sangue” del coraggio delle rotative della Edizioni Grifo, che s’è assunta da sola l’intero rischio economico dell’iniziativa.
Il risultato è un atto di atteso, dovuto rispetto verso Giuseppe Palumbo ma anche un’opera che oggi entra in ogni casa con il diritto di essere considerata, tra poche, “per sempre”.