di LUCIA PALMERINI
Ebbene si diciamolo, i libri di psichiatria si arricchiscono di una nuova pagina moderna, per l’esattezza una patologia irreversibile, clinica, gravissiama che trae origine da Belen Rodriguez.
Questa ragazza sembra scatenare dei meccanismi mentali nelle donne che non ha eguali.
Così succede che un programma televisivo che non ha nulla di innovativo, nulla di strano rispetto a quello che va in onda su altri canali e la cui forza sta nella conduzione di Belen (che piaccia o meno) scateni una raccolta firme da parte di una ragazza che lo ritiene maschilista.
Mi domando cosa abbia di diverso rispetto ad altri programmi che esistono da 10 anni e che propongono lo stesso schema, ovvero una persona vestita decisamente male a confronto con degli stylist che le spiegano come valorizzare il suo corpo e le rifanno l’armadio ex-novo.
Mi domando dove sono tutti questi indignati quando vanno in onda programmi come Ma come ti vesti? (su Real Time) o Il brutto anatroccolo (su Italia 1) oppure Guardaroba perfetto (in onda su Real Time), Buccia di Banana (in onda su Lei Tv).
Forse cambiano canale.
Sembra che questa nuova patologia psichiatrica abbia contagiato circa 30 mila persone (coloro che hanno aderito alla raccolta firme) che proprio non sopportano Belen e si nascondono dietro alla battaglia per il rispetto della dignità della donna.
E quindi mi domando se invece della battaglia femminista o anti-maschilista (non so bene come inquadrarla), forse l’obiettivo non sia quello di farsi un po di pubblicità. Perché è cosa nota che tutto ciò che riguarda Belen diventa di interesse nazionale, e cosa di meglio di una raccolta firme anti-Belen per uscire dall’anonimato quotidiano?
Complimenti per l’idea, missione compiuta.
23 Aprile 2014
Archiviato in:Il dibattito sulle donne, Pari Opportunita', Scritti da Lucia Palmerini, Società Tagged: Belen, come mi vorrei, critiche, programma, raccolta firme, rodriguez