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I compiti a casa nelle classi prima e seconda PrimariaNella prima classe i compiti sono necessari per sostenere il consolidamento dei meccanismi di lettura e di scrittura: in quanto meccanismi essi vengono assimilati anche in virtù della ripetitività. Molti bambini hanno bisogno di aiuto da parte dell'adulto, fatti salvi i casi (che esistono) in cui se la cavano in modo autonomo. A volte la mole di compiti si trasforma in una vera e propria maratona pomeridiana con evidente stress per tutti, bambino compreso.Io ho sempre dosato i compiti, senza sovracarichi inutili e badando a non renderli ripetitivi più del necessario, evitando rigorosamente i compiti al sabato e la domenica. Ho chiesto e ottenuto da tanti gentori di non essere invasivi e di lasciar sbagliare i bambini durante l'esecuzione a casa per favorirne l'autonomia esecutiva, lasciandomi il compito di stabilire poi a scuola se fossero eseguiti correttamente e sufficienti nella produzione. A scuola poi pur essendo esigente ho evitato il muro contro muro, valutando di volta in volta le motivazioni, e cercando piuttosto un dialogo per trovare soluzioni.Questo meccanismo ha rivelato la sua efficacia, perchè ciascuno è riuscito a fare secondo le capacità, il tempo disponibile: i compiti sono stati eseguiti in maniera regolare dalla quasi totalità. Si impara allo stesso modo anche con compiti più dosati, anche perchè non si creano conflitti nè con le famiglie, nè con i bambini che a volte sono i primi a mal tollerare troppi compiti.
I compiti a casa nelle classi terza, quarta e quinta PrimariaNelle classi successive il discorso cambia, in relazione alla quantità che, ancora con molta gradualità, aumenta per via dello studio individuale; in relazione alla qualità cioè al metodo di studio e all'organizzazione.Come affrontare allora con i bambini il discorso dell'impegno nei compiti a casa, che deve conciliarsi con lo sport, il catechismo e quant'altro?Affrontarlo con un negoziato. Si un vero e proprio lavoro di negoziazione, che renda i bambini responsabili del loro percorso. Non si pensi a cose strane, semplicemente si chiede ai bambini di rendersi autonomi e responsabili dei compiti a casa. C'è un momento che la scusa "la mamma non mi ha aiutato" non può essere più accettata. C'è un momento in cui un bambino deve iniziare a pensare ad organizzarsi tenendo conto degli impegni. Un momento in cui la maestra invita gli alunni ad assumersi l'impegno personale a perseguire un obiettivo e a metterci la propria la volontà per ottenerlo.Abituati come siamo a deresponsabilizzare i bambini rischiamo di renderli schiavi della nostra organizzazione. E' fondamentale che essi costruiscano un senso del dovere verso l'impegno scolastico, che comprendano che per raggiungere uno scopo devono imparare a pensare il loro tempo e a suddividerlo (certo sempre sotto lo sguardo discreto dell'adulto).
Redigere un patto e sottoscriverloHo proposto agli alunni anche per quest'anno compiti sino al venerdì e il sabato e la domenica liberi da compiti a patto che i compiti dei cinque giorni precedenti siano stati eseguiti. Abbiamo redatto un documento e lo abbiamo sottoscritto:Chiaramente si sottoscrive un impegno reciproco, ai bambini piace molto che anche la maestra prenda degli impegni da rispettare.Download fac-simile modello di accordo, modificabile a seconda dell'organizzazione e le materie insegnate.E voi come gestite i compiti, che soluzioni avete adottato? E da genitori che ne pensate?Articolo originale di Crescere Creativamente Puoi pubblicare i contenuti in maniera parziale e con link diretto al post. In nessun caso è consentito il link diretto al download dei materiali. Per completezza di informazione consulta i Credits o contatta l'autrice.
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