Riascolto quest’oggi,con un pochino di noia, nuove discussioni sulla questione etica, ormai piuttosto stagnante, della manipolazione del DNA degli esseri umani. E’ strano come in pochi rilevino il dato di fatto che noi umani ci siamo arrogati il diritto di intervenire su ogni altra specie vivente molto prima che si ipotizzasse l’esistenza dell’ingegneria genetica come la conosciamo al giorno d’oggi. Fin dagli albori dell’agricoltura e dell’allevamento l’uomo ha di continuo ed in maniera massiva selezionato i ceppi di interesse alimentare, economico e così via. E’ un dato storico il fatto che questa selezione di linee genetiche è stata spinta talmente in avanti da avere come conseguenza l’estinzione di varie specie animali e vegetali nel corso degli ultimi secoli. Ad oggi continuano a scomparire specie selezionate in passato che non sono più economicamente vantaggiose. Il diritto dell’agricoltura e dell’allevamento di agire indiscriminatamente sul mondo dei viventi è dato per scontato dall’uomo e giudicato “buono” a priori. In sintesi gli OGM esistono da centinaia di anni. Sembrerebbe allora che il punto possa essere che quando ci si trova ad apportare dei cambiamenti all’interno della stessa specie umana, ci si arresti di fronte alla questione etico-religiosa. Ma neppure questo è vero in ultima analisi. Infatti, come esempio generale, la possibilità di curare malattie pre-natali, nell’infanzia o anche nell’adulto viene universalmente riconosciuto come un vantaggio che si pone al di la di qualsiasi discussione, ma non è questo un modo per permettere l’amplificarsi di corredi genetici patologici che non avrebbero avuto la possibilità di riprodursi? Non è forse il “curare” una metodica di manipolazione di linee genetiche umane? Non stiamo forse indebolendo la specie umana? Nessuno si sogna però di porre in discussione il diritto di un essere umano a curarsi per vivere meglio e restare su questo pianeta ore, giorni o anni in più.
Dal mio punto di vista è un po ironico e sbalorditivo constatare come il punto di tutte le questioni etico-religiose sulla manipolazione genetica del mondo vivente non sia tanto la manipolazione del DNA in se, cosa che di fatto avviene da centinaia d’anni, ma riguarda piuttosto l’ingegneria genetica in se, vista anche come strumento di conoscenza del mondo che pone in dubbio questioni religiose, metafisiche e che si presta ad essere campo di battaglia per questioni di potere, di controllo e culturali che non hanno nulla a che fare con la questione specifica. Inoltre la possibilità di modificare effettivamente un essere umano lavorando direttamente sul suo genoma, pur rappresentando un evento non così improbabile, non è ancora una realtà concreta. Infatti potrebbe semplicemente accadere che, vista la complessità del sistema, questo genere di interventi non si realizzeranno affatto rimanendo nel campo delle nostre fantasie.