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Un pessimismo che si sta trasformando in angoscia. Gli italiani sono a terra. Per l’86 per cento il 2013 sarà peggio del 2012. Il restante 14 continuerà a arricchirsi.

Creato il 12 gennaio 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Un pessimismo che si sta trasformando in angoscia. Gli italiani sono a terra. Per l’86 per cento il 2013 sarà peggio del 2012. Il restante 14 continuerà a arricchirsi.È tutto nero. Il passato recente e il futuro. Un sondaggio della Confesercenti-Swg, fotografa una situazione al limite del ricovero in clinica psichiatrica. La diagnosi? Depressione grave. Il rimedio? Una politica appena decente. Il sondaggio ci dice anche che lo scorso anno, il 41 per cento della popolazione ha avuto problemi molto seri per arrivare alla fine del mese. Sembra che un punto percentuale di Iva conti poco, e invece... Il carrello della spesa degli italiani è aumentato in un anno del 4,3 per cento. E non stiamo parlando né di beni voluttuari né di telefonia avanzata, parliamo di cibo. C’è un dato, però, da tenere in considerazione, è la paura. E con la paura non si muove un passo, si resta fermi, immobili, ci si guarda intorno e dietro, sperando che non passi da quelle parti l’uccello padulo. La paura è aumentata a dismisura, come la rabbia nei confronti di una classe politica travolta dagli scandali e dagli sprechi, asserragliata nei suoi fortini, incapace di rimuovere i suoi privilegi. Uno pensa che gli italiani siano scemi, i milioni che hanno votato per vent’anni per Berlusconi, qualche problema ce l’hanno, ma lasciamo stare. I politici credono ancora di poterli abbindolare, ma questa volta è dura. Monti non si rende conto che il suo loden double-face è stato passato al microscopio dai reduci dell’Imu. Che non si può adoperare un linguaggio da “tecnico” e uno da “politico”. Perché se i problemi sono gli stessi, non si può cantare un giorno una canzone e il successivo un’altra. Come si può impunemente affermare che “... guai toccare l’Imu” e poi dire “...è possibile rivederlo”? Come si fa a dire che “... l’Iva al 23 per cento è un passo indispensabile” e poi “... l’Ivasi può congelare”? Baggianate, son tutte baggianate, peraltro neppure di serie A. Come quelle del Divo Silvio. Inutile nasconderlo, abbiamo ripassato mentalmente Servizio Pubblico (lasciateci le nostre piccole perversioni) e ci siamo resi conto che di puttanate Silvio ne ha inanellate a catena. Dall’Imupensata da Tremonti al complotto per far cadere il suo Governo già bocciato alla Camera; dal sostegno morale agli evasori fiscali all’abuso di decreti legge pro domo sua, Berlusconi è paragonabile, dal punto di vista della legalità, all’Attila dell’erba che non cresce, allo Joseph Mengele della teoria della razza ariana, allo Stalin dei gulag luoghi di riposo, soggiorno e cura delle acque. È stato, ed è, l’unico vero flagello degli italiani negli ultimi 150 anni e meglio di lui non è il Professore. Dopo il Grillo che corteggia i nazisti di Casa Pound e dopo il Bersani che imbarca ricchi e industriali cos’altro resta a questa nazione se non un pianto sommesso, magari sulle rovine di Roma, dell’Impero che fu?

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