Vi riporto il comunicato di Anna Paola Concia che ha incontrato i ragazzi e il corpo docente del Cavour. Mi sento di condividere lo spirito ed anche le conclusioni. Aggiungo che questo segna uno spartiacque indelebile tra chi fornisce notizie solo per fare l’avvoltoio e chi invece per il bene della Comunità si informa e dà le notizie in modo corretto.
Mi scuso con tutti, in particolare con il corpo docente del Cavour, anche io per esserci cascata, ma è facile cascarci, quando a dare e commentare la notizia è il presidente di un’associazione che riceve soldi dalle istituzioni del Lazio.
Questo NON significa che la causa di suicidio tra adolescenti non sia lo scoprirsi diversi e che il Paese che dobbiamo costruire debba fornire gli strumenti corretti per gestire il malessere, i pregiudizi, il bullismo e la violenza.
P.s. Gia’ nel pomeriggio molti di noi hanno cominciato a ricevere sollecitazioni che andavano in direzione opposta a quanto raccontato tra cui alcuni aspetti che in un momento di lutto come questo ritengo doveroso non diffondere.
RAGAZZO SUICIDA/CONCIA: HO INCONTRATO PER DUE ORE I COMPAGNI DI CLASSE E I PROFESSORI“Oggi ho incontrato per due ore i compagni di classe e i professori del ragazzo suicida del Liceo Cavour di Roma. Ho voluto farlo per capire cosa fosse accaduto davvero.
I ragazzi mi hanno spiegato che hanno un doppio dolore: quello della perdita del loro compagno di classe e quello di essere stati descritti oggi su tutti i siti come i responsabili della sua morte.
Li ho trovati sconvolti e ho riscontrato un contesto scolastico assolutamente non ostile alla diversità”.
Lo dichiara Anna Paola Concia, deputata del Partito democratico.
“Era sicuramente un ragazzo originale, di certo in cerca della sua identità, come molti a 15 anni, ma di sicuro questa sua diversità era ben inserita nel contesto della classe.
La pagina su Facebook era una pagina costruita insieme a lui”.
“Mi sono sentita in dovere di andare a capire che cosa fosse accaduto davvero, come avrebbero dovuto fare anche altri. Ho cercato di spiegare a quei ragazzi così addolorati, che il clamore suscitato da questa notizia, e forse da sentenze azzardate, è legato al fatto che il bullismo omofobo è diffusissimo all’interno di tutte le scuole e che la parola gay, omosessuale, o peggio frocio, è una parola usata per disprezzare.
La diversità, l’originalità purtroppo sono sempre oggetto di derisione.
Il ragazzo aveva oggettivamente dei problemi familiari; purtroppo le ragioni profonde di questo suo gesto estremo le conosce solo lui”.
“Ora resta la grande amarezza di una giovane vita spezzata e di una società, tutta, che a tutti i livelli – politica, scuola, mondo della comunicazione e famiglia – ha il dovere di costruire gli strumenti per contrastare il disagio giovanile.
Qualsiasi sia stata la causa del disagio che ha portato questo giovane ragazzo a suicidarsi”.