L’ incipit è piuttosto semplice però permette un buono e scorrevole svolgimento:
Noboru, un uomo sulla trentina, torna alla sua città d’origine per tenere una conferenza nella sua vecchia scuola: è infatti diventato un noto scrittore e il suo sensei ha deciso di invitarlo e renderlo esempio per gli studenti. Proprio mentre si dirige verso l’istituto incontra Testuko, una sua vecchia compagna di scuola. I due iniziano a chiacchierare del più e del meno e riscoprono i vari tasselli del loro passato da liceali.
Siamo catapultati a quindici anni prima, dove lo scrittore Noboru non è altro che un semplice e anonimo studente che conduce la sua esistenza come fosse un gdr: ognuno deve salire di livello per ottenere ciò che più ardentemente vuole, un oggetto o una ragazza. Tra i vari trofei ambiti dagli studenti dell’istituto c’è l’amore della bella e popolare Testuko fidanzata però con Miyazaki, un importante amico d’infanzia del protagonista. Il senpai è un personaggio fondamentale. Infatti Noboru, che prova nei suoi confronti un grande rispetto, si renderà disponibile a diventare suo compagno in un’impresa quanto mai discutibile: tenere nascosta a tutta la scuola l’esistenza della sua seconda fidanzata, Momose. Come? Semplice! Facendola passare come la ragazza del suo caro vecchio amico, potendo dunque facilmente giustificare quei momenti di intimità che ogni tanto si vengono a creare con la suddetta. Inizia così una farsa che durerà settimane, nell’attesa che Miyazaki si decida a scegliere tra le due ragazze, entrambe follemente innamorate di lui, settimane in cui Noboru capirà
cosa significhi amare.
Non voglio raccontarvi molto altro della trama per lasciarvi la possibilità di assaporarvi il film - passo dunque a presentarvi gli aspetti che più mi hanno colpito.
Momose e Noboru sono due dei personaggi più belli che il cinema abbia mai concepito, paladini di un primo amore fresco, giovane e innocente, morale e non fisico, che oggi giorno sembra essere irrimediabilmente perso. Quello narrato è un tipo di sentimento terribilmente bello e doloroso da vivere, quello che crediamo sarà per sempre unico e inimitabile. Momose, è sicuramente una eroina dal gusto romantico, pronta a sopportare qualsiasi condizione la sorte le imporrà pur di ottenere l’amore del suo caro senpai. Proprio lei, in neanche metà pellicola, cambierà l’opinione di uno scettico e decisamente impreparato Noboru, che scoprirà che la “pazzia” della sua finta fidanzata non è altro che una comune conseguenza a quello che tutti paurosamente o con un po’ di emozione dicono sia l’innamorarsi. Magicamente si riscoprono le piccole cose, la bellezza della semplicità di certi gesti che diventano di colpo essenziali per continuare a vivere: una telefonata, un portachiavi, una chiacchierata sul tetto o un pranzo. Insieme al primo amore arriva però anche il non essere corrisposti, quella sconfitta celata o resa palese, quel peso che ci portiamo dentro fino a scoppiare e ad ammalarci. Interessante anche quella semi rivalità accennata verso la fine, quel voler superare il proprio livello e sconfiggere definitivamente il mostro.My Pretend Girlfriend è quel tipo di film che giustamente può essere chiamato romantico - soprattutto perché presenta una visione ormai perduta del vero amore. Il film non risulta essere troppo melenso (grazie soprattutto a quella visione, in qualche modo diversa dalla nostra, che i giapponesi possono proporre di un tale sentimento) e sicuramente riesce a colpire sul finale.
VOTO FINALE: P.S : come vi sarete accorti i post di Lucca non sono ancora finiti. Purtroppo ho avuto qualche problema di editing con i video (che probabilmente usciranno in settimana) quindi per non lasciarvi a a secco ho deciso di portarvi questo nuovo post opinione sperando che vi piaccia.Ci rivediamo in un prossimo post ^^