Cosa posso aggiungere al mare di fango che sta uscendo dalle varie inchieste che coinvolgono il Premier. Fango sulla Nazione, naturalmente. Già duramente provata dall’incapacità del Governo nel porre rimedio alla crisi economica, ora viene oltraggiata, violentata, annichilita dal comportamento del proprio Presidente del Consiglio. Nulla c’entra il privato, la privacy. Ognuno può fare ciò che vuole della propria vita privata, fermo restando il rispetto delle leggi. E Berlusconi non le ha rispettate, ad esempio, invitando le sue ‘amichette’ nell’aereo di Stato. Ricordo che Marrazzo si dimise dalla Regione Lazio anche perche usò l’automobile di servizio per recarsi dalle escort. Berlusconi ha usato l’aereo di Stato per i suoi giochetti, senza contare l’infimo comportamento da ‘uomo di potere’ avuto in svariate occasioni.
Non ci sono scuse, DIMISSIONI punto e basta.
Tanto per fare due esempi:
Berlusconi a Tarantini, sull’invitare a una festa Carlo Rossella e “Fabrizio Del Noce il direttore della fiction di Reteuno della Rai”:
«Così le ragazze sentono che c’è qualcuno che ha il potere di farle lavorare (…) Sono persone che possono far lavorare chi vogliono. Ecco quindi le ragazze hanno l’idea di essere di fronte a uomini che possono decidere del loro destino. Ecco l’unico ragazzo sei tu, gli altri sono dei vecchietti però hanno molto potere»Berlusconi a Tarantini che gli propone di rientrare a Milano insieme a lui sull’aereo del governo con Maryshtell Polanco:
«Vuoi venire… Se volete venire insieme a Milano si può»
Tarantini il giorno dopo:
«È impazzita su tutto, l’aereo, la casa, i filmati, i regali, la simpatia, le barzellette…»
Di seguito alcuni editoriali tratti dai principali organi di informazione italiani.
L’ottimo Gramellini su La Stampa:
Fatelo scendere
Mi sento come il passeggero dell’aereo più pazzo del mondo che, mentre l’apparecchio precipita, scosta la tenda della cabina di pilotaggio e scopre che il comandante e le hostess stanno gozzovigliando. Aiuto, fatemi scendere. C’è ancora un paracadute o se lo è portato via Giuanin, nome in codice del peruviano delegato dal Lavitola al ritiro delle bustarelle per i bisognosi? Un paracadute, per favore. Non per me. Per il comandante. Perché le prese in giro, le indignazioni, i severi moniti non bastano più. Qui bisogna costringere il vecchio pilota a mollare la cloche. Non è detto che ci si salvi. Ma con questo si va a sbattere di sicuro. All’atterraggio elettorale mancano ancora diciotto mesi e così non ci arriveremo mai vivi.
Cosa posso fare per convincerla, signor comandante? Scrivere tutti i giorni lo stesso articolo – vattene vattene vattene – fino a quando non se ne va? Ma tanto non se ne va. Augurarmi che lo spread coi titoli tedeschi salga a 500, 5000, 50.000, così saranno i mercati a intimarle lo sfratto? Sarebbe autolesionista. Sperare in una serrata dei Capi di Stato esteri nei suoi confronti: niente Italia al G8 finché a rappresentarla c’è l’amico di Giuanin? Che il destino risparmi al mio Paese questa umiliazione. Confidare nelle dimissioni in blocco di una cinquantina di parlamentari scelti e pagati da lei…? Ecco, mi sono già risposto da solo. Non resta che provare a stimolarla sull’unica materia che, mi dicono, le interessi più della ….: i libri di storia. Se mira ancora a entrarci, Cavaliere, si sbrighi a uscire.
Altri commenti:
Quel macigno nei giorni della crisi
MARCELLO SORGI (Stampa)
L’Italia merita qualcosa di meglio
MARIO CALABRESI (Stampa)
Una situazione insostenibile
MASSIMO FRANCO (Corriere)
Privati affari di Stato, al telefono
FILIPPO CECCARELLI (Repubblica)
Il Cavaliere risponda
EZIO MAURO (Repubblica)
Inutile spirale
LIANA MILELLA (Repubblica)
Ragionevoli considerazioni
PIERLUIGI BATTISTA (Corriere)