UN PUNTO DI VISTA
Partiamo da un dato inconfutabile: il poliziotto è un padre di famiglia, guadagna 1.300 euro al mese e ci tiene a tornare sano e salvo la sera a casa; durante le manifestazioni viene impiegato per tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica, il suo scopo è quello di far svolgere serenamente la manifestazione o il corteo i cui organizzatori sanno, preventivamente, che occorre seguire un certo percorso e che talune vie o strade restano precluse.
Tutto viene concordato in Questura e specialmente a Roma si cerca sempre un dialogo preventivo per evitare problemi e incidenti. Nello specifico della manifestazione Ast di Roma, chi è arrivato in piazza Indipendenza sapeva – da giorni – che non poteva recarsi verso la stazione Termini o verso via Molise in direzione Ministero Economia e Finanze.
Giuste o sbagliate, queste erano le prescrizioni. I vari Camusso e Landini sapevano: allora perché quando alcuni lavoratori hanno iniziato con lanci di bottiglie (quando te le vedi arrivare addosso non sai se sono molotov), calci, spintoni e insulti a tentare di sfondare i cordoni di polizia non sono intervenuti per riportare alla calma gli operai? Che cosa dovevano fare gli agenti? Farsi schiacciare e tornare a casa feriti (cosa che per altro è successa), come avviene del resto ogni anno con 6.000 operatori della sola Polizia di Stato che finiscono in ospedale?
Qualcuno ha chiesto al premier Renzi di abbassare i manganelli. Forse, anche a sinistra, da questa parte che si atteggia a sinistra, bisognerebbe riflettere su certe parole. Perché spesso fanno più danni delle manganellate. E, soprattutto, sono più pericolose.
(Questo articolo l’ho preso dal web. Purtroppo ho dimenticato di copiare anche il link dell’autore. Chiedo scusa per questa mancanza imperdonabile, ma l’articolo è scritto molto bene e condivido in pieno quello che dice l’autore).