Un ragazzo d’oro, Avati dirige la coppia Scamarcio-Stone

commento di Antonio Valerio Spera

Summary:

Il primo film italiano di Sharon Stone. Qualunque sarà la sua fortuna, Un ragazzo d’oro, nuova fatica dell’instancabile Pupi Avati, verrà ricordato così. Il regista bolognese, come ormai ci ha abituato da tempo, ama sorprendere con le scelte del cast (da Boldi e Greggio drammatici, fino a Cesare Cremonini attore stralunato), e questa volta l’ha fatta “grossa”, convincendo la star di Basic Instinct ad affiancare il divo tutto italiano Riccardo Scamarcio.

Ma a prescindere dagli interpreti, che mai come in questo caso fanno notizia – tra l’altro si è parlato molto negli ultimi mesi del “bacio casto” che si vedrà tra i due attori -, il film conferma che il cinema di Avati è un cinema fatto di storie. Assente dal cinema da tre anni, periodo in cui dopo Il cuore grande delle ragazze si è dedicato principalmente alla televisione, il regista racconta qui la storia di Davide Bias, giovane pubblicitario che sogna da tempo di scrivere un romanzo di successo e che sa placare la sua insoddisfazione solo con delle pillole. Figlio di un noto sceneggiatore di B-movie italiani anni Ottanta, Davide dopo la sua morte si trasferisce nella capitale dove incontra un’editrice da anni interessata alla pubblicazione del romanzo autobiografico che il padre voleva scrivere. La scoperta di questo desiderio mai realizzato dal genitore scomparso spinge il ragazzo a prendere in mano il suo progetto letterario e di portarlo alla luce come se a scriverlo fosse proprio il padre. Un modo per riconciliarsi con la figura paterna ma che forse non sarà sufficiente a dare pace al suo malessere interiore.

«Ero a Firenze per un concerto di Bocelli – racconta la Stone. Antonio mi hanno raggiunto e siamo scesi in treno assieme a Roma. Così è nata la nostra collaborazione, attraversando la campagna toscana abbiamo parlato della storia e del mio personaggio». L’attrice ha definito questa sua prima interpretazione italiana «un’esperienza incredibile», perché girare «negli stessi luoghi di Fellini e Visconti è molto emozionante», ma non ha riservato buone parole per il modo di lavorare del nostro cinema: «non c’era alcun tipo di organizzazione, mi hanno costretto a girare mentre sul set entravano giornalisti, fan, c’era il caos più completo: mi sono sentita venduta. Alla fine ho costretto tutti a uscire, era l’unico modo per lavorare con serietà». Chi invece ha ricevuto i complimenti della star Hollywoodiana è stato Scamarcio: «è stato bello lavorare con lui, è un attore molto versatile, e poi ha degli occhi stupendi».

Il film, prodotto dalla Duea Film, casa di produzione dei due fratelli Avati, e dalla Combo Produzioni in collaborazione con Rai Cinema, Un ragazzo d’oro vede nel cast anche Cristiana Capotondi, nel ruolo di Silvia, fidanzata che prova ad aiutare il protagonista ad allontanare le sue insicurezze, e la veterana Giovanna Ralli, nel ruolo della madre di Davide. Distribuito da 01 Distribution ed in uscita in sala il 18 settembre, il film dopo essere passato per il mercato del Festival di Cannes era tra i papabili titoli “veneziani”. Poi però non è stato selezionato né in concorso né fuori concorso. La frattura creatasi tra la Mostra del Lido e il regista bolognese dopo l’esclusione di quattro anni fa de La sconfinata giovinezza ancora non è stata sanata.

di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net