Si chiama Gennaro Bibberò ed è napoletano. Ma si chiama anche Janaka Jayawardana ed è un tamil originario dello Sri Lanka. Gennaro/Janaka sta pensando di farsi esplodere come un kamikaze, per protestare contro lo sterminio delle Tigri Tamil, i guerriglieri della minoranza etnica di religione induista che, dopo 30 anni di guerra civile, hanno perso ogni cosa (vite e speranze di libertà) nello Sri Lanka.
Un Paese che sta cercando una faticosa rinascita, come avevo spiegato qui su MilleOrienti . Ma torniamo a Gennaro/Janaka, che cova questo terribile progetto: lo metterà in atto? E cosa faranno gli altri napo-tamil che come lui coltivano sogni di ribellione e scrivono romanzi nell’Accademia dei Sotterranei, in questa segreta Napoli del sottosuolo, che sfugge a chi vive alla luce del sole? Cosa faranno Marisa/Tripura Sundari e gli altri?
Inizia così il romanzo italiano più originale degli ultimi anni: La letteratura Tamil a Napoli (editore Neri Pozza, pp.239, euro 17). L’autore è Alessio Arena, scrittore ma anche cantautore e autore teatrale, che vive fra la sua Napoli e Barcellona. Il romanzo è del 2014, ma come ben sanno i lettori di MilleOrienti io non segnalo solo le novità editoriali, perché, come ho già scritto, i libri non sono come il latte e non hanno scadenza. Sopratutto gli ottimi libri come questo.
In questo romanzo scritto con le unghie, scavando nella terra, nei sentimenti e nel sangue, Alessio Arena dimostra di conoscere bene non solo i volti meno noti di Napoli ma anche i fondamenti della cultura hindu dei Tamil, popolazione di origine indiana (Tamil Nadu) da secoli presente anche in Sri Lanka, ma diversa dalla maggioranza singalese sul piano culturale, religioso ed etnico. Ogni capitolo del romanzo è dedicato a un personaggio napo-tamil ma anche a uno dei dieci avatar di Vishnu. (Cosa siano gli avatar, parola sanscrita di uso comune su internet, MilleOrienti l’ha spiegato qui).
Il romanzo racconta dunque le aspirazioni, l’integrazione napoletana, la nostalgia per la terra natìa e i rischiosi progetti di questo gruppo napo-tamil, la cui vita ruota attorno all’Accademia dei Sotterranei, il luogo segreto (il sottosuolo partenopeo è pieno di cunicoli, che erano rifugi dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale) dove i napo-tamil si riuniscono e scrivono i propri romanzi. Da qui il titolo La letteratura Tamil a Napoli.
Come finisce questo libro – in cui il sangue di San Gennaro si mischia a quello di Vishnu, e la camorra si confronta con le Tigri Tamil – non ve lo dico. Leggetelo se amate Napoli, se vi interessa l’induismo, se vi incuriosisce lo Sri Lanka, ma sopratutto se apprezzate la buona letteratura, capace di creare personaggi memorabili e storie affascinanti. Non “carine”, non “alla moda”, non “conciliatorie”: affascinanti e basta. Attendo i vostri pareri su MilleOrienti.