Published on dicembre 8th, 2014 | by radiobattente
0L’America è lontana, dall’altra parte della luna, cantava un Lucio nostrano. E la grandezza del sogno americano spesso travolge anche noi che viviamo nella metà opposta del cielo, oscurando impietosamente quelle stelle che hanno vissuto nella nostra stessa terra.
Nella notte tra il 28 e il 29 novembre, appena una settimana fa, si è spento in un letto dell’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto Joe Vescovi. Chiuso il sipario, spente le luci, è scomparso a 65 anni uno dei più grandi tastieristi italiani, membro storico del gruppo progressive dei Trip.
La formazione originaria della band risale al 1967 ed è di impronta esclusivamente inglese.
Tra i suoi componenti riecheggia il leggendario nome di Ritchie Blackmore in veste di chitarrista. Blackmore, una volta conclusa questa breve esperienza, tornerà in Inghilterra e nel ruolo di visionario alchimista musicale darà vita ad una creatura sacra del rock, consacrata alla storia col nome di Deep Purple.
E proprio Joe fu successivamente interpellato da Blackmore, quest’ultimo alla ricerca di un tastierista per i Rainbow, ruolo che fu in seguito assegnato a David Stone.
Nel 1969 Blackmore e Broad abbandonano la band, sostituiti da Joe Vescovi alle tastiere e da Pino Sinnone alle percussioni. Dalla magistrale commistione di elementi italiani e inglesi, inizia a consolidarsi l’ossatura della band. Grazie alla firma stipulata nel 1970 con la major RCA, il gruppo inizia a mietere i primi successi. A seguito degli abbandoni di alcuni componenti, la band conta ormai tre membri, creando dunque una formazione a tre in chiaro stampo Classic Prog. Nel 1972 esce lo storico LP Atlantide che impone i Trip come risposta “underground” a nomi di mostri sacri come gli Emerson, Le Orme o Atomic Rooster. Vescovi diviene una figura assolutamente capace di rivaleggiare con nomi del calibro di Keith Emerson e Rick Wakeman grazie ai suoi virtuosismi tecnici coadiuvati da una straordinaria creatività. L’ultimo lavoro dei Trip sarà Time of Change, che segnerà l’inevitabile tramonto della band torinese a seguito del fallimentare cambio di etichetta, del successo irripetuto di Atlantide e dell’abbandono di Furio Chirico per la cura del progetto di Arte e Mestieri. Una volta conclusa l’esperienza, Vescovi si unisce dapprima agli Acqua Fragile e successivamente ai Dik Dik. La carriera di Joe è al giro di boa, ma fino alla fine sarà legata fedelmente alla musica.
Non resta dunque che ripercorrere in senso inverso la storia che abbiamo raccontato sulle note di Fantasia, brano dello stesso Joe Vescovi e Sinnone: “Cammino su nel cielo a piedi nudi e poi la porta si aprirà per me…”, ”Fantasia, un gran viaggio nell’Eternità”.
Ed è il luogo in cui ci piace immaginare sia approdato Joe.