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Un gruppo di uomini si ritrova furtivamente di sera in una casa sul lago, cercando di fare il meno rumore possibile. Tende vengono tirate per riparare l’interno da sguardi indiscreti. Cassetti vengono aperti per estrarne misteriosi oggetti avvolti in carta di giornale. Ed ecco che un panno verde viene steso sul tavolo e le carte fanno la loro comparsa. È l’inizio di un famoso film, girato quasi integralmente sul Lago d’Orta.
Si tratta di “il piatto piange” del 1974, un film di Paolo Nuzzi tratto dal primo e più famoso dei romanzi di Pietro Chiara. Originalmente ambientato a Luino, il film fu girato sul lago d’Orta per ragioni tecniche, ed è solo uno dei tanti realizzati sulle sponde del lago.
Il nostro lago del resto ha attirato da sempre anche gli scrittori, a partire da quell’Enea Silvio Piccolomini, di cui si è già parlato in questa rubrica tempo addietro, e che descrisse Orta e Pella nel 1434 prima di diventare addirittura Pontefice.
Gli autori sono davvero tanti e non è possibile citarli tutti, anche se c’è chi li ha censiti in una piccola antologia tascabile “Tracce d’autore”, un percorso sugli itinerari letterari del lago d’Orta e del Mottarone.
Uno dei casi più singolari riguarda il volontario esilio di Mario Soldati sul Lago d’Orta negli anni Trenta del Novecento. Con l’amico Bonfantini trovò nel perduto villaggio di Corconio, un luogo magico che ancora oggi sembra fuori dal tempo, il rifugio ideale ai molti dispiaceri di quegli anni, sul fronte professionale, politico e sentimentale.
Preso alloggio in un piccolo e tranquillo alberghetto Soldati trascorse il tempo in serenità a ricaricare le pile, giocando a carte con gli amici o facendo lunghe passeggiate, raccogliendo idee e spunti che gli permisero di scrivere tre romanzi in due anni. Una carica di energia che esploderà pochi anni dopo alla vigilia della guerra. "In quei diciotto mesi fatali della mia vita” scrisse Soldati “mi innamorai tre volte: di un'olandese, di un'attrice” (Alida Valli, ndr) “e di mia moglie Jucci".
Subito dopo la regia di “Piccolo mondo antico”, tratto dal romanzo di Antonio Fogazzaro, che farà di lui anche un regista famoso. Negli anni della guerra però non era semplice mantenere posizioni antifasciste. Così inquietanti personaggi si muovevano attorno a Soldati, facendo tante, troppe domande.
Come un agente dell’OVRA, la polizia segreta fascista, inviato apposta da Novara per tenerlo d’occhio, per paura che potesse passare il confine svizzero e unirsi ai rifugiati. La fine della guerra portò però grandi novità, come l’avvento della televisione. Soldati fu uno dei primi a capirne le potenzialità e ad usarla in modo moderno, inventando quel “Viaggio nella valle del Po” che tanto ha insegnato alla migliore televisione e alla cultura enogastronomica dell’Italia.
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