Magazine Diario personale

Un tram chiamato… caos

Da Giovanecarinaedisoccupata @NonnaSo

milano_tram1

Dunque, ieri (come ormai saprete) ho deciso di premiare la mia settimana di clausura in casa con un’uscita nell’ora che preferisco (il tramonto, che ieri era così terso e quasi estivo) nella città che preferisco (la mia, Milano).

Perdipiù, ho deciso di concedermi il “lusso” di una corsetta in tram, per raggiungere nota zona centrale di Milano, dove incontrare un’amica per fare quattro passi. Teoricamente il tutto non avrebbe dovuto impiegarmi più di 15 minuti… si trattava di fare meno di una decina di fermate nella pittoresca cornice di Cadorna, Cairoli, Castello, piazza Scala e così via… senonchè…. il caos.

Ora, io posso capire che l’universo ce l’abbia con noi disoccupati ma..deve davvero manifestarlo così apertamente? Noi sopravvivachiamo anche senza…

Niente, non avevo fatto più di tre fermate che boh, il tram si ferma. Così, a un incrocio dietro Galleria. Fermi.

Ne approfitto, dico io, visto che siamo tutti comodamente seduti, al caldo, la città si muove così poeticamente frenetica attorno a noi mentre il sole cala ma noi non abbiamo tutta questa fretta e possiamogoderci il giretto, per guardarmi attorno, scattare qualche foto, fare la turista, …postare sul blog.

ma il blog, strumento supremo nelle mani della Divina Improvvidenza, si blocca. vi manda 2 copie quasi uguali dello stesso post (Che ho dovuto riscrivere visto che non mi dava sni di vita), vi tedia, insomma, più del solito con i miei sproloqui e poi.. kaputt. muore.

Così, semplicemente.

Così come tutti noi vorremmo poterci lasciare andare. Un kaputt e via, chissenefrega.

E invece no. Noi ci dobbiamo guardare attorno, constatare che ancora il tram è bloccat, che succede il bailamme, che la città che ci si muoveva poeticamente attorno invece è ferventemente incazzata, sull’orlo di una crisi di nervi.

Impiegatucoli appena usciti da lavoro (beati loro, cos’hanno da incazzarsi tanto..?) che vorrebbero tornare a casa e invece sono costretti a restare bloccati nell’insolito traffico, difronte alla mano alzata di un poliziotto in tuta antisommossa. Che blocca il traffico ad libitum senza offrire alcuna scusa.

Scusa che invece ci perviene dal conduttore di tram, che ci guarda allargando le braccia, mortificato, e ci dice: “Signori non voglio tenervi in ostaggio, se volete vi apro e vi faccio scendere, non so cosa sia successo ma c’è una coda lunga bloccata qui davanti…” e così è.

Il gentiluomo ci libera dal ventre di ferro e ci fa scendere sul pavè sconnesso, così tipico di Milano, perfino indicando ai turisti smarriti dove poter andare a prendere la Metropolitana, nella speranza di non causare loro troppi disagi.

Una goccia di gentilezza rètro, nel mare caotico in cui ci siamo dovuti fare largo a bracciate e spintoni, iuscendo solo a comprendere che le vie intorno alla Scala erano state bloccate in attesa di (chi? cosa? perchè?). Come al solito, all’italiana maniera, nessuno sa e nessuno deve sapere, e noi ci siamo allontanati con il dubbio, ma solo il dubbio eh.. che il caro Presidente della Repubblica, dopo aver portato conforto ai detenuti di San Vittore, abbia sentito così, l’impellente desiderio di concedersi un piccolo “lusso”. Una serata a teatro, magari una cenetta romantica.

E c’era bisogno, dico io… di rovinare la serata agli altri???????

tram milano


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