Certo, il trasloco è solo l'inizio, una minima parte del lavoro che ci aspetta per adattare il nuovo appartamento a noi.
Da dove cominciare? Le cose da fare sembrano infinite - e in effetti lo sono, credetemi: sembrerà di non finire mai, appena terminato un lavoro se ne presenterà subito un altro a cui non si era pensato prima. Ma dopotutto non è forse anche questo parte del divertimento? Ebbene, noi abbiamo deciso di cominciare i nostri lavori dalle pareti.
Buona norma vorrebbe che, giunti in una nuova casa, prima di portare dentro qualsiasi cosa si ritinteggiassero i muri. Le ragioni sono varie:
- Più la casa è vuota, più veloce è la tinteggiatura, non dovendo spostare troppi mobili, soprammobili e ninnoli vari;
- Non c'è nulla in una casa che dia più sensazione di pulito di una parete immacolata;
- Ritinteggiare, come mi ha insegnato quell'esperto di traslochi che è mio padre, porta anche una ventata di igiene ai muri (soprattutto se implica trattamenti anti-muffa);
- Se non lo si fa subito, potrebbe passare molto tempo prima che si trovino il tempo e la voglia di farlo, perché tinteggiare è sempre un'operazione lunga e complessa, sia che lo si faccia da soli, sia che si richieda l'aiuto di un professionista.
Bene, una fatica in meno, per ora. Anche se... qualche lavoretto ai muri andava fatto comunque.
Il palazzo è vecchio, uno di quegli edifici di una volta dalle straordinarie caratteristiche antisismiche, resistente a sollecitazioni e vibrazioni grazie alla sua elasticità. Ma il rovescio della medaglia era davanti ai nostri occhi: le pareti del salotto erano attraversate da alcune crepe.
Nulla di pericoloso, ben inteso, solo qualche rottura nell'intonaco.
Un po' di stucco bianco è stato sufficiente a cancellare le crepe, ma era inevitabile che un leggero alone rimanesse anche dopo l'asciugatura. Come rimediare?
Pitturare solo le crepe non sarebbe servito, sarebbe comunque rimasta una striscia di un diverso punto di bianco. E di rimettersi da capo a tinteggiare tutte le pareti appena ridipinte per colpa di una crepa non ne avevamo per niente voglia.
Ecco che al mio fidanzato viene in mente la soluzione perfetta!Abbiamo acquistato un vaso di edera da appartamento, di quella i cui rami non si arrampicano ai muri, ma penzolano liberi verso il basso. Noi abbiamo scelto una pianta di pothos (Scindapsus aureum per essere precisi e scientifici). L'idea era di farla arrampicare lungo la crepa per mascherarla.
Certo, usare un'edera che si attacca da sola alle pareti sarebbe stato forse più rapido, ma una pianta di questo tipo rischierebbe di fare più danno che beneficio, staccando via porzioni di quell'intonaco che dovrebbe coprire. Ecco la ragione della scelta di una pianta diversa. L'unica accortezza che quest'edera richiede è di essere posizionata in un ambiente ricco di luce (cosa che non è assolutamente un problema in un appartamento luminoso come il nostro).Ecco come fare, dunque, arrampicare dei rami abituati invece a penzolare liberamente.
Il mio fidanzato ha attaccato alcuni chiodini seguendo il percorso della crepa, posizionati in punti strategici, in corrispondenza di angoli e curve, proprio a segnare la linea da far seguire alla pianta. A questi chiodini ha quindi attaccato dello spago, che ha poi fatto passare delicatamente attorno al ramo.
Et voilà, il gioco è fatto! La nostra edera crescerà, anche abbastanza velocemente, quindi in poco tempo riusciremo a coprire tutta la crepa, creando un angolo di arte verde in salotto, in cui avere l'illusione dell'edera che si arrampica liberamente lungo la parete come farebbe attorno a un tronco in un bosco. Invece siamo noi, con chiodini praticamente invisibili, a darle la direzione voluta per mascherare l'antiestetica crepa. Quando poi inizierà a crescere troppo potremo decidere anche di potarla alla lunghezza desiderata. E chissà che non ci venga voglia di ideare delle leggere decorazioni da appendere in occasione delle feste natalizie..."E quando ci sarà davvero da ritinteggiare?" vi starete chiedendo. In quel caso avremo un lavoretto in più da aggiungere allo spostamento di mobili e accessori: bisognerà staccare i rami dai chiodini e poi riposizionarli, ma sarà sempre più facile dello staccare i rami di edera rampicante tenacemente saldati da soli alla parete. Questo è solo il primo progetto green che abbiamo in mente per la nostra casa: a breve conoscerete anche gli altri!