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"Un venerdì da cinepanettoni". Mereghetti vs Sky

Creato il 14 settembre 2012 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1

Si discute in queste ore riguardo l'articolo apparso ieri su Il Corriere della sera, scritto da Paolo Mereghetti, contro lo spot in onda su Sky dall'invitante titolo: Un venerdì da cinepanettoni.
Il critico italiano, che io peraltro non amo in particolar modo, ha fatto le sue considerazioni, ritenendo colpevole l'emittente televisiva di esaltare la bassa qualità e il disimpegno, promuovendo film cretini a sfavore di quelli di qualità.

<<Forse è solo un caso, una coincidenza fortuita, ma il livore gratuito che si legge in certi attacchi a Marco Bellocchio e il disprezzo grossolano che Sky ha messo in campo per pubblicizzare la programmazione di una serie di cinepanettoni mi sembrano i sintomi di un’unica, inquietante mentalità: il disprezzo qualunquista per una cultura che si vorrebbe all’altezza dei tempi e che quei tempi cerca di interrogare, contrapposta all’esaltazione di un cinema di disimpegno e disinformazione ma che permetterebbe di «rilassarti» e «farti una risata fuori stagione».
È questo il messaggio finale di uno spot in onda in questi giorni. Quattro amici al tavolo di un ristorante discutono come impiegare il venerdì sera: chi propone «l’ultimo film di Kiarostami», chi «Godot al mattatoio», chi deve scegliere tra «una performance tribale e un concerto di musica concreta», salvo poi decidere per un «cinepanettone per tutti». Lo dicono sorridendo ma anche vergognandosi non poco delle proposte precedenti, tipiche, ci viene suggerito, del culturame intellettuale che si riempie la bocca di belle parole (magari in difesa di Bellocchio, viene da aggiungere) e poi non può fare a meno di divertirsi con quel tipo di film, «con le sue allegre scorregge, le sue battute pesanti e gli inevitabili flussi di m… in faccia a De Sica e a Ghini, rutti compresi», come ha sintetizzato uno dei massimi teorici nazionali del genere>>.
Qui potete leggere l'articolo completo
A leggere l'articolo di Mereghetti è chiaro lo spirito polemico, del critico ferito nel "profondo". Ma non è chiaro, e forse non può esserlo in maniera definitiva, l'atteggiamento ideale che un lettore/spettatore debba assumere di fronte allo spot imputato. Voglio dire, la reazione di Mereghetti è stata quella di un cinefilo/critico che si è formato negli anni più importanti del cinema italiano. Per uno che si è laureato in Filosofia discutendo una tesi sul cinema di Orson Welles, è fin troppo palese lo sconcerto di fronte a uno spot del genere. Io non amo le sue recensioni, né tantomeno ho mai letto il suo Dizionario dei film, quello che dal 1993 sembra essere il più venduto in Italia. Giusto per intenderci...
C'è chi si trova d'accordo con Mereghetti, e dunque ha interpretato lo spot come uno squallido stratagemma commerciale mirato a incentivare ancora di più quella fetta spettatoriale che tanto ama perdersi nelle risate   (risate=parolacce, rutti e scorregge) e godersi al meglio il venerdì sera. Ma, molti si domandano (me compresa), non sarà un atteggiamento troppo "snob", del critico che vuole a tutti i costi imporre un pensiero assoluto che esiste da ormai mezzo secolo? E se il Mereghetti avesse espresso comunque il suo (condivisissimissimissimosibile) pensiero dando però all'articolo una leggera dose di umorismo, mettendo da parte l'ostentata rabbia e il risentimento del critico"con gli attributi"?
Io non discuto sul "merdume" cinematografico...quello è, e quello rimane. Attenzione a non fraintendere!!! Il fatto è, che delle volte, mi piace prendere le cose dando loro una sottile sfumatura di ironia e umorismo e concedere magari molteplici interpretazioni, anche a uno spot pubblicitario che di "primo acchito" condannerei a morte. I quattro "soggetti" del video altro non sono che parodia dello stesso pubblico che ogni Natale va al cinema a vedere i film di De Sica e Boldi. Quelli che vedono nel cinefilo che apprezza la qualità, l'intellettualone occhialuto e pesante, incapace di passare un venerdì sera all'insegna delle risate...


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