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Un venerdì fascista a Trieste

Creato il 18 novembre 2012 da Casarrubea
Quelli di Casa Pound

Quelli di Casa Pound

Ricevo da Claudia Cernigoi, storica triestina, il seguente articolo che pubblico volentieri, ringraziandola per il suo apprezzamento del mio blog.

Tutto inizia quando un mio amico mi segnala un evento facebook: la presentazione a Trieste, il 16 novembre, dell’autobiografia di Stefano Delle Chiaie. Vado in rete e trovo che l’iniziativa, organizzata dall’associazione Novecento di Trieste con l’indicazione “evento pubblico”, prevede oltre alla partecipazione dell’autore anche un “dibattito pubblico” con Gabriele Adinolfi, Fausto Biloslavo e Adriano Segatori.

Nello stesso giorno, curiosamente, si svolge anche un’altra iniziativa “di destra”: una conferenza di Forza nuova con la partecipazione dell’economista Eugenio Benetazzo che sembra avere smentito le teorie forzanoviste – ma non solo – che l’unico modo di uscire dalla crisi sia uscire dall’Euro.

Come sa chi mi conosce, i miei campi di indagine giornalistica sono fondamentalmente due: il periodo della seconda guerra mondiale, ed il neofascismo e la strategia della tensione. Su questo ultimo argomento ho pubblicato diversi studi: da “La memoria tradita” assieme a Mario Coglitore (Zic, Milano 2002), a svariati dossier editi in proprio (“1972, ricordi della strategia della tensione”; “1974, tracce della strategia della tensione”; “Gli occhi di Almirante”, “All around CasaPound”; “No GUD”; “L’ombra di Gladio: le foibe tra mito ed eversione”).

Non potevo perdermi un “evento” come l’incontro con Delle Chiaie, quindi sono andata alla sala cittadina dove il tutto aveva luogo, ma sono stata avvicinata da un funzionario di polizia, responsabile dell’ordine pubblico per l’occasione, che mi ha consigliato di non entrare nella sala, perché “tutti” i partecipanti al convegno non vedevano di buon occhio la mia presenza, che avrebbe pertanto costituito un problema di ordine pubblico.

Ora è grottesco che persone che hanno attraversato indenni la strategia della tensione  (incriminati, condannati, assolti, latitanti, rimpatriati e chi più ne ha più ne metta, perché la partecipazione al convegno era davvero variegata) si preoccupino della presenza della sottoscritta al punto da suggerire alla polizia di consigliarmi di non entrare per evitare problemi di ordine pubblico.

Torniamo a Stefano Delle Chiaie, il caccola degli anni ‘60 e ‘70, ricercato per presunte partecipazioni al golpe Borghese ed agli attentati del 1969 (successivamente prosciolto), latitante in Spagna e poi in Sudamerica, dove lavorò per il governo golpista e criminale di Pinochet. Delle Chiaie ha un forte legame con Trieste e i triestini: quando nel 1990 ebbe un incidente automobilistico nel quale perse la vita la sua convivente, a bordo con loro si trovavano i triestini Giampaolo Scarpa (l’avanguardista nazionale che accoltellò un giovane comunista diffusore de l’Unità nel 1973 a Viareggio) e la sua allora consorte Marina Marzi, oggi attiva sia nell’Associazione Novecento assieme ad Angelo Lippi, sia nell’Associazione combattenti della Decima Mas e coordinatrice del Centro Studi Panzarasa, che raccoglie appunto materiale della Decima donati dal reduce Carlo Alfredo Panzarasa.

Marina Marzi ed il cognato Claudio Scarpa  nel 1992 furono candidati a Trieste per la Lega delle leghe di Delle Chiaie, assieme al futuro leader di Forza nuova Fabio Bellani. Anche Claudio Scarpa si trovava ieri a ricevere il camerata di tanti anni prima, a dimostrazione che esistono rapporti umani che durano per la vita.

Altra presenza interessante, lo storico Lorenzo Salimbeni, collaboratore della rivista Eurasia di Claudio Mutti (comunitarista, ma in tempi lontani tra i fondatori di Ordine Nuovo) e rappresentante di un’altra associazione comunitarista, Strade d’Europa, ma anche relatore storico per la Lega nazionale (nella presentazione di un libro sull’Ozna del fiumano William Klinger, che per quel poco che abbiamo sentito, è un testo ricco di bufale storiche che evidentemente Salimbeni non ha colto, visto che le ha avallate), e, cosa ancora più interessante, curatore del capitolo dedicato al periodo nazista nel libro sulla storia dei Carabinieri di Trieste, pubblicato l’anno scorso a cura del Comando provinciale triestino dell’Arma.

Anche in altra occasione la Novecento dimostrò di non gradire presenze “estranee”: alla presentazione della ristampa anastatica della rivista della Decima Mas, ristampa finanziata anch’essa con fondi regionali, cercò di impedire alla sottoscritta ed altre due persone di accedere alla sala, affermando che si trattava di una riunione privata di ex combattenti della Decima (nonostante il comunicato fosse stato diffuso dall’Ansa…). La Novecento ha organizzato negli anni passati incontri pseudoculturali (in realtà apologetici del fascismo, ed anche del nazismo) con veterani delle Waffen SS, a difesa di Priebke, con l’accusato (e poi patteggiatore) di traffici di mercenari Franco Nerozzi, con Marco Pirina sulle foibe, con lo storico Diego Redivo (anch’egli presente all’incontro con Delle Chiaie). Oggi sembra avere diradato l’attività e si occupa quasi soltanto della diffusione dei testi e della storia (agiografica, ovviamente) della Decima Mas.

L’incontro con Delle Chiaie ha rappresentato in effetti un interessante fuori programma nel contesto generale.

Stefano Delle Chiaie

Stefano Delle Chiaie

Infine una breve osservazione su questo venerdì nero a Trieste: la concomitante iniziativa di Forza nuova ha praticamente oscurato (anche perché più pubblicizzata) quella con Delle Chiaie. Cosa che potrebbe sembrare strana, dato che alcune persone (Adinolfi e Bellani, ad esempio) sembrano essere collaterali ad entrambe; ma, appunto per questo, sorge il sospetto (eh sì, dato il loro comportamento mi fanno diventare sospettosa e dietrologa) che si sia trattato di cosa voluta, cioè che a Trieste si parlasse solo di Forza nuova (che, date le sue recenti posizioni in materia di immigrazione ed omofobia, non può che far parlare – male – di sé) allontanando l’attenzione da questo raduno di vecchi camerati provenienti dritti dritti da quel periodo di anni di piombo e tritolo di cui, guarda caso, si sta riparlando in questi tempi per le riaperture delle inchieste sulle stragi di allora.

Un incontro solo per gli addetti ai lavori, un incontro cui non far partecipare giornalisti (soprattutto una giornalista), un incontro per parlare di che, dunque? Dato che non ho potuto assistere, potrò soltanto immaginare.

Il fascismo non è mai morto, lo vediamo in questi giorni in cui (coincidenza, sempre a Trieste) viene fondata la sezione italiana di Alba dorata, ed in cui a Roma gli scontri (che sconsideratamente anche a sinistra qualcuno ha valutato in maniera positiva) sono stati provocati dal Blocco studentesco di CasaPound. Qualcuno ha ricordato a questo proposito la canzone degli scontri di Valle Giulia (“non siam scappati più, cantava Paolo Pietrangeli), dove la canzone era “di sinistra” ma gli scontri erano “di destra”, e guarda caso proprio organizzati da Delle Chiaie.

E Delle Chiaie, due giorni dopo gli scontri organizzati dal Blocco studentesco a Roma viene a parlare a Trieste; “sono giornate un po’ particolari”, mi ha detto il funzionario di polizia, motivo per cui la mia presenza sarebbe stata ingombrante (sì, ma mica le ho rese particolari io, queste giornate, voglio dire). E non sarebbe la prima volta che Trieste ha un ruolo particolare nella storia della strategia della tensione, basti pensare che sia la bomba di piazza Fontana che la bomba di Brescia erano state precedute da “prove generali” a Trieste, tutte e due le volte alla scuola slovena di San Giovanni.

Il fascismo attecchisce nei momenti di crisi, sia crisi economica (e la viviamo), sia crisi di valori (ci siamo); il fascismo può offrire un’alternativa valida alla democrazia, quando la democrazia impedisce ai poteri forti, i poteri reali, quelli economici, di fare tutto quello che vogliono, perché anche i cittadini hanno dei diritti.

Allora appare logico tirare di nuovo fuori il fascismo, eliminare i diritti, togliere la democrazia, tutto ciò che disturba i manovratori. Il fascismo è sempre stato il braccio armato del capitalismo, checché oggi vogliano sostenere i rappresentanti della destra sociale che si proclama antimondialista e contraria allo strapotere delle banche. E però si diffondono sempre di più le tematiche comunitariste o rossobrune, trappola in cui cadono ancora più facilmente oggi, in un periodo in cui l’analisi politica latita, soprattutto i più giovani che non hanno (non gliel’abbiamo trasmessa noi vecchi) memoria storica su queste cose.

Conoscerli per combatterli: eh sì, allora sì che si capisce perché non mi vogliono tra i piedi…

Claudia Cernigoi


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