27 SETTEMBRE – Un vento fresco e nuovo sta attraversando la Chiesa, grazie alla straordinaria attività di Papa Francesco. Amato dai giovani quanto Papa Giovanni Paolo II, questo pontefice ha portato rinnovamento nella Santa Sede e in tutta la Chiesa Cattolica non soltanto da un punto di vista spirituale, ma anche riguardo a questioni spinose, fonte, molto spesso, di forte imbarazzo per la Santa Sede. In primis, Francesco si è adoperato per rinnovare il codice penale del Vaticano, introducendo, come reati, la pedopornografia, gli abusi sessuali su minori, il possesso di materiale pedo-pornografico e i crimini contro l’umanità; ha inoltre abolito l’ergastolo imponendo invece la detenzione fino a trentacinque anni. Tutto questo è avvenuto attraverso un Motu Proprio che ha lasciato stupito il mondo per la rapidità e l’efficienza con cui il nuovo pontefice si è dedicato a queste problematiche. Ma non soltanto questo: per la prima volta, il pontefice ha permesso alle autorità competenti di controllare i conti dello IOR, la tanto discussa banca che negli ultimi decenni è stata al centro di numerosi scandali e presunti complotti. L’Istituto per le Opere di Religione è stato sottoposto al controllo di una commissione speciale formata da cinque membri, presieduta dal cardinal Raffaele Farina, già Archivista Emerito dell’Archivio Segreto Vaticano e Bibliotecario Emerito della Biblioteca Vaticana, con lo scopo di controllare che l’attività dell’istituto si svolga nel rispetto delle norme e dei fini della Chiesa Cattolica. Con questa decisione innovativa, Francesco ha potuto far fronte alle accuse e alle richieste di chiarimento da parte delle autorità nei confronti dell’attività economica della Santa Sede. Il rinnovamento del pontefice non si ferma tuttavia soltanto alle questioni giuridiche ed economiche della Chiesa Cattolica, ma anche al problema più scottante affrontato dalla Chiesa durante gli ultimi vent’anni, e già coraggiosamente affrontata da Benedetto XVI, vale a dire la pedofilia nel clero. Francesco, ricevendo in udienza l’arcivescovo Muller, Prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede, gli “ha raccomandato che la Congregazione, continuando nella linea voluta da Benedetto XVI, agisca con decisione per quanto riguarda i casi di abusi sessuali, promuovendo anzitutto le misure di protezione dei minori, l’aiuto di quanti in passato abbiano sofferto tali violenze, i procedimenti dovuti nei confronti dei colpevoli, l’impegno delle Conferenze episcopali nella formulazione e attuazione delle direttive necessarie in questo campo tanto importante per la testimonianza della Chiesa e la sua credibilità”. Inoltre, in seguito alle insistenze dell’arcivescovo di Glasgow Tartaglia, Francesco ha allontanato il cardinale scozzese e arcivescovo emerito di Saint Andrews e Edimburgo Keith O’Brien, imponendogli di lasciare la Scozia e cominciare un percorso di pentimento e preghiera.
Se le innovazioni sul fronte delle problematiche giuridiche ed economiche sono state notevoli, tali sono anche quelle sul fronte religioso e spirituale. Basando la sua missione sulla povertà e la carità, Francesco ha voluto continuare per alcuni aspetti l’attività di Benedetto XVI, con il quale convive e ha scritto un’enciclica sulle virtù teologali (è la prima volta nella storia che due pontefici convivono e agiscono insieme), mentre in altri casi si è allontanato dal suo predecessore mostrando un desiderio di apertura maggiore. Punti cardinali della missione del pontefice argentino sono l’attenzione agli umili e la povertà. Il suo desiderio di umiltà e l’idea che lo stesso pontefice debba attenersi a questa sono chiari già dal suo primo discorso. L’abbigliamento, l’anello pescatorio e la stessa semplicità del suo agire, sono simboli di una maggiore apertura verso i popoli. Se aveva già stupito la franchezza di questo pontefice, ancor più l’opinione pubblica è stata affascinata dal desiderio di dialogo con gli omosessuali e le coppie di fatto. Pur impostando la famiglia su un rapporto fra uomo e donna, questo pontefice non esclude gli omosessuali e le coppie di fatto, mostrando, se non altro, un desiderio di dialogo e di comprensione particolarmente stimolanti per il mondo della cultura e per l’opinione pubblica. Durante una conferenza al suo ritorno dal Brasile, Francesco ha affermato di non voler emarginare i gay dalla società ma anzi di integrarli. Ha dichiarato invece del tutto sbagliato parlare di lobby poiché, oltre a essere troppo spesso frutto della fantasia dell’opinione pubblica, sono immorali. Forse proprio per questa franchezza, il pontefice argentino è sempre più apprezzato. L’ex arcivescovo di Buenos Aires, inoltre, si oppone apertamente al potere economico e alle ingiustizie. Lo dimostra tutta la sua attività pastorale precedente e anche quella attuale. L’idea di affiancare i poveri e di opporsi ad una accettazione totale delle ingiustizie e differenze economiche sembra essere diventato uno scopo importante per Papa Francesco. Non va dimenticato che durante la crisi argentina, l’allora arcivescovo ebbe parole di fuoco contro i soprusi economici della politica e delle lobby. Nel 2002, quando la crisi argentina divenne sempre più forte, Bergoglio affermò che “non dobbiamo tollerare il triste spettacolo di coloro che non sanno più come mentire e si contraddistinguono per il tentativo di mantenere i loro privilegi, la loro avidità e la loro ricchezza guadagnata con disonestà”. Queste parole furono all’origine di molti movimenti e sembrano dettate da un vivo desiderio di rendere il Cristianesimo una matrice di cambiamento sociale effettivo. Giunto al soglio pontificio passando dalla Teologia della Liberazione, da lui rifiutata, almeno nei suoi tratti più estremi, e combattuta dall’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede cardinal Ratzinger, Bergoglio è diventato un simbolo di speranza e di cambiamento per l’intero mondo cattolico e non solo, tramutandosi in un simbolo cui tutti ora guardano.
Enrico Cipriani
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