Mi piace parlare con i giovani poiché sono quelli che sentono più il bisogno di sapere come stanno le cose.
Giovanni
Sono queste alcune parole regalatomi dal signore che avevo al mio fianco durante il viaggio in aereo di oggi. Ecco, lo definirei il viaggio in aereo più interessante che io abbia fatto.
Sessantacinque anni, forse, cappotto, cappello stile Frank Sinatra, un po’ grasso, occhiali, barba incolta, aria da intellettuale, da chi ha vissuto la vita, le generazioni, i problemi, gli scontri, le piazze, gli uffici. Giovanni (non mi dice il cognome), si presenta come giornalista, mentre lo dice rimango affascinato dal suo modo di parlare, elegante e facile, il mostrarsi interessato nel sapere chi io sia, cosa io facessi nella vita.
Dopo avergli spiegato cosa io facessi nella vita, se ne esce con un <<vedi, non importa cosa tu faccia nella vita, se sei uno studente, o un panettiere piuttosto che un avvocato o un medico… l’imporante è credere in quello che si fa, e farlo con dignità. E la tua, la sento!>>.
<<Mi piace parlare con i giovani poiché sono quelli che sentono più il bisogno di sapere come stanno le cose>>. Mi ricordava tanto un professore che avevo avuto alle superiori, solo che lui a differenza dal mio vecchio prof non aveva una voce ridicola e petulante.
Ad un certo punto mi chiede <<tu sei di sinistra o di quell’altra parte?>> ecco, è con quel di quell’altra parte che mi ha aperto la porta del suo mondo, lì ho cominciato a capire tutto, o quantomeno a provarci. Gli ho risposto con un <<non mi piace stare dall’altra parte…>> strappandogli un sorriso, e un <<bravo!>>
<<Probabilmente penserai che sia il solito vecchio comunista, ma non sto a convincerti del contrario, anche perché probabilmente lo sono. Ed oggi, non potrei che esserne fiero.>>
In quel momento non sa cosa mi abbia spinto a fargli quella domanda, ma mi è venuta d’istinto. << Perché secondo lei oggi ci troviamo in questa situazione? perché i giovani non hanno un futuro, perché le donne vengono trattate senza rispetto, perché la gente se domani si andasse a votare probabilmente rivoterebbe lui?>>.
A quel punto mi aspettavo un discorso di una ventina di minuti, invece no, mi liquida con un semplice <<vedi, il problema di chi crede in Berlusconi, è la dignità.>> Già. La dignità, quella cosa con la quale ognuno di noi dovrebbe affrontare la vita, camminando a testa alta, senza averne vergogna.
Una volta atterrati gli chiedo per chi scrivesse, scrivo per alcuni giornali tra cui l’Unità mi risponde con tono sufficiente, con quello stesso tono gli confesso che anch’io “nel mio piccolo” scrivo, a quel punto saluta con un <<in un era come quella di oggi, non esiste “il mio piccolo”, la tua voce è uguale alla mia, non perderla mai.>>
Ora avete capito perché è stato il viaggio in aereo più interessante della mia vita? : )