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Una Bocca libera e ostinata

Creato il 25 dicembre 2011 da Trame In Divenire @trameindivenire

Una Bocca libera e ostinata

Giorgio Bocca

“Chi vuol fare carriera non dovrebbe mai dire quello che pensa”.

 

Ancora un maestro scomodo che se ne va

Giorgio Bocca è andato via, quasi senza farsi sentire, dopo averci abituati a ben altro. Una rara voce libera, in questa Italia ricca di tanti servi e pochi padroni, è andata via oggi da questo mondo, nel giorno di natale.

Penna tagliente come un bisturi, negli ultimi anni divenuto duro con i meridionali e il meridione spesso a ragione. Sul meridione e i meridionali però le analisi del partigiano Bocca contraddicono la storia. Basta ricordare le sue affermazioni dure e provocatorie durante una puntata di “Che tempo che fa” del 2010, quando parlando del consiglio dei ministri convocato da Berlusconi a Napoli per far fronte all’emergenza rifiuti, sostenne che la città di Napoli è “una città decomposta [...] ma decomposta da migliaia di anni”. Sarà stata l’età.

La storia del meridione e di Napoli, infatti, non è stata solo storia di mafia e decomposizione. Anzi. I primati di civiltà e progresso del regno di Napoli e delle due Sicilie sono storia indiscussa, anche se rimossa in poco più di un secolo a partire dal sacco dei Savoia, con la complicità interessata di Cavour e del Vaticano. Ma questa è di sicuro una storia ben conosciuta dal partigiano Bocca, tra i fondatori di Giustizia e Libertà.

Non saranno certo errori veniali, forse voluti, spinti, anche troppo, vere e proprie provocazioni come questa, a condannare e a far rimuovere dalla nostra storia una grande penna come quella del partigiano Bocca. Tacciarlo di razzismo e di anti meridionalismo non è un esagerazione, di più!

A sua difesa, qualora ce ne fosse di bisogno, basterebbe la testimonianza del suo non aver mai ceduto alle lusinghe del potere che si annida anche nella carta stampata, restando fino alla fine dei suoi giorni un uomo libero, ostinato, coerente, libero di lanciarsi in difficili, dissonanti e spietate affermazioni rispetto alla pubblica, corrente, ordinaria, conformista, scontata e convergente opinione di chi in Italia scrive, legge e fa informazione. O almeno pretende.

Ancora un maestro scomodo, come ce ne vorrebbero altri, visto che sono pochi, sempre meno. Ancora un maestro scomodo se ne va.

giuseppe vinci


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